Recensione
I mostri sono tornati e sono niente meno che quelli usciti dal cinema horror dei classici Universal. Parliamo di Dracula, la Mummia, Frankenstein (sì, perché all’epoca tutti credevano fosse il nome del mostro), la Creatura della Laguna Nera, L’uomo lupo e l’uomo invisibile.
In questo collaborativo portato in Italia da Ravensburger dovremo unirci ai nostri amici, trovare la strategia giusta per il mostro giusto, e liberare la città.
Meccaniche di gioco
Partiamo con lo scegliere la difficoltà del gioco, data dal numero di mostri che metteremo in campo. Per partite facili si consiglia di iniziare con una sola creatura, due per partite medie e tre o quattro per quelle davvero impegnative.
Ogni mostro ha una scheda che illustra le azioni da compiere per poter essere sconfitti: Dracula, ad esempio richiede che si distruggano tutte le sue bare nascoste in città, mentre la Creatura della Laguna Nera dovrà essere braccato, scovato e scacciato dalla città. A Frankenstein e signora, invece, sarà sufficiente “insegnare” cosa vuol dire essere umani; L’uomo lupo può e deve essere curato, mentre per la Mummia sarà necessario spezzare la maledizione.
Ogni giocare prende possesso di un personaggio specifico dotato di abilità personali uniche e un punto di partenza diverso sulla mappa. Lo stesso dicasi per i mostri, che inizieranno la loro partita in punti precisi, e per i normali abitanti, che avranno come obiettivo quello di raggiungere un’area sicura.
Col procedere della partita, quindi, la mappa si popolerà di sempre più pedine in movimento, ognuna con lo scopo preciso di: cacciare i mostri, uccidere gli umani, salvarsi la pelle.
Caratteristica interessante è l’asimmetria del gioco: i personaggi avranno un numero di azioni limitate differente e potranno svolgere tutte le azioni che vogliono, anche più volte la stessa, a patto di restare in questo limite.
Sono inoltre presenti carte “beneficio” con una lista di azioni personali che rendono unico il gameplay anche solo semplicemente scegliendo eroi diversi. Carte a consumo, ovviamente, ma reintegrabili “salvando” gli abitanti.
Ogni volta che un mostro cattura un cittadino o un giocatore, il tracciato dell’orrore aumenta di una tacca, e arrivati al settimo livello sarà game over. Stesso dicasi se le carte degli eventi finiscono, per cui dovremo lottare non solo contro i mostri, ma anche contro il tempo.
Si parte con la fase Eroi, in cui potremo spostarci sulla mappa, raccogliere e scambiare oggetti.
Passando alla fase mostri si estrae una carta dal mazzo apposito risolvendo tutti gli eventi: collocare nuovi oggetti, spostare i mostri e naturalmente attaccare. L’attacco avviene con il lancio di dadi che, di fatto, possono causare la perdita di oggetti o un viaggio di sola andata per l’ospedale.
Gli oggetti sono una parte cruciale del gameplay di Horrified: in base al colore (blu, giallo, rosso) avranno funzioni e utilizzi diversi. Questi oggetti possono essere raccolti e usati contro i mostri, e una volta usati finiranno nella pila degli scarti. Ogni oggetto ha inoltre un valore di potere e determinate azioni richiederanno un certo quantitativo di forza per essere compiute: questo vuol dire che il nostro eroe dovrà raccoglierne diversi o scambiarli con gli altri per avere abbastanza potenza di attacco. Ma gli oggetti sono utili anche a difendersi dagli attacchi dei mostri, anche perché è sufficiente subire un solo colpo per essere sconfitti, dover ripartire dall’ospedale e veder incrementare il Livello di Terrore.
La partita, quindi, può finire in due modi: se gli eroi sconfiggono tutti i mostri in gioco, hanno vinto ovviamente gli umani. Se invece il Livello di Terrore raggiunge il massimo o termina il mazzo dei mostri, saranno questi ultimi ad essere i vincitori. Sconfiggere i mostri sarà tutto fuorché banale: come detto ogni mostro ha le proprie caratteristiche, poteri e requisiti per essere abbattuti; tutti, però, richiederanno di completare una serie di azioni preliminari, prima di poter essere affrontati direttamente.
Materiali
Horrified si presenta molto bene sul nostro tavolo. Le miniature sono di buona fattura anche se avrei preferito averne una quantità maggiore, includendo se non tutti i cittadini, almeno gli Eroi, al posto dei classici token con stand in plastica.
La mappa, non eccessivamente vasta, si naviga bene e non occupa troppo spazio, è chiara e facile da utilizzare per spostare i vari elementi nell’area di gioco.
Buoni anche i materiali delle carte, che in un gioco del genere sono soggette sicuramente ad essere usate e sfogliate più e più volte.
Tutti i materiali sono ovviamente declinati in quel gusto da classico film Universal che permea l’intera scatola, per assicurarvi brividi retrò che vi accompagneranno per tutta la durata della partita.
Conclusioni
Grazie alla sua modularità, Horrified si presta ad essere giocato molte volte: la possibilità di modificare la tipologia e la quantità di mostri in campo dà origine a partite sempre diverse tanto per dinamiche quanto per difficoltà.
Le meccaniche sono semplici e consentono di padroneggiare il gioco fin dalle prime partite, che possono tranquillamente vedere al tavolo anche giocatori più giovani.
A proposito di gameplay, forse avrete pensato, leggendo la recensione, che Horrified si avvicini alle meccaniche di Pandemic, sia per la casualità degli eventi gestiti con i mazzi di carte che per i diversi benefici degli Eroi. Ebbene, ho pensato lo stesso, ma rispetto al grande classico (che pure adoro), qui c’è una marcia in più perché riduce l’effetto dell’alpha player grazie alla gestione autonoma della fase mostro, giocatore dopo giocatore. Inoltre c’è davvero moltissima flessibilità nella personalizzazione della partita anche se, ovviamente, la componente aleatoria resta prioritaria: la chiave di volta resta la capacità dei giocatori di adattarsi alle pesche sfortunate e al trasformarsi della mappa di gioco.
Personalmente ho trovato affascinante l’idea di mettere in campo i mostri del cinema horror classico, con creature saltate fuori dalle vecchie pellicole di Bela Lugosi e Boris Karloff. Forse sui giocatori più giovani non avrà la stessa presa, ma è innegabile che queste creature (che per il gusto moderno fanno anche un po’ sorridere) siano ancora pregne di un certo fascino immortale. Le componenti sono davvero ottime e ci calano alla perfezione nell’universo di gioco.
In conclusione è un titolo che consiglio a chi non si lascia spaventare dall’imprevedibilità del caso e a chi ha un gruppo affiatato, abituato a plasmare le proprie azioni turno dopo turno e in cui nessuno vuole emergere sopra gli altri. Sicuramente un titolo facile da imparare ma difficile da vincere, soprattutto se si schierano tre o più mostri.
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Nerdando in breve
Horrified ci fa rivivere i classici dei film horror Universal.
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