Inutile ribadirlo, ogni volta che ci avviciniamo ad un prodotto targato DC, soprattutto se legato alla Suicide Squad, c’è il rischio di entrare in un campo minato. Questa volta ce la vediamo con Suicide Squad: Kill the Justice League, ultima produzione Rocksteady che dopo i fasti della saga dei Batman “Arkham” – incredibile, se non ci avete giocato recuperatela – fa una sterzata verso un gameplay molto diverso e soprattutto un’atmosfera quasi agli antipodi.
Recensione
Il concetto della Suicide Squad, o più ufficialmente Task Force X, non ha bisogno di presentazioni. Quattro tra i peggiori criminali al mondo, ossia il letale Deadshot, lo stralunato Capitan Boomerang, il mastodontico King Shark e la sconclusionata Harley Quinn, sono stati chiamati all’opera dalla determinata Amanda Waller per fare fronte ad un’emergenza mai vista prima. Eh sì, perché il buon Brainiac, desideroso di ricreare le atmosfere del suo amabile pianeta d’origine sulla Terra, ha conquistato Metropolis e i suoi abitanti, rendendoli suoi fedeli schiavi.
E i supereroi – o metaumani, come vengono chiamati in DC? Beh, la maggior parte della Justice League è stata catturata da Brainiac e, ancor peggio, è stato fatto loro un lavaggio del cervello che li ha resi totalmente privi di freni inibitori e malvagi come non mai. Ed è qui che subentra il sottotitolo del gioco: saremo noi, la Suicide Squad, a dover uccidere i membri della Justice League per evitare che la Terra vada del tutto a rotoli.
Riuscirà questo gruppo di anti-eroi a risollevare le sorti del mondo e soprattutto a fermare le versioni malvage di Batman, Superman, Lanterna Verde e così via? Beh, tocca scoprirlo! Una piccola nota di colore: questo gioco è ambientato nell’universo della saga Batman Arkham, risultando essere una specie di “sequel”, tant’è che nelle prime fasi di gioco ci sarà una sezione che vi farà fare questo collegamento in una maniera decisamente carina. Alcuni dettagli potrebbero essere leggermente diversi, ma torna tutto.
Gameplay
Suicide Squad: Kill the Justice League è un titolo che viaggia a due velocità. Da un lato andiamo belli sostenuti con tutto ciò che riguarda i personaggi e la storia. Vi sembrerà infatti di essere dentro un film, con un cast di tutto rispetto e con un sacco di momenti totalmente folli e deliranti, proprio come ci si aspetta dalla Suicide Squad. Le situazioni sono esagerate e divertenti, i dialoghi senza senso – ma è perfettamente sensata come cosa! – e i personaggi sono ben caratterizzati, odiosi il giusto per amarli.
La storia, certo, riprende un po’ il filone dei “supereroi diventati cattivi” che abbiamo già visto diverse volte anche in ambito DC, però è sempre interessante vedere come sono stati resi. Confermo che Superman e Batman sono veramente intriganti, specie nel notare le differenze con la moralità e con le regole autoimposte che contraddistinguono la versione normale di questi personaggi.
Ma l’altra parte, che secondo il mio personale parere viaggia a una velocità inferiore, è proprio quella del gameplay. Abbandonato il vincente free-flow dei vari Batman Arkham, qui andiamo sul TPS dove dovremo brasare tutto ciò che ci si para davanti. Bello, ma alla lunga l’esperienza è un po’ ripetitiva, e ho sperimentato un po’ di confusione durante alcuni scontri. Metropolis è stata strutturata a mo’ di open world, cosa che avevamo già visto con Gotham nei precedenti capitoli, però qui la sensazione è che la città sia meno profonda. Questo si ripercuote sugli scontri, come dicevo prima, perché si tratterà di affrontare nemici che sono saliti sui vari tetti e quindi rimanere a terra ci renderà bersagli fin troppo facili.
