Fumetti & Libri

Due chiacchiere con: Vesperteliu (Cadaveri Squisiti)

Vesperteliu

Fresca vincitrice del Premio Self Area di Lucca CG25

Ho conosciuto Vesperteliu, al secolo Veronica Ciancarini, nell’ormai lontano 2018 a Lucca Comics & Games, in occasione della sua opera prima (Bleeding Mariachi, che ho adorato). Artista incredibile, dallo stile personale e ricco di sfumature, si è dimostrata anche una persona poliedrica e dolcissima. Quest’anno a Lucca Comics & Games ci è tornata e si è portata a casa anche il Premio Self Area alla miglior autoproduzione per Cadaveri Squisiti: quale occasione migliore per contattarla di nuovo e scambiare con lei qualche battuta?

Clack: Com’e nata l’ispirazione per questo lavoro?

Vesperteliu: Cadaveri Squisiti nasce dal bisogno di dimostrare a me stessa che avevo il permesso di raccontare una storia, anche consapevole del fatto che sarebbe potuta essere brutta. Anni fa un editore mi disse che sarebbe stato meglio se mi fossi concentrata solo sul disegno: questa interazione ha lasciato una ferita in me che mi sono trascinata per alcuni anni, anni in cui ho lasciato incompiute alcune mie storie originali (come Nundead, il webcomic che pubblicavo sul profilo di Veronicartoon) e ne ho tenute nascoste altre. Un anno fa mi sono detta: “comincia a mettere insieme quel che hai messo nei cassetti!” Ho preso appunti di sogni che avevo fatto, storie rifiutate da altri progetti e scene che avevo solo immaginato, e ho iniziato a cucire tutto insieme, a mo’ di “cadavere squisito”.

-“Cadavere Squisito: gioco collettivo surrealista, realizzato per la prima volta nel 1925, a Parigi. Consiste nel far comporre una frase da più persone (senza che nessuna possa conoscere l’intervento dell’altra) nella sequenza sostantivo-aggettivo-verbo-sostantivo-aggettivo. Il nome del gioco deriva dalla prima frase che fu ottenuta: le cadavre exquis boira le vin nouveau («il cadavere squisito berrà il vino nuovo»). Lo stesso sistema fu adattato al disegno, piegando o coprendo il foglio nelle parti già compilate”. (Via: www.treccani.it)-

Poi ho cominciato a giocare a “cadavere squisito” con me stessa, facendo una pagina al giorno senza sceneggiatura; quel che accadeva a pagina nuova era un “problema” della me del domani! E così i personaggi stessi hanno finito per raccontarmi la loro storia! Ragdoll – Fumetti Scomposti mi ha accompagnata concedendomi uno strumento per me assolutamente necessario: la libertà. Hanno avuto fiducia nella mia storia e mi hanno lasciata creare di giorno in giorno. Il mio editor per Cadaveri Squisiti è stato Francesco Vicentini Orgnani, e anche lui ha supportato il mio bisogno di libertà creativa, aiutandomi a pormi le domande giuste, senza mai imporre una sua visione. Dopo tanti anni, arrivare alla fine di una storia scaturita (c’è da ammetterlo) dal cuore, e stato a dir poco liberatorio.

C: Cadaveri Squisiti ha vinto il premio Self Area nel corso dell’ultima edizione di Lucca Comics & Games: che effetto ti ha fatto? Te lo aspettavi?

V: Comincio col dire che, sebbene avessi sperato e anche sognato potesse succedere, no, non me lo aspettavo affatto. All’annuncio del vincitore sono finita letteralmente con le mani fra i capelli per lo sbigottimento. La cosa più bella è stata salire tutti insieme, noi di Ragdoll, sul palco! Avevo già dimostrato a me stessa che sì, avevo il permesso di raccontare una storia, ma avere un tale riconoscimento mi ha detto “non solo ce l’hai fatta, è anche venuto bene questo libro”. E ci tengo a dire questo: se si fosse trattato di un premio votato esclusivamente da una giuria, non mi avrebbe fatto lo stesso effetto. Il premio della Self Area viene votato anche da coloro che la compongono: i collettivi, i progetti editoriali e gli autori indipendenti. Sapere che i miei colleghi hanno apprezzato il mio lavoro è stato ancora più appagante.

C: Eri già stata a Lucca con Bleeding Mariachi, pubblicato da Edizioni BD: quali emozioni hanno accompagnato il ritorno di quest’anno?

