Recensione
Un nuovo episodio della serie Anno è sempre uno dei titoli più attesi dell’anno (scusate il gioco di parole) perlomeno per quella nicchia di masochisti che racchiude gli amanti dei videogiochi gestionali. Infatti la serie di Ubisoft Mainz/Blue Byte ha al suo interno tutto ciò che solletica l’entusiasmo di questi strani individui: costruzione di città, isole da colonizzare, risorse da sfruttare, catene di produzione, commercio, ricerca dell’efficienza assoluta e, non ultima, un’ambientazione storica affascinante.
Tra questi loschi figuri c’è anche il sottoscritto, che è felicissimo di raccontarti come è il nuovo nato della serie, Anno 117: Pax Romana, grazie a Ubisoft che mi ha permesso di giocarlo a ridosso della sua uscita.
La serie Anno
Ma prima, contestualizziamo. Anno è una serie che affonda le sue radici negli anni ’90 e ci ha visti, nel corso di otto capitoli, girovagare per le epoche storiche sempre intenti a colonizzare isole, produrre risorse e qualche volta fare la guerra.
Dopo una breve parentesi fantascientifica con Anno 2070 e Anno 2205, con Anno 1800 la serie è tornata al passato con un capitolo davvero affascinante, che negli ultimi sei anni ha deliziato i palati degli amanti del genere. Anno 117 è chiamato a raccogliere questa pesante eredità, in un periodo storico non ancora esplorato dal franchise.
Fun fact: sai come mai i titoli della serie citano sempre un anno così specifico? Perché, sommando le cifre che lo compongono, il risultato deve sempre essere 9. Anno 1602, 1503, 1701, 1404, 2070, 2205, 1800 e ora 117.
Chissà cosa si inventeranno, per il prossimo!
Gameplay
Se hai già giocato a qualche altro Anno, le basi di questo Anno 117: Pax Romana le conosci già. Altrimenti, te le riassumo io.
Anno 117, come tutti i titoli della serie, è un gestionale nel quale ti troverai ad amministrare delle città su svariate isole di un arcipelago, che avremo il compito di far prosperare, espandendo ricchezza, popolazione e “bellezza”. Semplice a dirsi, meno a farsi: partiremo con pochi materiali a disposizione, un porto commerciale e una nave, e da lì starà a noi capire come crescere. Piazzeremo un taglialegna, le prime case, un mercato e una banchina per i pescatori; pian piano, le strade si riempiranno di persone che lavorano, smerciano, vivono.
Dalle prime case, potremo evolvere verso abitazioni più lussuose, che attireranno nuovi abitanti, magari di ceti sociali più elevati, con nuove e più complicate richieste: da qui, cominceremo a percepire la profondità di gioco che Anno sa offrire.
Infatti, per star dietro alle necessità di una popolazione crescente e sempre più esigente, dovremo mettere in piedi molteplici catene di produzione, interdipendenti l’una dall’altra, e cercare di rendere tutto il più efficiente possibile. Se tutto questo ti sembra impegnativo, è importante che tu sappia che l’isola di partenza non ti basterà: senza commerciare né colonizzare nuovi posti, ad un certo punto non potrai più crescere.
Le grandi soddisfazioni che sa offrire un titolo del genere sono principalmente due: la prima è creare un meccanismo che giri a puntino, con tutto che funzioni come dovrebbe, senza intoppi; la seconda è, senza dubbio, ammirare compiaciuti tutta questa meraviglia. D’altronde, chi non adora le città belle e brulicanti di vita?
Bene, ora che sai più o meno le basi del gameplay della serie Anno, ti posso parlare di questo capitolo…che funziona, di base, esattamente seguendo i canoni della serie ma declinati al primo secolo d.C.. Cosa significa? Ad esempio, che si parte con i liberti come primo ceto sociale per poi proseguire con plebei, equites e patrizi, che dovremo produrre l’orrido garum insieme a toghe e anfore, e così via. Persino la parte militare, che a un certo punto si può utilizzare, è trattata più dal punto di vista gestionale: pensi forse che i soldati si armino da soli? Nossignore, serviranno equipaggiamenti, che vanno prodotti. Eh sì, altre catene di produzione, che meraviglia!