Avremo a disposizione due armi da alternare, e un oggetto (o abilità) particolare che ci permetterà di muoverci “in tre dimensioni” nello spazio, cosa necessaria sia per un vantaggio tattico che per esplorare e raggiungere gli obiettivi delle varie missioni. I personaggi, proprio grazie a questi diversi dispositivi – jetpack per Deadshot, Guanto della Velocità per Capitan Boomerang, Bat Drone e rampino per Harley Quinn e una spiccata forza nelle gambe per il buon King Shark – rendono l’esperienza più varia, dato che sarà possibile in qualsiasi momento controllarne uno differente. Suicide Squad: Kill the Justice League, per evitare che vi “fossilizziate” su uno di essi, vi suggerirà di usare un determinato personaggio durante determinate missioni dandovi bonus extra e quindi motivandovi a vestire nuovi, puzzolenti panni.
Giocando a Suicide Squad: Kill the Justice League mi è tornato in mente Outlanders, con la possiblità di affrontare le missioni con altri 3 personaggi comandabili da bot oppure in multiplayer, cosa che sicuramente migliora l’esperienza di gioco, a patto di un minimo di coordinamento tra i giocatori e tra le varie abilità. A proposito delle abilità, c’è anche una specie di albero per la crescita dei personaggi, ma ammetto che la gestione è un po’ confusa e non ho ben capito a cosa servissero diversi aspetti.
Piccola precisazione: non è un looter shooter come Outlanders! Procedendo nel gioco e “reclutando” altri personaggi DC, avremo a disposizione missioni secondarie che ci permetteranno di sbloccare ulteriori armi ed equipaggiamento utili ad aumentare la nostra potenza di fuoco. Ricordatevi di tornare spesso da questi comprimari!
Audio e Video
Graficamente parlando, Suicide Squad: Kill the Justice League è ben realizzato, non si grida al miracolo ma è comunque bello da vedere. I 60 FPS costanti (ho provato il gioco su PlayStation 5) sono sicuramente un bel plus, legato anche alla buona ambientazione e alla realizzazione dei personaggi principali, tutti molto “credibili”. Cosa un po’ strana, ho visto che alcuni personaggi – in primis la Waller – sono totalmente identici alle loro controparti reali, altri invece un po’ meno. Certo, questo Deadshot ricorda in qualche modo Will Smith (ma più imbolsito) e Harley Quinn non può non citare in qualche modo Margot Robbie, ma in ogni caso il lavoro è più che buono.
Lato audio, col doppiaggio è stato fatto un lavorone! Al netto del fatto che possano piacervi o meno, il livello tecnico del doppiaggio italiano è veramente buono, e il fatto che abbia trovato insopportabile la voce di Harley Quinn è conferma del fatto che è stato centrato l’obiettivo. Ho notato che in giro è stata criticata la voce di Deadshot: mah, non è che sia così tremenda. Fa un po’ strano sentire Batman che non ha la voce che abbiamo amato nei precedenti capitoli – quella di Marco Balzarotti – ma non è che la nuova performance non sia soddisfacente.
Concludendo
Suicide Squad: Kill the Justice League mi lascia un po’ a metà. Ho apprezzato molto tutto il contorno, tutta la parte cinematografica – che non è perfetta, ma comunque estremamente godibile – ma il gameplay non mi ha soddisfatto appieno, risultando un po’ ripetitivo e con un open world non ai livelli delle precedenti produzioni. Giocare a Suicide Squad: Kill the Justice League in multiplayer rende sicuramente il tutto più interessante per fare un po’ di casino con gli amici e con la community, ma diciamo che avrei voluto qualcosa di più da chi mi ha regalato delle vere e proprie pietre miliari nei videgiochi targati DC.
C’è però da dire che Suicide Squad: Kill the Justice League si sta preparando ad avere tutta una serie di “stagioni” e di espansioni che arricchiranno l’esperienza di gioco e terranno attiva la community. Io son pronto a vedere cosa succederà, e voi?
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Nerdando in breve
Suicide Squad: Kill the Justice League ci fa vestire i panni del gruppo di anti-eroi più famoso della DC in un TPS che strizza fortemente l’occhio alle community multiplayer, mentre cerchiamo di liberare Metropolis da Brainiac.
Trailer
Ringraziamo Warner Bros per averci fornito una copia di Suicide Squad: Kill the Justice League per questa recensione.
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