V: Inizialmente c’è stata una grandissima paura. L’ansia mi stava divorando a tal punto che ho valutato di non presentarmi alla fiera. Ma appena arrivata, non appena ho incontrato i miei lettori, tutto quel tumulto ha lasciato spazio a un profondo senso di rivalsa e a una grande gratitudine. C’è chi mi è venuto a trovare portandomi da sketchare sia Cadaveri Squisiti che Bleeding Mariachi e, in qualche modo, tutti quegli anni passati tra le mie due creature sono sembrati più leggeri.

C: Qual e la differenza, nella tua esperienza, tra l’autopubblicazione e pubblicare con un editore?

V: Ad oggi continuo a lavorare con editori. Ho pubblicato un mazzo di tarocchi con Lo Scarabeo e sono a lavoro sul secondo libro illustrato di Il Trono Del Muori per Mondadori. Tuttavia, non riuscirei ad affidare le mie storie più intime e care a un grande editore, non senza le dovute precauzioni. Ho imparato negli anni che lavorare con l’editoria vuol dire scendere a compromessi, e spesso anche avere a che fare con chi vuole imporre la propria visione. Non sempre è così, ovviamente, e ho lavorato con editori con cui non ho avuto problemi di questo tipo, ma i casi in cui le divergenze artistiche hanno eclissato la voglia di creare sono stati fin troppi. Dopo la mia vittoria, alcuni editori sono passati in Self Area, da Ragdoll, per chiedermi se fossi interessata a lavorare con loro. Uno di loro nemmeno si è presentato, neanche mi ha guardata in faccia e ha mandato avanti una sua impiegata a chiedermi se fossi interessata a lavorare nell’editoria. Quello che questi editori ancora faticano a capire è che in Self Area è PIENO di autori affermati e pubblicati in Italia e nel mondo. Non si sceglie l’autoproduzione come ripiego, si sceglie l’autoproduzione perché è l’alternativa che ci permette di creare autenticamente. Non è il piano B, è l’altro piano A.

C: Da dove nascono la tua ispirazione e il tuo stile così connotato?

V: Nel 2021, dopo aver rinunciato a completare il mio webcomic, per un po’ ho fatto fatica a tornare a disegnare. A un certo punto ho cercato di ricordare perché mi piaceva disegnare da bambina e mi sono resa conto che ai tempi disegnavo solo per me stessa. Per un po’ avevo cercato di omologare il mio stile a quello che potesse piacere al pubblico (e agli editori) e avevo completamente dimenticato di chiedermi cosa piacesse a me. Da lì il ritorno al tradizionale, lo studio del tratteggio, inizialmente a matita, e poi l’inizio della mia storia d’amore con l’inchiostro! Per quanto riguarda i soggetti dei miei lavori, quelli non sono quasi mai cambiati! In Bleeding Mariachi c’era una vampira con la testa a forma di ali di pipistrello, adesso le stesse ali sono sulla testa di una fatina dei cimiteri in Cadaveri Squisiti.

C: Hai anche disegnato un tuo mazzo di tarocchi (pubblicato da Lo Scarabeo): com’è stata questa esperienza?

V: Il mazzo di tarocchi iniziò come un progetto casalingo; un lavoro nato dalla passione e non per una esigenza lavorativa. Fu il collega Fabio Listrani a spingermi a proporlo a Lo Scarabeo. La lavorazione andò incredibilmente liscia poiché mi ritrovai con molta libertà creativa anche su quel progetto, cosa a cui, venendo dai fumetti, non ero abituata.

C: Quale sarà, ora, il percorso che aspetta Cadaveri Squisiti?

V: Con Ragdoll stiamo pianificando un tour per le maggiori fiere nazionali, alcune presentazioni e una possibile scappatella all’estero. Per quanto riguarda la storia, io la considero conclusa, ma i personaggi restano vivi “nel mio mondo” e potrebbero tornare in futuro per raccontarci nuove avventure.

C: Stai già sviluppando altre idee?

V: Stiamo iniziando a ragionare su 4 diversi lavori in collaborazione con altri autori di Ragdoll. Si tratterebbe di due storie brevi, un adattamento a fumetti di un romanzo gotico, e un racconto a fumetti su un altro dei miei personaggi originali. Io sto buttando giù idee per un nuovo graphic novel ma tutto è ancora nella beatissima fase iniziale: quindi, da qui ad un anno, potrei star lavorando a tutt’altro. E anche questo è il bello.

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