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Flint: Treasure of Oblivion – Tutti all’arrembaggio col Capitano Flint!

Qualcuno ha forse detto “pirati”?

Introduzione

Oh che bella vita, che bella vita davver, la vita del bucanier – così cantavano i pirati nel cartone animato Disney di Peter Pan e concorderete con me che le storie di pirati e tesori hanno sempre un loro fascino. Infatti, sebbene i pirati siano noti per la loro crudeltà, sono talmente liberi dai vincoli della società che fanno desiderare anche all’uomo qualunque di mollare tutto e salpare per i mari vivendo avventure incredibili.

Proprio facendo leva su questo desiderio di libertà, molti romanzi, film e videogiochi ci hanno fatto sognare ad occhi aperti portandoci nelle isole tropicali dove avvenivano le principali avventure piratesche, basti pensare a un libro come L’Isola del Tesoro, che ha dato vita a uno dei pirati più noti e temibili: Long John Silver; oppure alla saga di Pirati dei Caraibi con il suo iconico Capitan Jack Sparrow.

Tra gli altri pirati celebri nati dalla penna di Stevenson troviamo anche il Capitano James Flint, il quale è il principale protagonista del videogioco sviluppato da Savage Level di cui vi voglio parlare – Flint: Treasure of Oblivion.

Una delle cose più fighe di questo gioco sono i dialoghi che appaiono di volta in volta sullo schermo sotto forma di vignette

Recensione

Flint: Treasure of Oblivion è un GDR tattico con combattimenti a turno, che vi catapulta negli anni d’oro della pirateria indossando i panni del famigerato capitano Flint.

Tutto ha inizio con un naufragio che coinvolge il capitano Flint e la sua ciurma. L’unico che sembrerebbe sopravvissuto insieme a lui è il suo secondo, il fidato Billy Bones (anche lui personaggio de L’Isola del Tesoro). I due sopravvivono alla fame e alle onde e vengono tratti in salvo da una nave francese. Quello di Flint, tuttavia, è un volto ben noto alla legge e i due pirati finiscono in prigione.

In galera, Flint incontra un anziano detenuto che gli dà tutte le indicazioni per trovare un enorme tesoro. L’avidità del pirata è stuzzicata e la ricerca di questo misterioso bottino sarà ciò che ci spingerà all’avventura e a infrangere ancora una volta la legge.

Dal punto di vista narrativo la storia si dimostra piuttosto coinvolgente e ha tutto quello che ci si aspetterebbe da un’avventura di pirati: tesori nascosti, combattimenti sia a terra che a bordo delle navi, assalti e viaggi in isole meravigliose dai paesaggi tropicali.

Uno degli aspetti che mi ha colpito maggiormente e ho apprezzato di più, sia dal punto di vista visivo che narrativo, è stata senza alcun dubbio la commistione tra videogame e fumetto. I dialoghi e le scene clou sono infatti riportati attraverso vignette che compariranno di volta in volta, con baloon al posto dei box di testo che appariranno anche mentre esploriamo le bellissime ambientazioni.

Screenshot della mia partita, come si può vedere il gioco è localizzato anche in italiano

Alla bellezza visiva delle vignette si aggiunge quella delle carte che rappresentano i personaggi giocabili e degli oggetti utilizzabili in combattimento. Le carte sembrano dei veri e propri dipinti del Settecento e sono ricche di dettagli.

Altrettanto dettagliati sono gli ambienti che andremo ad esplorare, tuttavia, l’esplorazione in sé risulta molto limitata in quanto non potremo interagire con i numerosi npc che popolano i differenti luoghi che visiteremo e dovremo perlopiù seguire percorsi obbligatori legati agli obiettivi. Inoltre, per una persona come me che ha un senso dell’orientamento pessimo, è  difficile comprendere dove effettivamente andare in quanto le mappe sembrano avere più una funzione estetica che pratica, dal momento che non sono presenti indicatori di posizione e pertanto ho dovuto procedere a tentativi per arrivare nel luogo giusto.

Gameplay

Passiamo invece a parlare del gameplay. Ho provato questo gioco sia usando un controller sia con mouse e tastiera e la differenza è piuttosto netta. Nella parte esplorativa del gioco sicuramente risulta più comodo il controller in quanto permette di muoversi liberamente , mentre in mancanza di esso potremmo muoverci solo utilizzando il mouse, in quanto i tasti direzionali non possono essere usati.
Durante i combattimenti, tuttavia, il controller rischia di essere più impreciso e un piccolo errore potrebbe essere fatale, pertanto anche se si rischia di perdere oggetti nascosti consiglio di usare fin dall’inizio il mouse.

Il combattimento è a turni e ciascun personaggio può muoversi di un tot di caselle esagonali. Sul lato sinistro troviamo le abilità che potremo usare in combattimento o gli eventuali oggetti di cura/potenziamento; mentre sotto il ritratto del personaggio selezionato troviamo invece le armi che possiamo utilizzare.

I combattimenti sono a turni e si caratterizzano per essere eseguiti attraverso dei lanci di dadi. In base al personaggio e all’arma usati, i dadi lanciati avranno un numero diverso di facce, quindi se vi manca lanciare dadi da quando avete finito Baldur’s Gate 3 magari questo gioco fa al caso vostro.

Altro aspetto particolare di questo titolo è l’aumento di livello dei personaggi che è possibile solo distribuendo tra i vari membri dell’equipaggio i tesori che troviamo.

Prima di ogni scontro possiamo scegliere con quali membri della nostra ciurma combattere. Una buona organizzazione è la chiave della vittoria, ma se uno dei personaggi principali dovesse morire durante il combattimento allora saremo costretti a ripeterlo scegliendo eventualmente se tornare alla fase di preparazione dell’equipaggio che anticipa la battaglia.
I combattimenti nel complesso risultano abbastanza equilibrati e stimolanti da affrontare, anche se sembrano più basati sulla fortuna dei tiri piuttosto che su una vera e propria strategia.

Nella sezione ‘Ciurma’ possiamo gestire il nostro equipaggio assegnando armi e oggetti di cura oltre a spartire i tesori per far aumentare di livello tutti

Conclusione

Flint: Treasure of Oblivion sicuramente non eccelle come videogioco tattico, tuttavia riesce a distinguersi per le sue particolarità visive e per l’ottima rappresentazione del mondo piratesco, il che lo rende adatto agli appassionati del genere. La narrazione, anche se intervallata dai numerosi combattimenti, è sicuramente uno degli aspetti che rende questo videogioco degno di essere giocato, nonostante qualche imperfezione nel gameplay.

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Nerdando in breve

Flint: Treasure of Oblivion è un GDR tattico adatto per chi ama le storie di pirati, i combattimenti a turni e i tiri di dadi.

Trailer

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