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The Precinct – Tra GTA e T. J. Hooker

La copertina di The Precinct

Recensione

Facciamo un gioco: io vi dico “Serie TV poliziesca anni ’80” e voi mi elencate tutto quello che vi viene in mente.
Bar dei poliziotti? Ce l’abbiamo.
Pilota di elicottero tosta, una vera badass? Ce l’abbiamo.
Gang mafiose? Ce l’abbiamo.
Crimini di strada che ci capitano tra capo e collo mentre mettiamo una multa? Ce l’abbiamo.
Inseguimenti mozzafiato? Ce l’abbiamo.
Capitano un po’ s*****o e partner che ci chiama “novellino”? Ce l’abbiamo.
Confronto impari con l’eroe del distretto? Ce l’abbiamo.
Continuate pure voi: sono pronto a scommettere che in The Precinct lo troverete.
Ed è fantastico.

Una schermata di gioco

Trama

Omen Nomen, ci troviamo ad Averno City: un’amabile metropoli americana capace di fare a gara con la Sin City di Miller quanto a marciume così radicato da intaccarne la spina dorsale. In questo ameno paesaggio noi impersoniamo Nick Cordell Jr., figlio del celeberrimo Nick Cordell Senior, uscito fresco fresco di accademia e gettato subito nella mischia della vita di strada.

Assegnati a un partner anziano in odore di pensione (sono troppo vecchio per questa merda. Cit.), verremo rapidamente messi alla prova con piccoli e grandi crimini da risolvere.
La giornata inizia, come è giusto che sia, nella stanza del briefing dove riceveremo gli incarichi della giornata: si comincia con qualcosa di facile, come mettere le multe ai veicoli in divieto di sosta, pattugliare il quartiere e, ah sì: rispondere alla chiamata di emergenza per una rapina in banca che finirà sotto una pioggia di piombo.

Come da migliore tradizione le nostre capacità innate, pur essendo dei rookie, ci faranno notare dal capitano ed eccoci pronti a qualche missione più impegnativa, come sgominare gang mafiose o catturare (vivo!) un pericoloso latitante.
La nostra avventura sarà un crescendo di emozioni tra cliché del genere, di quelli che hanno reso celebri i polizieschi degli anni ’80, a partire da T.J. Hooker a Hill Street giorno e notte.
Il tutto mentre cercheremo di riportare l’ordine combattendo i piccoli criminali e investigando sulle pericolose gang che infestano la città.

Il nostro albero delle abilità

Gameplay

Visione isometrica che richiama i primi capitoli di GTA e qualità grafica notevole sono la prima cosa che si fa notare in The Precinct. Averno City è viva e vibrante a qualsiasi ora del giorno e della notte: mentre ci aggiriamo per vie durante un pattugliamento, per esempio, noteremo le persone che continuano la loro vita di sempre, e non è raro che l’occhio ci capiti su qualche movimento sospetto.
A quel punto saremo noi a decidere se e come intervenire.

Focus del titolo sono proprio le procedure di intervento che, come per tutte le cose, possono essere fatte bene o male. Questo vuol dire non solo non usare la violenza quando non è necessario, ma anche seguire correttamente il protocollo, come leggere i Miranda rights ai sospettati prima di procedere all’arresto o assegnare le corrette accuse sulla base di quanto visto o delle prove raccolte da terra.

I comandi sono comodi ed efficaci: con un semplice tasto si può aprire il menù contestuale in cui effettuare le scelte opportune, per poi decidere se far sedere l’accusato in macchina e portarlo al distretto (il precinct del titolo) o chiamare una squadra di rinforzo. Questa può essere invocata anche quando saremo costretti a lanciarci all’inseguimento di un sospettato, facendo attenzione (fino a un certo punto) al livello di distruzione che semineremo lungo la strada.

A fine giornata, riceveremo un report dei nostri sforzi e ci verrà assegnato un punteggio (confrontabile con quello delle altre squadre del distretto), convertito immediatamente in punti esperienza che sbloccheranno gettoni di upgrade del nostro eroe americano (migliorie a salute, armi, ecc.) così come ci faranno lentamente avanzare di grado sbloccando sia nuovi armamenti e abilità, come nuove aree della mappa.

Una panoramica notturna dall’alto

Comparto tecnico

Averno City è ispirata alla New York degli anni ’80, che per chi non lo sapesse non era la copertina lucidata di Sex and the City ma molto più simile alle porte dell’inferno. Le scene di vita quotidiana sono a dir poco strabilianti, con una dinamicità di luci, ombre e meteo che mi ha davvero colpito.

Come detto, i controlli sono facili da acquisire e il gameplay risulta fluido e facile da padroneggiare: che si tratti di completare un inseguimento o rispondere a una chiamata d’emergenza o sopravvivere ad uno scontro a fuoco, basterà davvero mezz’ora di gioco per sentirsi padroni del mezzo e sapere cosa e come farlo. Poi, come per ogni sandbox che si rispetti, saremo noi a decidere come approcciare il titolo.

Sempre ispirandosi a GTA, la componente automobilistica è forse quella più divertente in cui potremo pattugliare diligentemente, accendere la sirena (o solo le luci o far accostare le auto in eccesso di velocità) e gettarci all’inseguimento, magari distruggendo mezza città sul nostro cammino.

Una delle cose che mi hanno dato più soddisfazione, lo ammetto, è stata far fermare un veicolo sospetto, chiedere i documenti e far scendere il sospetto dall’auto (stupendo). Questi mi ha fornito la carta d’identità, ma appena ho provato a perquisirlo si è dato alla fuga. Ho così dovuto lanciarmi all’inseguimento tra vicoli, grate da arrampicare e auto da scavalcare: l’ho atterrato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
MERAVIGLIOSO.

Fronte audio: il comparto sonoro è sicuramente all’altezza, ma spicca la mancanza della lingua italiana, sia nel recitato (sufficientemente sopra le righe come si conviene) che nei testi. Questo potrebbe creare qualche barriera per chi non è avvezzo all’inglese americano e ai suoi molti slang urbani.

Ultima nota per i dialoghi: non è la componente fondamentale, ma quando saremo al distretto e ascolteremo i briefing, o verremo convocati nell’ufficio per parlare con questo o quel detective, ci troveremo davanti una schermata statica, con i personaggi disegnati in 2D che vengono evidenziati al loro turno di parola. Una scelta non solo stilistica ma anche sicuramente pratica per lo studio Fallen Tree Games che potrebbe non piacere a tutti. Ricordiamoci che stiamo comunque parlando di uno studio composto da cinque persone, a cui va il mio totale plauso.
Si tratta, come detto, degli intermezzi e che quindi non impattano il normale flusso di gioco.

Una scena di dialogo

Conslusioni

The Precinct è stato davvero una piacevole sorpresa: la sua profondità unita alla semplicità di gioco mi ha conquistato più di quanto non mi sarei atteso. Peccato per l’assenza dell’italiano (almeno scritto) che potrebbe impedirne la diffusione qui da noi, ma a parte questo merita sicuramente di essere giocato.

The Precinct è disponibile dal 13 maggio 2025 per PC (Steam ed EPIC), PlayStation 5, Xbox Series X|S.

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Nerdando in breve

The Precinct è un ottimo sandbox poliziesco ispirato ai classici degli anni ’80.

Trailer

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