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Little Nightmares III – Nuovi piccoli incubi

Little Nightmares III

Recensione

Sono passati molti anni da quando siamo stati accolti nel tenebroso antro delle Fauci. Era infatti il 2017 quando il piccolo studio svedese Tarsier rilasciò quel gioiello di ansia, horror e incubo che ci fece sfuggire alle grinfie di adulti resi ciechi e sordi dall’ingordigia. Il ritorno, con Little Nightmares 2, confermò le potenzialità del franchise e diede un respiro più ampio e articolato al mondo di gioco.
Si attendeva quindi con ansia il nuovo capitolo della serie per capire se le potenzialità espresse sarebbero esplose del tutto o meno. Questo grazie anche al passaggio di testimone (involontario, immagino) a Supermassive Games: gli stessi di The Quarry e Until Dawn, non proprio bazzecole insomma.

Ebbene, abbassa le luci amico lettore, immergiti nel divano e lascia che ti accompagni alla scoperta dei nuovi incubi di Little Nightmares III.

Trama

In questa nuova ondata di incubi senza fine, due giovani protagonisti, due amici, Low ed Alone, corrono insieme per sfuggire, lillipuziani, a un mondo brobdingnagiano alienato e distorto, popolato di grotteschi adulti troppo impegnati nelle loro distorsioni per preoccuparsi di ascoltare i piccoli abitanti.

Niente più Momo o Six, quindi. Abbandoniamo i vecchi protagonisti ma non le vecchie abitudini. Questo mondo è troppo grande, macroscopicamente inadatto, cupo e soffocante anche nelle sue ampiezza svuotate di tutto. Torna quindi la metafora originaria: il grottesco adulto sordo alle parole del bambino il quale, per non essere divorato, per non diventare come lui, non ha altra scelta che fuggire.
Meglio se in compagnia.

Ecco quindi che Low, armata del suo arco, ed Alone, con la sua fida chiave inglese, collaboreranno (ed è stupenda la metafora del loro fuggire mano per la mano, legata a un trofeo/obiettivo) per superare ostacoli, puzzle ambientali, eliminare minacce mortali. Evitando chi non può essere sconfitto, abbattendo muri alla loro portata.

Little Nightmares III

Gameplay

La principale novità di Little Nightmares III è sicuramente la possibilità di essere giocato in multi online. Stupisce un po’ l’assenza del multi locale che avrebbe potuto essere gestito comodamente anche senza split screen, data la struttura quasi perennemente mono schermata degli enigmi da superare (con alcune piccole eccezioni). La sensazione è che gli sviluppatori abbiano voluto mantenere intatta la sensazione di solitudine che da sempre accompagna il franchise.

Ecco quindi che ti troverai ad usare arco e frecce, oppure la chiave inglese, in leggera combinazione, o in sequenza. Con elementi collaborativi minimi che, infatti, consentono al gioco di pilotare un unico personaggio (a scelta) e lasciare alla IA l’incombenza di guidare l’altro protagonista.

Nel complesso i puzzle risultano piuttosto abbordabili, ripercorrendo le orme già tracciate dai due precedenti capitoli. Se ti aspettavi grandi novità, dal punto di vista del gameplay, ne rimarrai deluso. Se invece cercavi continuità col passato, ecco che Little Nightmares III è capace di restare ancorato a se stesso pur introducendo i personaggi e le meccaniche che ti ho appena illustrato.

Little Nightmares III

Comparto tecnico

Da questo punto di vista non c’è molto da dire: la resa grafica, già incredibilmente immaginifica, ritorna in tutto il suo cupo e grottesco splendore. Non che ci sia nulla di splendido in un incubo a occhi aperti, soprattutto dal punto di vista di un bambino, ma quel senso di oppressione, quasi timburtoniano, che ci ha accompagnato finora, esplode qui ancor più malsano, ancor più inquietante.

Nelle prime battute troverai ampi spazi a cui non sei abituato, ma è solo una mera illusione: presto tornerai confinato negli spazi angusti e claustrofobici tipici della serie.

Una nota sull’intelligenza artificiale che guida il personaggio secondario nel single player. Devo dire che generalmente si comporta abbastanza bene, anzi: un paio di volte mi ha praticamente corretto prima che mi suicidassi malamente. Ci sono stati però diversi casi in cui non sembrava sapere cosa fare, e a poco è servito chiamarlo e richiamarlo sul punto in cui doveva agire. Questo è capitato quando malauguratamente mi spostavo tra lui e l’elemento su cui doveva operare e sono stato costretto a ricaricare il checkpoint.
Niente di grave, intendiamoci, la fruizione dell’esperienza resta nel complesso fluida e lineare per le sue 3/4 ore a terminare la run (consiglio: da giocare due volte, coi due protagonisti).

Little Nightmares III

Conclusioni

Little Nightmares III è davvero un ottimo titolo, ma non rappresenta un punto di svolta o di rottura col passato. L’introduzione del multiplayer online resta un’opzione di fondo, non davvero determinate alla fruizione del gioco. Niente, per intenderci, che abbia a che vedere con la profonda interazione tra giocatori che viene regalata da titoli come It Takes Two.

Certo, il franchise si è sempre presentato come esperienza squisitamente single player, per cui, a mio avviso, questa opzione può essere salutata come piacevole ma non determinante. Resta, a mio avviso, un piccolo rimpianto. Con il gioco affidato all’esperienza di Supermassive Games, avrebbe potuto prendere una direzione diversa: lo studio avrebbe potuto fare suo il titolo e traghettarlo in una nuova era. La scelta, altamente conservativa, di mantenere sostanzialmente invariata l’esperienza, sia a livello di gameplay che di filosofia, lo rende una semplice prosecuzione su binari tracciati. Una cosa che mi sarei aspettato se a svilupparlo fosse stato il team originale.

Reputo, personalmente, che meriti comunque di essere giocato e vissuto, perché come abbiamo visto, si tratta di un ottimo prodotto.

Ringrazio Bandai Namco per la copia recensione.

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Nerdando in breve

Little Nightmares III è il nuovo capitolo horror puzzle di Bandai Namco.

Trailer

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