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L’orologio dell’Apocalisse – A che ora è la fine del mondo?

Orologio dell'Apocalisse

Quanto manca all’Apocalisse?

Di che si tratta

No, non siete davanti a un pezzo che vi racconta la genesi della famosa canzone di Luciano Ligabue (o dei REM, di cui è la cover). L’argomento, però, è molto vicino ai due brani, perché anche in questo caso parliamo di fine del mondo.
L’orologio dell’Apocalisse, infatti, rappresenta proprio un metaforico countdown per l’estinzione della vita per come la conosciamo.

L’orologio dell’Apocalisse è un’iniziativa ideata nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, di cui è diventato anche il logo grafico.
Si tratta di una rappresentazione grafica in forma di orologio che misura il pericolo di una possibile fine del mondo.
La mezzanotte rappresenta l’Apocalisse e i minuti a cui vengono fissate le lancette rappresentano la distanza ipotetica dal disastro.

In origine, essendo nato durante la Guerra Fredda, l’evento catastrofico della mezzanotte corrispondeva unicamente a una possibile guerra atomica. A partire dal 2007, invece, la mezzanotte corrisponde a qualunque tipo di evento che possa infliggere danni irrevocabili all’umanità, come ad esempio i cambiamenti climatici.

Come nasce

La storia dell’orologio dell’Apocalisse inizia, come abbiamo detto, nel 1947, quando gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists decidono di trasformare la loro pubblicazione da semplice newsletter a periodico a cadenza regolare.
È il cofondatore della rivista, Hyman Goldsmith, a commissionare all’artista Martyl Langsdorf il disegno dell’orologio, che appare per la prima volta sulla copertina della rivista nel numero di giugno del 1947.
Da allora, l’orologio sarà sempre presente sulla copertina della rivista, per subire poi nel 2007 un restyling grafico ad opera del designer Michael Bierut.

Lo spostamento delle lancette

Quando è stato creato nel 1947, l’orologio dell’Apocalisse è stato impostato alle 23.53, sette minuti alla mezzanotte. Era l’epoca della Guerra Fredda e il pericolo di un conflitto nucleare veniva percepito come estremamente concreto.
Da allora, le lancette sono state spostate 23 volte a cadenza più o meno annuale, in genere tra la metà e la fine del mese di gennaio.

Lo spostamento delle lancette dell’orologio dell’Apocalisse, quindi, non avviene in tempo reale rispetto agli eventi del momento ma tiene conto di tutte le possibili criticità e minacce alla sopravvivenza del genere umano.
Dal 1947 a oggi abbiamo visto avvicinarsi o allontanarsi l’ipotetica mezzanotte, in genere di pochi minuti. Il momento in cui l’ipotesi del disastro è stata più lontana è stato il 1991: la Guerra Fredda era finita e l’orologio è stato impostato alle 23.43. Sarà la distanza massima dalla mezzanotte mai raggiunta.

E il momento in cui la catastrofe sembra essere più vicina? Purtroppo è proprio il 2025: l’orologio dell’Apocalisse segna, in questo anno, 89 secondi alla mezzanotte. È il dato più preoccupante mai registrato, ancora di più dei 90 secondi indicati nel 2023 e i 100 secondi del 2020.

La cultura di massa

L’orologio dell’Apocalisse, nonostante cerchi di indicarci una minaccia decisamente da prendere sul serio, è stato anche d’ispirazione in numerosi contesti culturali.
Il mondo della musica, in particolare, ha tratto spesso spunto da questa iniziativa. Tra gli artisti che hanno dedicato canzoni al fenomeno possiamo ricordare gli Iron Maiden, Sting, i Linkin Park (no, non Ligabue o REM: in quel caso la fonte di ispirazione è il celebre scherzo radiofonico di Orson Welles con La Guerra dei Mondi).
Ma anche cinema, TV, fumetto e letteratura hanno tenuto conto dell’esistenza dell’orologio dell’Apocalisse, che appare nella serie a fumetti Watchmen, in un racconto di Stephen King e anche in un episodio di Doctor Who.

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