
Entriamo nel regno dei Brickman
Se un gioco ti fa dire, appena dopo cena, “Un’altra run e poi smetto” per poi ritrovarti alle 4 di notte, con tua moglie addormentata ormai da un pezzo, i gatti che iniziano a fare casino perché vogliono fare il solito spuntino prima dell’alba, tu che guardi l’orario e capisci di essere uno stronzo perché non reggerai la giornata lavorativa che ti si prospetta davanti tra poco, significa che funziona.
Al termine di questa storia sicuramente non autobiografica, inizia l’articolo dedicato a Kill the Brickman, titolo realizzato da Doonutsaur ed edito da poncle (che ringrazio per la copia donatami).
Recensione
Non conoscevo lo studio Doonutsaur e, dopo essermi documentato, ho capito perché: questo è il loro primo gioco, dopo molti progetti mai conclusi e tante demo alle spalle; poncle, invece, è una vecchia conoscenza perché il suo fondatore, Luca Galante, ha dato vita a Vampire Survivors, gioiellino che mi ha regalato parecchio divertimento. Proprio per questo motivo, quando ho avuto modo di mettere le mani su Kill the Brickman in anticipo rispetto alla data di uscita, fissata per il 21 agosto 2025, ne sono stato ben lieto: le mie aspettative erano molto alte e non sono state disattese.
Il titolo è disponibile alla modica cifra di 4,99 € su Steam, Xbox e dispositivi mobile.

Scegliamo i giusti proiettili
Gameplay e comparto tecnico
Annunciato e droppato appena subito dopo l’Xbox Gamescom Showcase 2025, Kill the Brickman è un turn-based roguelike brick breaker (non ho inventato il genere, era scritto nel comunicato stampa e ve lo riporto pari pari: chi può saperlo meglio degli ideatori e publisher?) che trae ispirazione dai giochi arcade del passato.
Ma cosa dobbiamo fare? Ci metteremo i comodi panni di un cowboy spaziale che ha lo scopo di salvare il proprio pianeta dall’invasione dei Brickman e, per farlo, avrà a disposizione una pistola con dei tamburi modificati, dei proiettili potenziati e delle reliquie.
Entrando più nello specifico, all’inizio della run si sceglierà uno scenario (ce ne sono quattro, sbloccabili dopo aver portato a termine con successo quello che lo precede) e un’arma (tra tre, inizialmente ne è disponibile solo una). La struttura del turno è la seguente: si scopre, mediante il briefing, qual è l’obiettivo del livello (cioè quali e quanti Brickman eliminare) e si scelgono un massimo di due eventuali missioni aggiuntive da un pool di tre, che aumentano la difficoltà ma che, ovviamente, forniscono dei benefici se portate a termine. A questo punto, si entra nel gioco vero e proprio e si vedrà come è composto lo stage, con mattoni standard, Brickman, edifici che, se colpiti, attivano un determinato effetto; i primi due elementi possiedono un quantitativo di punti ferita e, una volta portati a zero grazie ai nostri colpi, esploderanno.
Avremo dei proiettili che ci saranno proposti tra quelli posseduti: sono di tre tipi e, all’impatto, causeranno effetti differenti (i rossi esplodono, i verdi corrodono e i blu si clonano); li potremo anche scambiare, se non ci piacciono, per un numero limitato di volte. Ognuno di questi ha due valori fissi che sono il numeri di rimbalzi che possono fare e i danni che infliggono. Tramite mouse e tastiera si decide la traiettoria e, grazie ai tasti WASD si potrà essere più precisi mentre, se siete da console, potrete usare gli stick analogici e aiutarvi con i pulsanti LB e RB. Una volta finiti i proiettili, inizierà il nuovo turno, si muoveranno alcuni dei brickman, sapremo quali avranno intenzione di compiere azioni con un turno di anticipo e chi ci sparerà: dovremo fare attenzione a farli esplodere perché, se rimarranno in gioco, ci colpiranno togliendoci un punto ferita (ne abbiamo 8, inizialmente). La partita si conclude quando arriveremo a 0 pf oppure se finiremo con successo i 10 livelli dello scenario.
Una volta terminato il livello, guadagneremo dei dollari e accederemo al negozio dove potremo comprare, grazie al denaro accumulato, nuovi proiettili (massimo 20 per tipo per un totale di 6o), tamburi (massimo 5) o reliquie (massimo 5); unendo questi ultime due, mediante i loro bonus, è possibile dare vita a combo devastanti che possono facilitarci parecchio la vita. Al quinto livello si affronta un nemico élite mentre nel decimo e ultimo livello dovremo vedercela con il boss finale.
Per imparare rapidamente le meccaniche c’è un grazioso tutorial; inoltre, il gioco è localizzato in Italiano anche se alcune traduzioni, nella build che ho provato, mancavano e ho risolto cambiando lingua e selezionando l’Inglese.
Dal punto di vista tecnico, il motore grafico è essenziale e funzionale con ciò che il titolo richiede: far muovere dei proiettili sullo schermo e far tenere un comportamento adeguato una volta impattato qualcosa; il comparto sonoro è ottimo, con una colonna sonora molto retrowave che ho amato.

La giusta esplosione
Impressioni
Per capire meglio ciò che c’è dietro Kill the Brickman, vi riporto le parole di Luca Galante, direttore di poncle: “Sì, è vero. Amo i mattoni. Kill the Brickman non è solo un deckbuilder brillante, ma anche uno dei più strani a cui abbia mai giocato. E questa è una buona cosa”, e di Alvin di Doonutsaur: “Volevo concentrarmi sullo stile strano di questo gioco in modo che potesse distinguersi tra gli altri incredibili deckbuilding in circolazione”, ha dichiarato Alvin di Doonutsaur. “Non solo poncle è riuscita a soddisfare il mio livello di stranezza, ma mi ha aiutato ad alzare l’asticella, rendendo Kill the Brickman davvero assurdo!”. Due persone incredibili che hanno fatto uscire, a sorpresa, un gioco con meccaniche semplici da apprendere ma che diventa, livello dopo livello, più sfidante.
Mi sono trovato di fronte a un titolo fuori di testa che mi ha portato indietro nel tempo, ricordandomi dei classici come Tetris, Puzzle Bobble e Arkanoid, ma che ha una sua fortissima personalità e che riesce nell’arduo compito di intrattenere e divertire. Dietro a ogni run ci sono tantissimi processi decisionali: la gestione dell’economia, la scelta dei proiettili, dei tamburi e delle reliquie e, infine, la parte più pratica che comprende l’utilizzo di ogni munizione atto a massimizzare i rimbalzi e i danni.

Asseriamo la dominanza
Portare a termine con successo uno scenario mi ha dato un senso di soddisfazione quasi pari a quello che ho provato risolvendo un enigma di Blue Prince e questo genere di emozione, per un gioco, non la provavo da parecchio tempo.
Ho apprezzato in particolar modo il sonoro retrò e, soprattutto, le facce inquietanti e divertenti dei Brickman e dei proiettili mentre ho adorato poterlo giocare in portabilità su Steam Deck; come scrivevo nella prima frase di questo articolo, è il classico titolo che ti fa macinare una partita dietro l’altra ed è questo il punto di forza che mi fa promuovere a pienissimi voti Kill the Brickman e mi fa urlare al cielo “Lunga vita agli indie, quelli veri“.
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Nerdando in breve
Kill the Brickman è un roguelike che riesce a tenerti impegnato per ore senza farti rendere conto del tempo che ci hai speso sopra.
Trailer
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