Recensione
Blood of Mehran è un gioco che mescola lo stile action RPG ad un gameplay Hack and Slash vecchia maniera. Questo vuol dire che durante il nostro viaggio, di circa 10 ore, attraverseremo molteplici scenari con ondate su ondate di nemici sempre più tosti che dovremo affrontare a fil di scimitarra (almeno all’inizio) per una progressione del personaggio che combina abilità stealth e all’arma bianca per raccogliere esperienza e monete, con le quali potenziare il nostro alter ego digitale, sbloccare nuove abilità ed armi, potenziare l’equipaggiamento.
Ma andiamo con ordine e vediamo cosa ha da offrire questo interessante Indie.
Trama
Blood of Mehran ci vede nei panni di un ex guerriero, Mehran, divenuto semplice contadino dopo aver incontrato l’amore della sua vita e dato origine a una famiglia. Purtroppo questa viene raggiunta da un ex capo dell’esercito autoproclamatosi re con la forza. Com’è facile immaginare, la famiglia di Mehran viene passata a fil di spada e al nostro non rimane che divorarsi il fegato tra dolore e desiderio di vendetta.
Dopo un incipit che rappresenta il climax della trama, eccoci tornare indietro e rivivere i passi che condurranno Mehran di fronte al suo destino. Partiamo da una prigione in cui avremo l’occasione di impratichirci con le meccaniche di gioco, apprendere i meccanismi base di esplorazione e combattimento e, sul finire, incontrare un interessante PNG che ci accompagnerà lungo il cammino. Non manca il mercante a cui rivendere i ninnoli raccolti lungo la strada per potenziare il nostro equipaggiamento ed essere sempre più letali nei confronti della moltitudine di avversari che dovremo abbattere.
Gameplay
Come detto, Blood of Mehran integra meccaniche Action RPG, con la raccolta di esperienza per sbloccare nuove abilità. Tuttavia il focus del gameplay è sicuramente sul combattimento, che può essere affrontato direttamente o con approcci stealth quando l’ambiente di gioco ce lo consente. Procedendo con l’evoluzione sbloccheremo nuove combo e nuove armi, acquisendo scudo, doppia scimitarra, arco e frecce. Non si tratta solo di scegliere lo stile di gioco preferito, ma anche imparare quali tecniche meglio si adattano ai diversi nemici che incontreremo.
L’esplorazione è fondamentalmente lineare e guidata, con piccole deviazioni nella mappa che ci consentono di raccogliere collezionabili e altri oggetti, ma i livelli sono piuttosto interessanti, con una buona verticalità e varietà nei modelli. Vedremo a breve in dettaglio, per ora lasciatemi rimarcare che ho apprezzato la semplicità delle combo che, per un giocatore abbastanza imbranato come me, sono un punto di difficoltà insormontabile in vecchi titoli (come Bayonetta, per intenderci) in cui costituivano la meccanica principale.
Comparto tecnico
Blood of Mehran è stato portato alla vita dai ragazzi di Permanent Way Entertainment, studio turco non alla prima esperienza, ma quasi. La sua natura profondamente Indie emerge in molti aspetti del titolo, come avremo modo di vedere a breve.
Partiamo con gli aspetti positivi. Ho apprezzato molto lo stile grafico, a tratti grezzo, ma splendidamente calato nella realtà araba descritta. Lo splendore dei palazzi, e dei suoi fregi decorativi (senza andar troppo lontano: chi ha visitato l’Alhambra sa di cosa parlo), dei suoi giardini sono una festa per gli occhi.
Mi è molto piaciuta anche la scelta del flashback a più livelli, con ricordi nei ricordi. Mi spiego meglio: l’intero gameplay si snoda in un enorme flashback, ma al suo interno troveremo dei ricordi del protagonista che ci mostreranno la sua vita di prima della famiglia e di come questa l’abbia segnato indelebilmente.
Per un titolo del genere, poi, la fluidità deve essere un must. Ho sperimentato la mia copia su Xbox Serie X e non ho sperimentato cali di framerate fastidiosi o che mi mettessero in difficoltà durante i combattimenti.
Veniamo ora ai punti dolenti, dove la natura Indie mostra il fianco. La prima cosa che si nota è un fastidioso effetto popup durante i filmati, col protagonista che nel giro di qualche millisecondo vede la sua faccia arricchirsi di dettagli. Cosa che è capitata ben più di una volta.
Con tanti personaggi su schermo, poi, succede di restare leggermente incastrati, almeno finché non si abbattono gli avversari. Peccato che anche con attacchi potenti si colpisca un solo avversario per volta, nonostante gli altri siano praticamente incollati.
Il recitato, inglese con cadenza araba, appare non sempre in linea con ciò che appare su schermo, dando talvolta una sensazione di scollamento fastidiosa. Aggiungo infine una nota simpatica riguardo alla localizzazione italiana (per sottotitoli e comandi). No, cari amici: “save” non si traduce con “risparmio”.
Conclusioni
Blood of Mehran è un titolo a due facce. Per certi versi mi ha ricordato da vicino alcuni giochi che ho apprezzato all’epoca della Xbox 360, per altri pone il fianco alla sua natura Indie un pelo mancante di rifiniture.
Intendiamoci: è un titolo godibile e, se mi chiedete se mi sono divertito a giocarlo, la risposta è sicuramente sì. Forse non eccelle per originalità della storia, ma è davvero piacevole immergersi in un’ambientazione e una cultura diverse dal solito.
Il mio consiglio, pertanto, è di dargli una chance e di tenere d’occhio lo studio Permanent Way Entertainment, perché credo ci riserverà delle sorprese, in futuro.
Ringrazio Blowfish Studios per la copia recensione.
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Nerdando in breve
Blood of Mehran è l’action RPG ambientato in un mondo fantasy arabo.
Trailer
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