Le modalità di gioco di Anno 117 hanno anch’esse un sapore classico: c’è la campagna, che funge anche da tutorial e man mano ti insegna tutto (o quasi) ciò che devi sapere sul gioco, e c’è la modalità libera, forse la preferita dagli amanti di Anno, quella dove ti butti a capofitto dopo un po’ che ti sei stufato della narrativa un po’ sempliciotta della campagna.
Stai pensando che io ti stia svelando un difetto? Più o meno.
Nella campagna di Anno 117 seguiremo le vicende del figlio di un governatore di una provincia dell’Impero, un po’ furbacchione e nemmeno tanto capace, che diventa a sua volta governatore, soprattutto grazie all’influenza paterna. Rimboccandosi le maniche, tutto sembra andare per il meglio, ma quando sei ingenuo e hai interazioni troppo altolocate, beh, non è detto che tu possa cadere sempre in piedi.
Dal solare Latium, che ricorda le meravigliose coste della Magna Graecia, ci ritroviamo nell’umidissima Albion, un gruppo di isole ispirate alle isole britanniche. Con questo coup de théâtre il gioco trova il modo di farci assaggiare un nuovo modo di approcciarci alla costruzione degli insediamenti, poiché i nuovi territori offrono sfide abbastanza diverse e peculiari. È il classico concetto di “bioma” diverso, che ritroviamo anche negli altri titoli della serie.
A parte il plot twist, nemmeno troppo sorprendente, la campagna di Anno 117 è nella media della serie: nulla di troppo appassionante a livello di trama, ma un buon filo narrativo per imparare come si gioca davvero. Dalle statistiche, molti si stufano prima di finirle, e non starò qui a biasimarli; ma credo che un giro completo la campagna lo meriti, se non altro per capire tutte le meccaniche, nuove e non.
Volevo sottolineare un qualcosa che ho particolarmente apprezzato all’interno del gameplay, ovvero l’aver inserito nel flusso di gioco l’integrazione delle culture che ricalca in qualche modo quello storico romano. In che senso? Nel senso che i romani non andavano a conquistare un territorio solamente sterminando, ma usavano la cittadinanza: assorbivano i popoli che sottomettevano, insieme alla loro cultura, Ok, la sto un po’ semplificando, ma qui è possibile scegliere come far progredire la nostra colonizzazione in terre lontane, se secondo i costumi locali, o portando forzatamente quelli romani. Cambia? Cambia eccome: non solo a livello grafico, ma anche di progresso e di diplomazia.
Ecco, ora dovrei parlarti dell’elefante nella stanza, ovvero le novità: quanto è innovativo Anno 117 rispetto, ad esempio, al bellissimo predecessore? Un pochino, ma senza esagerare.
Tra le novità sbandierate vediamo la possibilità di costruire in diagonale rispetto alla classica griglia quadrata, e la ricerca (della quale, nella mia partita, per lunghi tratti, mi sono dimenticato. Mea culpa). Per carità, non sono aspetti disprezzabili, ma nemmeno qualcosa che mi fa strappare i capelli perché devo reimparare tutto. Parliamoci chiaro, però: l’innovazione a tutti i costi è necessaria? Sono trascorsi sei anni dal capitolo precedente, che durante la sua vita ha ricevuto ben quattro Season Pass, e nulla mi vieta di pensare che con Anno 117 sarà la stessa cosa. Potevo quindi pretendere di più? Forse sì. Me lo aspettavo? Sinceramente, no.
A parte le innovazioni piuttosto modeste sbandierate in sede di marketing, spezzo una lancia a favore dell’interfaccia, che ho trovato un po’ più pulita ed efficace rispetto ai capitoli precedenti. E l’interfaccia, in un titolo del genere nel quale puoi arrancare tra grafici e sottomenu, è importantissima.
Ultimo aspetto che mi preme rimarcare: Anno 117, allo stato attuale, è già bello, ricco e divertente così com’è. Ma sarebbe da stupidi ignorare quanto verrà infarcito di DLC ed espansioni nei prossimi anni: aspettati quindi nuovi biomi, nuove meccaniche, e tanti altri contenuti. Quella di cui ti parlo qui è l’edizione base del lancio.
