Cosa provereste se le vostre ansie, le vostre paure, i dubbi e le contraddizioni che ci circondano ogni giorno venissero espressi da un fumetto dai toni ironici, surreali ma al contempo molto vicini alla nostra quotidianità? E se in questo fumetto fossimo tutti trasformati in degli uomini-uccello rossi che vivono su di uno sfondo giallo? Questo è ciò che potete sperimentare leggendo i webcomic di Mattia Labadessa, in arte semplicemente Labadessa, giovane grafico ed illustratore che ha conquistato il cuore di centinaia di migliaia di utenti Facebook (e non solo) con i suoi disegni e le sue vignette che spaziano tra l’autobiografico e la collettività. Da poco il giovane Labadessa ha iniziato a collaborare con Shockdom e, ad ottobre, vedrà la luce la prima trasposizione su carta delle sue produzioni che sarà intitolata “Le cose così“. Non potevamo quindi non fare due chiacchiere con Mattia, vi lascio quindi alla nostra intervista e vi invito a seguire Labadessa e le sue divertenti produzioni!
Giando: Benvenuto su Nerdando.com! Dicci chi sei e che fai di bello!
Mattia: Ciao Nerdando!
Sono Mattia Labadessa, un giovane illustratore Napoletano, che ama la musica, i film e le serie tv: il classico. Che faccio di bello? Non saprei, faccio orari sballati, mangio male, dormo peggio, disegno moltissimo (forse questo s’era capito).
G: La bicromia giallo/rosso che contraddistingue le tue vignette ha un fortissimo impatto visivo. Da dove nasce questa idea e come mai la scelta è caduta su questi colori?
M: Come quasi tutto quello che faccio, anche i colori sono nati dall’istinto. Una sera mi sono seduto alla mia scrivania, poco prima di cena, e ho cominciato a disegnare (in modo completamente casuale) l’uomo uccello, in questo contesto cromatico dai toni fin troppo sopra le righe, che però ho amato da subito.
G: Siamo abituati ad artisti di ogni genere che utilizzano animali antropomorfi come metafora dell’uomo. Con tutti i meravigliosi animali che ci offre la natura, dovevi proprio trasformarci in uccelli?
M: L’uomo uccello è un personaggio nato per caso, a causa di un naso un po’ troppo pronunciato. Mi spiego: disegnai uno strano tizio, con una maglia a maniche lunghe, collo lungo, testa pelata e un nasone molto grande, a punta, che mi ricordava un becco. Dopo qualche giorno ha preso forma quello che oggi chiamo “l’uomo uccello”, ma dietro questa scelta non si nasconde nessun concetto profondo o legato ai temi che tratto.
G: Lo spostarsi dal web alla carta, questo cambiare media, farà modificare il tuo modo di scrivere/disegnare?
M: Assolutamente no, anzi, credo che questo spostamento momentaneo possa solo giovare al mio lavoro! Sulla carta posso raccontare ed esprimere molto di più, non ho tutti i limiti imposti dalle “dinamiche social” e poi diciamocelo, ma che figata è fare un libro? Io non vedo l’ora di avere la prima copia tra le mani e farmi venire l’ansia per eventuali errori.
G: Puoi dirci qualcosa di più sul tuo lavoro edito da Shockdom? Com’è iniziata la collaborazione?
M: Tutto è iniziato con la libertà più totale, dovevo solo capire come strutturare il libro e che impronta dargli. Posso dirvi che “Le cose così” non sarà una semplice raccolta di vignette, ho dato molta importanza all’estetica delle pagine, al numero di inediti, all’equilibrio, e alla creazione di un dialogo con il lettore. Mi piace l’idea di poter “parlare” a chi ha comprato il mio libro, di potermi confessare con lui e lasciare che lo faccia anche lui. Un po’ come sulla pagina.
G: Secondo te, a cosa è dovuto tutto questo successo?
M: Non lo so, non voglio nemmeno pormi queste domande, lo evito. Mi viene difficile anche parlare di “successo”, è passato davvero troppo poco tempo, e non ho ancora “realizzato” del tutto. Le cose vanno alla grande, quello che faccio piace, anche quello che dico: insomma, penso solo a gasarmi, il perché di tutto ciò manco lo voglio sapere!
G: Parli spesso del quotidiano, sembra quasi di vedere uno spaccato delle nostre vite: come nascono le tue vignette?
M: È esattamente così, le mie vignette nascono dal quotidiano, sono un palco in cui gli uccelli si divertono ad interpretare noi poveri umani, afflitti da mille miserie, a volte pesanti, a volte ridicole. C’è anche un secondo aspetto della pagina Labadessa, e sono quelle vignette che non raccontano qualcosa di reale e concreto, che ci appartiene, ma descrivono una sfera pazza e folle in cui un padre si spara in bocca per spiegare al figlio cos’è la morte. Un po’ di pazzia ci vuole!
G: Classiche domande: i tuoi 3 fumetti preferiti?
M: Strano a dirsi ma non sono un appassionato di fumetti: non ne ho letti molti nella mia vita, giusto qualche Topolino e qualche Rat-Man, niente di più.
G: Ti senti Nerd? Se sì, quali sono le tue nerdate preferite?
M: Non mi sento assolutamente Nerd! Oddio, almeno non un nerd degno di questo nome. Le uniche passioni nerd che ho sono i giochi e le serie tv (ora sono nella fissa “The Binding of Isaac”, che giocone. Per le serie tv invece, ho appena finito Stranger Things, che mi è piaciuta molto).
G: Ma “Le follie dell’Imperatore”?! Che cazzo di filmone è?
M: Filmone esagerato! Ho notato che da quando quella vignetta è diventata virale, c’è stato un ritorno di fiamma da parte di tutti per “Le follie dell’Imperatore”, è stato bello sentirsi in qualche modo la “causa” di questo movimento. Anche sulla pagina le cose sono cambiate: ormai sotto ogni mio post c’è un commento “Ma le follie dell’Imperatore?! Che cazzo di filmone è?”. Per alcuni sta diventando snervante!
G: Progetti per il futuro?
M: Vorrei aprire uno store online e cominciare a vendere qualcosa di mio, come poster, magliette, tazze. Le richieste da parte di chi mi segue sono molte, ma organizzarsi è difficile e ci sono davvero troppe cose in ballo nell’ultimo periodo. Spero di riuscirci a breve!
G: Grazie per l’intervista, ti auguriamo il meglio e ti chiediamo un saluto per i nostri lettori! Ciao!
M: Spero di non avervi deluso: molti si aspettano un nerd o un lettore accanito di fumetti dietro “Labadessa”. In realtà c’è un ragazzo pieno d’ansia e problemi, solo questo (ma penso sia chiaro). Grazie a voi, Labadessa vi saluta, siate affamati, siate polli.