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A Night on the Farm – Attenti alle pannocchie

Recensione

Amanti degli horror minimalisti con gusto retrò? Allora ho la ricetta bucolica che fa al caso vostro.
Parliamo di A Night on the Farm, un gioco puzzle investigativo in cui a farla da padrone saranno le atmosfere inquietanti e lugubri che ci accompagneranno durante la (breve) esplorazione di una fattoria abbandonata in un mare di granturco.

Trama

Per un titolo del genere, senza componente action, dedicato interamente alla risoluzione dei puzzle, una solida base narrativa è d’obbligo.
La scelta ricade sull’esplorazione spasmodica di frammenti di informazioni, reperibili nelle poche location del titolo e che, messe tutte assieme, ci daranno un po’ l’idea di cosa sia successo agli abitanti della fattoria.

Ma andiamo con ordine: il nostro protagonista (senza volto, senza voce), ha un incidente in auto nel bel mezzo del nulla cosmisco. Non avendo idee migliori, scende dall’auto e trova una fattoria apparentemente abbandonata. Colti dal sacro furore dell’esplorazione, andremo ad impersonare questo novello Sherlock spulciando anfratti dimenticati, campi di grano, case, camere da letto le cui porte sono chiuse da chiavi magnetiche (sic!) e altre amenità che non vi svelo per non spoilerare.

Gameplay

A Night on the Farm è stato realizzato con il motore Unity dallo studio indipendente americano Frozen Flame Interactive che ha optato per uno stile pixellato che ricorda un po’ il primissimo Silent Hill.
L’esplorazione, in prima persona, è abbastanza lineare e nel mondo di gioco troveremo tanti oggetti con cui interagire, tantissimi collezionabili (per un titolo che si completa in un’ora) abbastanza ben nascosti senza essere frustranti da rintracciare, e tanti documenti da leggere (e ascoltare nell’ottimo recitato inglese).

I puzzle sono abbastanza lineari e, tutto sommato, cliccando un po’ ovunque prima o poi si riesce ad intuire come procedere: quali porte aprire e come e dove sono nascoste chiavi e tessere magnetiche per proseguire. Un po’ più di materia grigia è invece richiesta per intuire i codici segreti, ma niente che un’attenta lettura degli oggetti non riesca a svelare.

Comparto tecnico

Davvero pregevole, oltre allo stile grafico, l’accompagnamento sonoro che rende l’intera esplorazione permeata di ansia e paranoia. Se ve lo state chiedendo: non ci sono jumpscare, per mia e vostra fortuna. L’horror, in questo caso, è assicurato dall’ambientazione cupa e da una misteriosa presenza che farà capolino di tanto in tanto per manifestare la sua presenza osservando le nostre mosse (e le nostre scelte).

Personalmente ho trovato questo titolo azzeccato e godibile, un bel passatempo per una serata fredda ed uggiosa come quelle che ci aspettano a breve, senza eccessive pretese e con piccole sbavature tecniche nei comandi (che però non inficiano la godibilità del titolo).

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Nerdando in breve

A Night on the Farm ci fa vivere una notte di esplorazione in una fattoria inquietante.

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