Considerazioni storiche
Anno 117 è un titolo di ricostruzione storica? Niente affatto. È un gioco che sfrutta a suo vantaggio una precisa ambientazione, ma dal punto di vista della storicità siamo più dalle parti dei blockbuster di Hollywood che del realismo da enciclopedia.
Quindi, se pensi di giocarlo per l’accuratezza con cui narra le vicende dell’antica Roma, ti direi che puoi guardare da altre parti. Ma c’è da dire che la ricostruzione realistica non è mai stata l’obiettivo della serie, e non lo diventa in questo capitolo.
Anche qui, però devo spezzare una lancia a favore degli sviluppatori: da amante della Storia, ho apprezzato moltissimo il modo in cui un particolare aspetto è stato citato e parzialmente implementato, ovvero quello dell’integrazione delle culture. Questo fu un pilastro fondamentale di come i romani riuscirono ad estendere i loro domini e la loro influenza, ed è bello vedere come in Anno 117 sia completamente organico al gameplay. Davvero ben fatto.
Grafica e sonoro
Dal punto di vista visivo, Anno 117 è straordinario, punto. Così come anche i suoi predecessori, questo capitolo è sicuramente tra i gestionali e i city builder più belli da vedere che esistano.
Le città sono vive, brulicano di vita e il motore grafico regala scenari stupendi, sia sulla terraferma che sul mare, con un picco di meraviglia nell’ora dell’alba e del tramonto. Anche la differenza tra i biomi è resa in modo splendido: la differenza tra il caldo e solare Latium e l’uggiosa Albion è tangibile anche dalla resa grafica, oltre che dai meccanismi di gioco. Ho messo qualche screenshot, ma temo che non rendano giustizia a tanta magnificenza.

Se sei un governatore, ma non ti costruisci la villa nel posto più bello della città, non sei nessuno.
Chiaramente, tutto questo ha un costo in termini hardware: quando le città diventano grandi, mantenere i dettagli al massimo richiede PC di fascia alta; di contro, il titolo offre molte opzioni per la scalabilità, in modo da permetterti di giocare in modo onesto anche sei hai un PC non di ultimo grido.
Il sonoro è ben fatto e, avvicinandoci alla città, ci sentiremo immersi nel caos di una città dell’epoca; purtroppo il parlato in inglese (e la pronuncia delle parole latine di conseguenza) fa perdere un po’ la magia, ma non si poteva neanche pretendere che si doppiasse tutto in latino. Magari…
Modalità di test
Ho testato il gioco nella sua versione PC su Ubisoft Connect, giocando sia la campagna che la modalità libera. Non ho riscontrato alcun tipo di bug fastidioso. Sul mio PC (AMD Ryzen5 7600x, AMD Radeon RX 7800XT) girava a meraviglia.
Sì e No
- Sì: è un gestionale di altissimo livello, che diverte e dà soddisfazione
- Sì: l’ambientazione è stupenda, e la grafica le rende onore
- Sì: l’idea romana della cittadinanza è resa meravigliosamente
- Sì: a suo modo sa essere “rilassante”
- No: non ci sono grosse novità rispetto ad Anno 1800
- No: la trama della campagna non è granché
Conclusioni
Che dire, in conclusione?
Te lo consiglio, questo Anno 117? Per me è un sì, ma io adoro questo genere e per me ogni uscita di questa serie è un po’ un ritorno a casa. Comunque sia, a prescindere dai bias personali, si tratta proprio di un bel titolo.
È tanto nuovo rispetto ad Anno 1800? Non direi. Se ti piace il genere, ma soprattutto l’ambientazione romana, però – a patto di non cercare la storicità senza compromessi – ti direi che è un acquisto di cui non ti pentirai.
È divertente, sfidante, a tratti persino rilassante, e ti dà quella soddisfazione di osservare con gaudio il frutto delle tue fatiche come pochi altri titoli.
Anno 117: Pax Romana lo trovi su PC, PS5, XBox ed Amazon Luna, ed è tradotto in italiano, a parte l’audio.
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Nerdando in breve
Anno 117: Pax Romana: ritorna l’amata serie di gestionali Anno, e questa volta ci porta al tempo dell’Impero Romano.
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