Un personaggio iconico
Batman è un personaggio iconico a tutto tondo, non solo nel panorama fumettistico ma anche televisivo, cinematografico e della cultura pop in genere. Tra i personaggi del suo universo narrativo, uno dei più amati -nonostante risulti cattivissimo- è senz’altro Joker, vera e propria nemesi del Cavaliere Oscuro.
Conosco principalmente Batman grazie alle rivisitazioni cinematografiche che ne ha fatto Tim Burton, con le quali sono cresciuta, e poi grazie alla visione -sempre filmica- di Christopher Nolan e alle avventure a cartoni animati dell’Uomo Pipistrello.
Solo da adulta ho recuperato alcune delle storie a fumetti di quello che, su pagina, mi è sempre apparso come un mondo decisamente troppo cupo, violento e disperato per i miei gusti.
Dopo aver letto Il lungo Halloween qualche anno fa, è arrivato per me il momento di recuperare due delle storie più famose di Batman, entrambe incentrate sull’antagonista Joker: The Killing Joke e L’uomo che ride. Inutile dire che, come mi aspettavo, sono rimasta profondamente colpita dalla lettura.
Le due storie
The Killing Joke è una storia di cui avevo sempre sentito parlare in maniera entusiastica. Non a caso, gli autori sono Alan Moore ai testi e Brian Bolland ai disegni, entrambi garanzia di grandissima qualità. Lo stile narrativo di Alan Moore, in effetti, si presta bene al personaggio del Joker ed era però anche il motivo per cui ho aspettato tanto a leggere The Killing Joke: l’autore britannico dà spesso vita a storie spietate e non mi sentivo mai davvero pronta ad affrontare questa. In realtà, non lo ero nemmeno adesso, The Killing Joke è davvero pesante da metabolizzare, in particolare per la gratuità delle riprovevoli azioni del suo protagonista-antagonista.
Ci troviamo a ripercorrere le potenziali origini del Joker, oscillando tra ricordo e follia. Ne viene fuori un ritratto affascinante e spaventoso, che tiene incollati alla pagina.
Il volume che ho letto conteneva una seconda storia, altrettanto iconica: L’uomo che ride, scritta da Ed Brubaker e disegnata da Doug Mahnke. Devo fare coming out: io sono una grandissima fan di Brubaker e del suo modo di creare storie. L’uomo che ride non fa certo eccezione, accentuando gli aspetti noir e introspettivi in una storia che reimmagina le prime apparizioni di Joker, quelle in cui si delinea il suo rapporto con Batman e con il futuro Commissario Gordon.
Anche in questo caso, la lettura non lascia indifferenti ma conquista e avvince regalando nuova linfa a un personaggio dalle potenzialità infinite, del quale si può tratteggiare ogni volta una sfumatura nuova e inedita.
DC Pocket Collection
Ho letto Batman: The Killing Joke nell’edizione DC Pocket Collection di Panini Comics, che sta ripubblicando alcune delle storie più famose di sempre in formato tascabile e a prezzo contenuto (ciascun volume è presentato al prezzo di 9,90€).
È l’occasione perfetta per riscoprire grandi classici del fumetto DC (o, come nel mio caso, per scoprirli per la prima volta) in un’edizione compatta che non rinuncia alla grande qualità.
Batman: The Killing Joke presenta, oltre che alle due storie, anche interessanti prefazioni e postfazioni, e degli intermezzi di approfondimento.
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