Recensione
Comincio ponendovi una domanda: secondo voi, siamo soli nell’Universo? Se lo chiedete a me, vi rispondo che è altamente improbabile: ma avete presente quanto è vasto, lì fuori? Ma vi pare che la serie di circostanze che ha portato alla nascita della vita su questo sferoide azzurro possa essersi concretizzata solo qui?
Non ne abbiamo mai avuto conferma, e le tracce di qualcun altro le stiamo cercando da tempo: chissà se prima o poi qualcuno si farà sentire! Ma qui sulla Terra, cosa si fa concretamente per capire se lì fuori c’è qualcuno pronto a parlarci? Si esplora lo spazio, si cerca di scoprire l’esistenza di mondi remoti, si cercano prove per capire da dove proviene la vita sulla Terra, e poi c’è il SETI. Copio da Wikipedia: “SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), è un programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre, abbastanza evoluta da poter inviare segnali radio nel cosmo.”
Affascinante, vero? Stesso pensiero deve averlo fatto Tomáš Holek, esordiente autore di questo SETI: Ricerca di Intelligenza Extraterrestre, una delle uscite più chiacchierate e di successo della ultima Essen Spielmesse, pubblicata da CGE ed arrivata in italiano grazie alla solerzia di Cranio Creations.
Da grande appassionato di esplorazione spaziale, potevo forse privarmene, dopo tutta la salivazione provocata dalle stupende immagini che vedevo in rete? Nossignore, perciò oggi vi beccate questo sproloquio, che vi dico se SETI è un bel gioco, e perché.
Materiali
Stavolta parliamo per prima cosa dei materiali, perché SETI, da questo punto di vista, è un vero spettacolo per le mani e per gli occhi.
Innanzitutto, dentro la scatola dal peso considerevole c’è tutta questa roba (cortesia del sito di Cranio):
- ELEMENTI IN CARTONE
sistema solare con anelli rotanti
plancia tecnologia
plancia pianeti
4 plancette da 2 settori con stelle vicine
5 plance aliene
4 plance giocatore a due livelli
48 tessere tecnologia
4 tessere punteggio oro a doppia faccia
60 fra crediti e segnalini energia
33 segnalini e tessere delle specie aliene
24 tessere obiettivo del solitario
vari altri segnalini minori - CARTE (216)
138 carte progetto
4 carte rendita iniziale
55 carte aliene
19 carte azione del solitario - PEDINE IN LEGNO RE-WOOD (160)
32 sonde
120 segnalini giocatore
4 segnalini pubblicità
4 segnapunti - PEDINE IN PLASTICA RE-PLASTIC (71)
1 sole
70 segnalini dati - ELEMENTI IN CARTA
regolamento
fogli riassuntivi degli alieni
schede aiuto giocatore
Ovviamente, una volta dispiegata la plancia (sconsigliati tavoli piccoli), la parte del leone la fa il sistema solare rotante con al centro il Sole, che ho già visto pimpato sul web con un piccolo LED e che, da solo, mette una voglia assurda di giocarlo.
Tutti i componenti in cartone sono belli robusti, ben illustrati e persino dual-layer per quanto riguarda le plance dei giocatori; l’assemblaggio è semplice e ben spiegato sul manuale.
Le carte, vero cuore del gioco, sono molte, tutte diverse, ispirate a vere missioni spaziali e conquiste tecnologiche e sono illustrate in modo delizioso: l’ambientazione è evocata anche dalle frasi (scritte minuscole, purtroppo) in fondo, non perdetevele!
Le pedine hanno una particolarità: i materiali, Re-Plastic e Re-Wood provengono dagli scarti delle lavorazioni, rispettivamente, di plastica e legno: una scelta più ecosostenibile che ci fa solamente piacere. Il risultato non è male, per il re-wood l’effetto è quello della stampa in 3D; io mi sono innamorato dei segnalini dati, che sembrano delle caramelle balsamiche per informatici, stupende.
Non posso non lodare, inoltre, la scheda di aiuto per il giocatore: penso che sia una delle migliori che mi siano mai capitate, perfette da consultare e davvero complete. Fatele tutte così!
In definitiva, per quanto riguarda la parte visiva e tattile, SETI è una vera e propria festa. Apparecchiato accentra su di sé molta attenzione, e movimentare tutto questo ben di dio aumenta senza dubbio il divertimento al tavolo.
Il prezzo, per tutta questa roba, è congruo con quelli dell’attuale mercato: la scatola è bella piena di roba e pesante, non ci si può lamentare, credo.
Meccaniche
Se dal punto di vista puramente fisico SETI è uno spettacolo, vediamo com’è dal punto di vista giocoso.
Si tratta di un eurogame (o german, che dir si voglia) che si gioca da 1 a 4 giocatori, per una durata media di 40 minuti a giocatore; una volta di fronte alla stupenda plancia, che rappresenta il sistema solare e anche qualcosina in più, ci toccherà accumulare più punti di tutti gli altri per pervenire alla vittoria.
SETI permette una discreta libertà di azione al giocatore, ciononostante non si tratta un cinghialone indigeribile, pur lasciando un lieve senso di smarrimento al primo impatto.
