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Viaggiare insieme offre epicità a palate
Sea of Thieves è stato l’unico gioco mai disinstallato da quando è uscito e questo mi ha legato tantissimo al mondo dei pirati. Certo, posso aggiungere anche che sono cresciuto con le avventure di Guybrush Threepwood e capirete per quale motivo attendessi con curiosità Skull and Bones, ultimo lavoro di Ubisoft Singapore che trae origine dall’interessante, all’epoca, Assassin’s Creed IV: Black Flag.
Recensione
Lo sviluppo di Skull and Bones è stato molto travagliato e i continui rinvii della data di uscita mi hanno fatto preoccupare a più riprese e invece, dopo sette anni dal primo annuncio, il progetto è finalmente andato in porto (e questa frase, è perfettamente a tema). Ringrazio Ubisoft per avermi fornito la key che mi ha permesso di scrivere questo articolo.
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Il mio nome è Tencar e sono un temibile pirata
Gameplay e comparto tecnico
La trama di Skull and Bones è molto semplice e priva di mordente; nelle circa venticinque ore (minuto più e minuto meno) che impiegherete per finire la storia principale, verrete sballottati in giro per l’enorme mappa a portare a termine compiti che hanno a che fare con la pirateria come, per esempio, trasportare dei beni presso un’isola, assaltare un forte oppure abbattere una flotta; pur non brillando per originalità, sono molto divertenti da giocare, soprattutto in compagnia di altre persone anche se, purtroppo, la grandezza massima del gruppo è fissata a tre partecipanti.
C’è ovviamente spazio per tante quest secondarie, con un endgame che propone eventi PvE e PvP (o entrambi), la possibilità di creare una propria rotta commerciale per diventare sempre più ricchi e influenti ma, in tutto ciò, la più grande mancanza che ho notato è che il tempo passato sulla terraferma è davvero infinitesimale rispetto al resto e le azioni da compiere su ogni isola sono poche e si limitano al prendere nuove missioni, scambiare o vendere materiali, comprare progetti e costruire le navi e il loro equipaggiamento.
Ciò che mi ha divertito è la fase che oserei definire manageriale: scegliere la giusta nave, equipaggiarla con gli opportuni cannoni e i corretti oggetti di supporto per poi andare a completare le missioni in solo o, creando una sinergia con gli alleati, in compagnia.
Per quanto la navigazione sia parecchio viva, con la ciurma che canta e chiacchiera, ho trovato molto noioso andare semplicemente da un punto A a un punto B se la distanza è troppa e questo, in un gioco di pirati, è grave; anche il concetto di “stamina della nave”, che permette di andare più veloci ma solo per un piccolo lasso di tempo, è piuttosto strano.
Per quanto riguarda il lato tecnico, il motore grafico non è male ed è presente, tra le impostazioni, un’opzione dove scegliere se privilegiare la qualità e le prestazioni e, francamente, consiglio quest’ultima per avere un framerate stabile e non incorrere in fastidiosi rallentamenti che, in combattimento, possono causare problemi.
Il comparto sonoro è di alto livello con un’ottima selezione sia di musiche di sottofondo che di canti marinareschi.
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Il timone con i teschi è molto stiloso
Impressioni
Di solito, quando porto Skull and Bones sul nostro canale Twitch, la domanda che mi viene fatta spesso è “Sea of Thieves ha adesso un degno avversario?“, ma non rispondo perché ritengo siano due titoli diversi tra loro che non possono essere messi a paragone.
Il gioco mi ha intrattenuto bene nel corso della mia prova su Xbox Series X (è uscito anche su PC e PlayStation 5) ma sono costretto ad affermare che dà il meglio di sé in compagnia: la ripetitività delle quest, dopo qualche ora, si fa sentire e navigare per lunghe distanze è abbastanza noioso ma giunge in nostro soccorso, fortunatamente, il viaggio rapido tra avamposti. Ovviamente, se condividerete l’esperienza con altre persone, sarà tutto migliore perché, si sa, i pirati sono caciaroni e sanno come riempire i tempi morti e, volendo, potrete anche andare in supporto di altri/altre player casuali che vi chiederanno aiuto.
Sono soddisfatto del sonoro, ma ho trovato un po’ irritante il calo di frame nella modalità qualità che, con il mare in tempesta e molte navi a schermo, ha rischiato di farmi perdere un combattimento nel quale ero in vantaggio.
C’è parecchio spazio per il farming, per la creazione di nuove navi e armi che aumenteranno il livello dell’imbarcazione e per le quest che faranno invece avanzare il livello del pirata o della piratessa che andrete a interpretare, quindi avrete davanti a voi tante ore di gioco. Da qualche giorno, è partita anche la prima stagione, con annesso pass, che aggiunge qualche novità al titolo: se il progetto verrà supportato con costanza e saranno aggiunti, con il tempo, nuovi contenuti, sono certo che Skull and Bones resterà giocato per molto tempo.
Se amate, come me, i pirati e avete amiche e amici con cui creare un party, dategli una possibilità.
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Nerdando in breve
Skull and Bones è un buon gioco dedicato all’iconica figura dei pirati e che potrà (e dovrà) migliorare con un adeguato supporto.
Trailer
Contenuti
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