Recensione
Sono passati quattro anni da quando abbiamo avuto occasione di emozionarci e commuoverci seguendo l’incredibile viaggio di Ellie ed Abby, le protagoniste di The Last of Us Parte II. Oggi, dopo aver avuto modo di tornare a vivere le emozioni del primo capitolo su PS5, la storia segue il suo naturale corso ed ecco arrivare una versione Remaster del secondo capitolo.
Contrariamente a quanto visto con la prima parte, non siamo davanti ad una reingegnerizzazione di un titolo che uscì sulla remota PS3, e nonostante avesse avuto più volte passaggi di lucidata, la versione definitiva segnava un incredibile passo avanti rispetto al passato.
In questo caso siamo davanti a una remaster che, da un punto di vista prettamente grafico, non sposta di un millimetro la resa su schermo (per altro già più che incredibile così), ma fornisce una pletora di migliore e nuove funzionalità, oltre al proporsi a chi, malauguratamente, non lo avesse ancora giocato.
Il prezzo, inoltre, è davvero invitante: solo 49,99 euro per l’edizione completa, a fronte degli (a detta di molti) spropositati 79,99 di Parte I e, soprattutto, un semplice ticket da 9,99 per chi avesse acquistato il disco fisico per PS4 e volesse godersi comunque tutte le nuove funzionalità.
Vediamole quindi in dettaglio, tralasciando la recensione del gioco in sé che, come detto, è di fatto identico alla versione PS4.
Caratteristiche tecniche
The Last of Us Parte II Remastered, come detto, è il frutto di una bella lucidata con un occhio verso le potenzialità tecniche della console ammiraglia di casa Sony. Troviamo quindi una risoluzione nativa di 4K a 30fps da scegliere in alternativa ai 60fps in modalità “prestazioni” che però garantisce “solo” 1440p upscalati a 4K con aggiunta di supporto per TV VRR (Variable Refresh Rate), una tecnologia disponibile a partire dal 2019 che compensa eventuali cali di framerate, abbinando la frequenza di aggiornamento alla frequenza fotogrammi del gioco stesso.
Altra graditissima novità è lo sfruttamento del feedback aptico e dei grilletti adattivi del controller DualSense di Sony, che restituisce vibrazioni e resistenza nei grilletti in ogni fase del gameplay, soprattutto nella diversa scelta e uso delle armi del gunplay.
Non potevano poi mancare nuove skin per le armi per gli abiti delle protagoniste che possono essere sbloccati attraverso le varie modalità di gioco e usate anche nella campagna principale.
E sempre per le “piccolezze” è stata anche potenziata la modalità foto, con nuove cornici e loghi, e con funzioni avanzate di posa e scatto.
Novità
Ma non di solo estetica si vive, e The Last of Us Parte II Remastered porta in dote alcune nuove meccaniche di gameplay.
Partiamo con Senza ritorno, ovvero la modalità roguelike disponibile a latere della campagna e che è consigliata a chi ha già finito la storia almeno una volta.
Scegliendo uno dei protagonisti del titolo (altri si sbloccheranno più avanti), sarà possibile immergerci in una serie di “arene” in cui dovremo sostanzialmente sopravvivere a diverse sfide di difficoltà crescente. Si parte dalla classica modalità orda, chiamata Assalto, in cui ondate di nemici ci metteranno alle strette in un ambiente povero di risorse e avido di ripari.
Altre modalità prevedono la Caccia, ovvero sopravvivere per un certo periodo di tempo; la Rapina di una cassaforte ben protetta o la Protezione di un alleato dalle ondate nemiche.
Ad ogni livello superato si torna alla base, si recuperano i premi e si sbloccano potenziamenti, nuove armi, migliorie varie prima di tornare alla lavagna e affrontare la prossima sfida.
Al termine delle sfide, dopo solo 5 passaggi dal rifugio, sarà il momento di affrontare il boss, per cui risulta evidente come sia cruciale trovare il giusto equilibrio tra usare quanto in nostro possesso per sopravvivere e conservare abbastanza risorse per il livello finale.
Man mano che si procede si sbloccano modalità aggiuntive, come i modificatori, le consegne e gli azzardi. I primi applicano bonus/malus al gameplay del singolo “incontro”, come regalando salute per uccisioni in corpo a corpo, facendo esplodere i nemici e così via. Le consegne si presentano come una cassetta della posta in cui, randomicamente, ci verrà chiesto di depositare risorse specifiche, in cambio di nuove armi o perk una volta tornati nel rifugio. Infine gli azzardi: sono delle richieste specifiche, come eliminare un certo numero di avversari da posizione prona, colpire alla testa, uccidere con bombe e così via. Anche qui, una volta eseguito quanto richiesto, accederemo a bonus aggiuntivi.
Andando avanti con le missioni avremo anche ulteriori sfide da sbloccare, specifiche per ogni personaggio. E solo procedendo con quelle sfide potremo sbloccare nuove modalità e soprattutto nuovi personaggi, come Dina, Jesse, Lev e Tommy, con cui giocare la versione roguelike.
Concludendo: personalmente non sono un grande fan di questo genere di componenti, ma devo dire che, anche grazie da un gameplay assolutamente ispirato, queste arene di combattimento, le loro sfide e la grande quantità di possibili combinazioni, mi hanno tenuto inchiodato ore al controller, con una partita che ne portava sempre un’altra allo scopo di sbloccare qualche altra modalità e scoprire cos’altro aveva da riservare.
Per momenti di relax, nel titolo fanno capolino due nuovi extra: la modalità chitarra libera, in cui possiamo dedicarci ad una chitarra virtuale senza dover attendere di arrivare al momento della trama che sappiamo, e possiamo anche impersonare Gustavo Santaolalla, il compositore argentino che ha creato la colonna sonora del gioco. Personalmente non sono un musicista per cui aspetterò di mettere in mano la modalità a qualcuno che sa riconoscere gli accordi per capire quanto sia profonda la sua resa.
La reputo comunque incredibile: spostando le dita sul sensore del DualSense possiamo decidere quali delle sei corde suonare accordo per accordo.
Infine i livelli perduti. Accompagnati da video introduttivi e dal commento tecnico, possiamo giocare tre aree che sono state disegnate e poi scartate dalla build finale del gioco. Si tratta di modalità pre-alpha, per cui senza troppi dettagli, senza audio, interazioni marginali e poco più. Comunque un modo per goderci qualche scampolo extra di questo incredibile mondo.
Conclusioni
Dovreste comprare questo gioco? La risposta è sì. Se non lo avete giocato, non avete scuse per non farlo. Se lo possedete già, il prezzo popolare è sicuramente invitante. Personalmente sono tentato fortemente di immergermi in una nuova run, devo solo capire se il mio vecchio cuore da nerd è in grado di reggere ancora una volta tutto quel carico di emozioni.
Resta in ogni caso evidente come il lavoro di Naughty Dog si confermi con l’essere assolutamente incredibile: personalmente vorrei tanto che il team si concentrasse su una nuova IP (o su Parte III), ma nel frattempo mi godo questa splendida Remaster.
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Nerdando in breve
The Last of Us Parte II Remastered è la versione definitiva del capolavoro di Naughty Dog.
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