Nei panni di un’agenzia spaziale intenta a cercare tracce aliene nello spazio, avremo la possibilità di lanciare sonde, farle orbitare intorno ai pianeti, farle atterrare, scansionare settori di spazio per studiare le stelle vicine, analizzare i dati in nostro possesso e, ovviamente, studiare nuove tecnologie per migliorare come facciamo tutto questo. Se vi sembra tanta roba da fare, sì, effettivamente lo è, ma una volta compreso il funzionamento di base il gioco scorre abbastanza naturalmente, anche se la durata delle prime partite può sembrare leggermente eccessiva. Non mi dilungherò affatto nel descrivervi tutte le regole nel dettaglio, poiché non posso ambire a sostituirmi ai tutorial in rete o al manuale; mi interessa piuttosto restituirvi le mie impressioni scaturite dalle partite che ho giocato.
Innanzitutto, non fatevi ingannare: SETI è un gioco principalmente card-driven, e senza sfruttare la mano di carte a nostra disposizione non si va da nessuna parte. Tali carte (che ciclano abbastanza velocemente) ci permettono, giocandole, di tirar fuori il vero potenziale dai nostri turni, con azioni gratis, missioni da completare, bonus a fine partita e combo altrimenti inattuabili nei cinque round che il gioco ci concede per agire. All’inizio sembra tutto strettissimo, ma la crescita è esponenziale e, avanzando, trarremo grande soddisfazione nell’inanellare azioni e combo: lo scorrere del gioco regala a mio avviso belle sensazioni e lascia la voglia di provarlo e riprovarlo per fare nuove cose.
Alcune scelte mi sono piaciute tematicamente molto, come ad esempio l’ottenere la pubblicità come risorsa dal visitare i pianeti, per poi utilizzarla come valuta per farci avanzare tecnologicamente: il ritorno di immagine è un fattore fondamentale per farsi finanziare la ricerca, ed è importantissimo far capire a tutti quanto la ricerca spaziale aiuti nella vita di tutti i giorni. In generale ho trovato SETI molto azzeccato dal punto di vista tematico, e le azioni e le carte sono correlabili alla realtà. Non il classico germanone asettico, ma un gioco che sa restituire un feeling, insomma.
Le carte sono molte, ma non pensiate che tutto ciò implichi che le pesca di queste (e di conseguenza il fattore casuale) governi il gioco: come dicevo, ciclano parecchio e si trova sempre qualcosa di utile, magari leggermente differente o che apre nuovi orizzonti. I punti, in SETI, piovono da qualsiasi lato, quindi non c’è da scoraggiarsi, a meno di fare assoluti disastri non credo si possa uscire di partita troppo presto. Parlando di fattore casualità, non posso esimermi dal citare la rotazione del sistema solare, che alcuni giocatori descrivono come fonte di alea insopportabile; io, dal canto mio, non l’ho trovato un difetto, anzi, ma comprendo che ciò possa infastidire i maniaci del controllo assoluto.
Ad un certo punto della partita, SETI introduce un colpo di scena: infatti, quando gli alieni saranno finalmente scoperti, essi introdurranno nuove regole e nuove possibilità di intascare una grande quantità di punti, tramite nuovi componenti e nuovi modi di giocare. Le specie aliene contenute nel gioco sono cinque ma se ne scoprono al massimo due a ogni partita, ciascuna con le sue peculiarità e le sue meccaniche: anche grazie a questa idea, la longevità si attesta su ottimi livelli.
SETI include anche una modalità in solitario, gestita tramite carte automa, con quattro diversi livelli di difficoltà: funziona molto bene, è super sfidante e anche abbastanza semplice da gestire; se nessuno vuole esplorare lo spazio con voi, nessun problema nel farlo da soli!
Sì e No
- Sì: dal punto di vista tattile e visivo, è uno spettacolo
- Sì: il sistema di gioco regala grande soddisfazione
- Sì: il tema è bello e si sente
- No: la durata delle prime partite può essere un pelo troppo lunga
- No: all’inizio la libertà d’azione può spaventare
- No: le frasi nelle carte sono scritte con un carattere troppo piccolo!
Conclusioni
SETI è un titolo che, una volta conclusa la partita, ti lascia la voglia di rigiocare e di migliorarti. Tante strade da seguire, tanti modi di fare punti: se tutto questo all’inizio può lasciare un po’ spaesati, man mano che si comincia a padroneggiare il gioco diventa una virtù, invogliando a provare e riprovare, e non solo per scoprire come ciascuna specie aliena modifichi il gioco a modo proprio.
Un titolo certamente per giocatori non di primo pelo, ma nemmeno eccessivamente cinghiale, che può dare grandi soddisfazioni agli amanti del tema, ben rispettato sia graficamente che nelle meccaniche, e a quelli che cercano un gioco dal peso medio corposo ma non complicato. Si consiglia una prima partita di rodaggio.
SETI si è confermato degno dell’hype che si portava dietro dallo Spiel? A mio avviso sì, mi sono divertito, mi ha lasciato una forte voglia di riprovarlo ed è uno spettacolo da vedere al tavolo. Fossero tutte così le opere prime!
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Nerdando in breve
SETI: Ricerca di Intelligenza Extraterrestre ci sfida a studiare lo spazio alla ricerca di forme di vita extraterrestri. Non è bellissimo tutto ciò?
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