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NerdandoSu Robert L. Stevenson: La vita e gli scritti

Robert L. Stevenson è stato un creatore di mondi che hanno ispirato e continuano a ispirare ancora oggi che sono passati 170 anni dalla sua nascita. Nerdando vuole celebrare la ricorrenza parlando delle sue opere e le sue trasposizioni. Oggi vi parliamo della sue opera letteraria.

La vita

Robert Louis Stevenson nacque a Edimburgo il 13 novembre 1850, figlio di un progettista di fari (mestiere in via d’estinzione direi). Di salute cagionevole, per motivi di salute e per via del lavoro del padre era spesso in giro per il Regno Unito e in Francia. Qui conobbe Fanny Van de Grift Osbourne, vedova americana di dieci anni più grande di lui. Quando lei tornò negli Stati Uniti, Stevenson la raggiunse in un viaggio che quasi lo uccise fino a San Francisco e si sposarono in America, salvo poi tornare nel Regno Unito.

Per via del fisico sempre più malato, Stevenson passò quasi due anni praticamente costretto a letto in casa a Bournemouth, dove si era trasferito con la moglie Fanny. Lì scrisse la maggior parte delle opere che lo consegnarono all’immortalità come L’isola del tesoro, Lo strano caso del dottor Jekyll & mister Hyde, Rapito e La freccia nera.

Una volta ristabilitosi, decise di trasferirsi nuovamente negli USA e visse per un periodo nelle montagne dello Stato di New York prima di un viaggio verso le isole dell’Oceania, dove si stabilirà fino alla morte avvenuta nel 1894 a Samoa.

Vera e propria celebrità dell’epoca, Stevenson con il tempo fu relegato alla narrativa avventurosa e per ragazzi, che è un po’ il motivo per cui tutti noi abbiamo letto da ragazzini L’isola del tesoro, ma che è costata a lui una reputazione postuma abbastanza bassa, quasi da autore minore.

Come per tante cose, ovviamente il tempo sana tutto e oggi viene giustamente riconsiderato per il grande scrittore che era. Non solo per la sua immaginazione, ma anche per il suo stile. Non solo per i suoi romanzi d’avventura ma anche per i suoi numerosi saggi che sono delle riflessioni sulla politica e la società dell’epoca e le raccolte di racconti in cui spiccano Le nuove Mille e una notte.

Gli scritti

I suoi scritti, oltre ad essere ancora oggi letti e amati – e scusate se è poco per uno morto due secoli fa – hanno ispirato una fetta consistente del nostro immaginario collettivo.

L’iconicità dei pirati, la loro iconografia viene tutta da L’isola del tesoro. Pirati dei Caraibi? Senza Long John Silver non sarebbero mai esistiti. Ma nemmeno i pirati di Salgari. Niente Jack Sparrow, ma nemmeno Sandokan e il corsaro nero. Anche la recente e acclamatissima serie Black Sails è prequel del libro di Stevenson. Segno che anche oggi quando si vuole fare qualcosa sui pirati, bisogna confrontarsi con l’eredità di Stevenson.

Fuori dai pirati non si può non parlare dell’enorme influenza che ha sempre esercitato Lo strano caso del dottor Jekyll & mister Hyde. Anticipò di parecchio alcuni elementi psicanalitici legati al doppio, creò un personaggio – ok due personaggi – iconico in un’atmosfera incredibilmente suggestiva, ispirata alla sua Edimburgo, sebbene il romanzo sia ambientato a Londra. Il tutto in un romanzetto di poco più di 100 pagine.

Al di fuori delle trasposizioni dirette, senza la dualità di Jekyll e Hyde non esisterebbero né Hulk né Satanik. Anche Due Facce non sarebbe lo stesso personaggio. Ovviamente Hyde compare direttamente ne La Lega degli straordinari gentlemen, che a differenza del film è un fumetto fantastico.

Le influenze

Gli altri suoi romanzi storici come Il signore di Ballantrae o Rapito sono dei classici della letteratura scozzese e sono considerati cruciali per definire l’identità storica scozzese.

Le sue influenze sono arrivate anche nei posti più impensabili. I suoi saggi sulla vita in Polinesia affascinarono per anni un giovane fumettista italiano, Hugo Pratt. Non è un caso che la prima avventura di un suo certo personaggio, Una ballata del mare salato, sia ambientata proprio in Polinesia. Pratt ha sempre ammesso l’amore per Stevenson, a inizio carriera disegnò pure degli adattamenti de L’isola del tesoro e Rapito e nel suo libro-reportage sui suoi viaggi Avevo un appuntamento scrisse parole molto appassionatamente su Stevenson, di cui visitò la tomba a Samoa.

Insomma, Stevenson il suo posto nell’immortalità letteraria l’ha acquisito da tempo. Il successo in vita si è tramutato in un duraturo apprezzamento in morte. È diventato con gli anni un classico senza tempo, uno di quelli autori letti a tutte le età e latitudini, molto più di tanti scrittori più osannati e considerati dalla critica di lui.

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