Il 27, 28 e 29 marzo, nei cinema aderenti, troveremo Imagine Dragons: Live From The Hollywood Bowl (with the LA Film Orchestra), il film-concerto della nota band statunitense. Ben McKee (basso), Dan Reynolds (voce, chitarra e pianoforte) e Wayne Sermon (chitarra), con il contributo di Andrew Tolman (batteria, percussioni), intratterranno il pubblico in sala con oltre due ore delle loro canzoni, caratterizzate da una sonorità tutta nuova grazie alla collaborazione con la Los Angeles Film Orchestra. Più di quaranta artisti calcheranno contemporaneamente il palco dell’Hollywood Bowl, confezionando uno spettacolo inconsueto ma entusiasmante, distribuito in esclusiva nei cinema italiani da Nexo Studios.
Il concerto al cinema
Prima di vedere Imagine Dragons: Live From The Hollywood Bowl, non avevo mai visto un concerto al cinema. In compenso mi piacciono molto le canzoni degli Imagine Dragons, che ascolto da quando frequentavo il liceo (periodo in cui riuscivo ancora a ritagliarmi del tempo per suonicchiare la tastiera, sulla quale mi divertivo a strimpellare Radioactive). Mai stata una brava musicista, solo un’entusiasta suonatrice di musiche che per fortuna hanno sentito solo i muri di casa e le orecchie di mamma.
Proprio per questa ragione, sono andata all’anteprima stampa piena di curiosità e un po’ di emozione, pronta a godermi due ore di musica nota e nuova al tempo stesso. Posso dire di esserne uscita entusiasta e anche un po’ commossa: in due occasioni, infatti, Reynolds ha condiviso storie dense di emotività che amplificano il significato di Walking the wire e It’s time.
Durante le quasi due ore, sullo schermo vediamo susseguirsi circa venti canzoni fra le più iconiche della band, tutte ri-arrangiate personalmente dal direttore d’orchestra Inon Zur. Uno spettacolo coinvolgente e musicalmente vario, con tanti archi e ottoni che colorano i suoni di tanti timbri differenti, lasciando spazio saltuariamente a qualche assolo di violino, violoncello e percussioni.
Un vantaggio dei concerti ripresi e proiettati, anziché vissuti dal centro-calca, ho poi scoperto essere quello della prospettiva. Per esempio, durante Radioactive, l’inquadratura si allarga rivelando l’Hollywood Bowl come un cuore rosso e pulsante, stagliarsi dal centro della trafficata notte statunitense. La grande strada intasata di luminose e sfreccianti vetture, accanto alla conchiglia vibrante, aumenta l’immagine circolatoria del quadro, creando un insieme organico e sinfonico di cui difficilmente ci si accorge stando in mezzo alle cose. E credo che questo sia il succo di ciò che mi son portata a casa dal cinema: un’esperienza immersiva e coinvolgente, che però ti ricorda di essere parte di un mondo più ampio.
In conclusione
Come la visione di Imagine Dragons: Live From The Hollywood Bowl mi ha ricordato, in un modo o nell’altro alcune loro canzoni si sono inaspettatamente legate a certi momenti della vita: pensate a Whatever it takes, celebre hit del 2017 utilizzata come base per i meme su cui svettava Mario Draghi in uno dei suoi discorsi durante il lockdown. Oppure a Enemy, che nel 2021 è stata diffusa come opening ufficiale di Arcane, la serie d’animazione Netflix ambientata nell’universo di League of Legends.
Molte persone magari li hanno intercettati grazie a Not today, che nel 2016 si è consolidata come parte della colonna sonora di Io prima di te, pellicola romantica e drammatica con Emilia Clarke e Sam Claflin. E poi, come spesso fa la musica, magari in tanti fra voi hanno legato una loro canzone a un momento personale della propria vita: uno fra i miei è connesso a Believer, uscita nel 2017 e tutt’oggi usata dalla personal trainer di un corso che frequento in palestra come base su cui fondare un intenso esercizio per allenare i tricipiti. Forse non il modo migliore per ricordare una canzone, ma tant’è.
Di base, comunque, consiglio la visione soprattutto se avete voglia di prendervi un momento di pausa dalla frenesia del quotidiano per concentrarvi sull’ascolto puro: le canzoni non accompagnano uno spettacolo ma lo costituiscono e band, Orchestra e comparto video la sostengono nel suo ruolo da protagonista. Un’esperienza insolita, come dicevo, che son però molto contenta di aver potuto fare.
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