Un amore a prima vista
Nel 1997 avevo dieci anni e tanta voglia di scoprire prodotti televisivi che parlassero, in qualche modo, di me e nei quali identificarmi. Nei miei pomeriggi i cartoni animati trasmessi da Mediaset erano un appuntamento fisso e, quell’estate, ne scoprii uno di cui mi sarei davvero innamorata: Magic Knight Rayearth.
Trasmesso in Italia con il titolo Una porta socchiusa ai confini del sole – e fortemente censurato – l’anime trattava di cavalieri e una delle protagoniste era una schermitrice: tanto mi bastava per appassionarmi immediatamente.
Approfondendo la visione, ho scoperto una storia originale e anticonvenzionale, più profonda della media delle serie animate a cui ero abituata: ai tempi non riuscii a vederla tutta ma, quasi trent’anni dopo, ho deciso di recuperarla per intero grazie al canale Anime Generation.
L’originale
Magic Knight Rayearth è un anime in due stagioni pubblicato in Giappone dal 1994 al 1996 e trasmesso poi in Italia nel 1997. La serie animata si basa sull’omonimo manga pubblicato a partire dal 1993 da CLAMP, un prolifico collettivo di autrici giapponesi.
La storia vede protagoniste Luce, Marina e Anemone (i nomi dell’adattamento italiano), tre quattordicenni in visita alla Tokyo Tower con le rispettive scuole. Una volta lì, le tre ragazze si ritrovano catapultate nel mondo fantastico di Cefiro e apprendono di essere destinate a diventare i Cavalieri Magici, evocati dalla Principessa Emeraude per salvare Cefiro dalla distruzione. La Principessa, infatti, è tenuta prigioniera da Zagato e solo i Cavalieri Magici potranno salvare la situazione. Ma sarà davvero così?
Magic Knight Rayearth si è rivelato un manga -e poi un anime- diverso da tutti gli altri e, a detta delle stesse autrici, di transizione per il loro stile generale. L’esperimento vede un trio di “ragazze magiche” che guidano giganteschi robot, elemento, questo, di solito abbinato all’universo maschile nell’immaginario comune. Non solo, nelle atmosfere generali ci sono diversi rimandi al mondo del gioco di ruolo, inseriti dalle autrici per avvicinare le lettrici alla storia.
L’elemento più originale, comunque, sta nel rovesciamento finale di prospettiva della prima stagione, che dà vita ad una conclusione diversa da tutte le altre, profonda e in grado di aprire una riflessione sui concetti di fato e sacrificio (finale che, ovviamente, non vi racconterò: guardate l’anime per farvi un’idea!)
Il rewatch
Non ho mai potuto leggere il manga di Magic Knight Rayearth (l’ultima ristampa italiana è del 2010 ma…mai dire mai!) e dell’anime conservavo solamente ricordi molto vaghi, peraltro dell’adattamento di Italia 1. A quasi trent’anni dalla prima messa in onda giapponese, ho deciso quindi di guardare le due stagioni che compongono la serie animata per intero e in ordine, in modo da prepararmi anche all’annunciato reboot proprio per festeggiare i primi 30 anni.
Riguardando Magic Knight Rayearth da adulta, devo ammettere di aver apprezzato in particolare la prima stagione: il finale, in particolare, mi ha molto colpito e l’ho trovato in anticipo sui tempi per essere un prodotto degli anni Novanta.
Nonostante la seconda stagione segua un filo conduttore che è diretta conseguenza della prima, l’ho trovata troppo concentrata sulle lotte spaziali e, per gusto personale, mi sono piaciute di più le atmosfere da gioco di ruolo del capitolo iniziale.
A non essere invecchiati di un giorno, comunque, sono i disegni: avevo adorato già da bambina lo stile grafico della serie e, oggi, l’ho amato una volta di più. E posso confermarlo: anche a distanza di trent’anni, la mia protagonista preferita resta indubbiamente Marina.
Il nuovo adattamento anime di Magic Knight Rayearth è stato annunciato proprio all’inizio di luglio: per ora non si sa molto, se non che rientrerà nell’ambito dei festeggiamenti per i 30 anni dell’anime originale. Sperando di poterlo vedere anche in Italia, per il momento non posso che consigliarvi un rewatch dell’originale: le due stagioni complete sono disponibili su Anime Generation.
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