Recensione
Dal 25 gennaio troveremo al cinema Povere Creature!, il film Searchlight Pictures diretto da Yorgos Lanthimos (premio Oscar alla regia per La Favorita), distribuito da The Walt Disney Company Italia e con un cast di tutto rispetto. Sullo schermo vedremo infatti alternarsi Emma Stone, Mark Ruffalo e Willem Dafoe, accompagnati da Ramy Youssef, Christopher Abbott, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla, Kathryn Hunter e Margaret Qualley.
Povere Creature!, già Leone d’Oro a Venezia come miglior film e neo-vincitore del Golden Globe per lo stesso motivo, è l’adattamento cinematografico di Poor Things! di Alasdair Gray (1992), romanzo gotico anch’esso premiato, che per toni e tematiche ci rimanda al Frankenstein di Mary Shelley (1816).
Perciò, cosa ci aspetta in sala?
Trama
Il confuso trailer [che trovate a fine recensione] ci fa intuire che Povere Creature! racconta la storia di Bella Baxter (Emma Stone), giovane donna anticonformista, con un carattere vivace e ribelle. Di fatto, il film segue proprio la sua incredibile storia nonché fantastica evoluzione: Bella prende il suo posto nel mondo accompagnata dal Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe), scienziato dai metodi discutibili e con un’etica questionabile.
La fame di conoscenza della giovane donna cresce rapidamente insieme a lei, e il desiderio di esplorare la vita nella sua interezza, la porta ad affrontare un viaggio per l’Europa accompagnata da Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), lussurioso avvocato.
Grazie all’incontro con nuove realtà, differenti condizioni sociali e correnti di pensiero accattivanti, Bella mette in discussione tutto ciò a cui era stata abituata, in una spirale di conoscenza e riscoperta continua.
L’emancipata creatura si scopre man mano che conosce ciò che è fuori da sé, sorprendendo, con la sua irruenza, la vita di chiunque incontri nel suo percorso.
Stile
Città rivisitate in note steampunk, vecchie magioni ricche di ammennicoli e abiti esagerati che testimoniano l’esuberanza di chi l’indossa: Povere Creature! traspone l’atipicità della sua protagonista ambientandone le vicende in un Pese delle Meraviglie pseudo-vittoriano.
Un po’ come in La Favorita, anche qui ci troviamo spiazzati da inquadrature simmetriche e tempi sospesi, aumentando il surrealismo degli accadimenti e il senso di spaesamento di chi lo guarda.
Ad aumentare l’effetto disturbante è la scelta delle inquadrature, che non risparmiano dettagli anatomici e un uso assai frequente del grandangolo. Alternando primi piani a scorci incorniciati come se visti dallo spioncino di una porta, i colori saturi e l’alto contrasto accompagnano suoni che tanto mi hanno ricordato la dodecafonia studiata anni fa.
Personalmente, mi ritengo disturbata dalla cruda e innocente verità con cui Bella ci conduce nelle sue esplorazioni, il che si è rivelato un eccellente esercizio di spiazzamento e di messa in discussione continua.
Contenuti
Sono andata all’anteprima di Povere creature! mossa da una grande curiosità: da una parte, volevo vedere quel film di cui ho tanto sentito parlare ultimamente; dall’altra, per l’ambiguità del titolo.
Quando il romanzo Poor Things! venne tradotto in italiano per la prima volta, nel 1994, lo battezzarono Poveracci! e, nella seconda edizione, prese il nome di Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra. Il cambiamento d’impatto è lampante, perché sposta il focus da un non-ben-specificato gruppo di persone sfortunate (e magari economicamente affaticate), a colei che così descritta potrebbe essere l’alter ego di una anglofona Maria Montessori.
Eppure, a stupirmi è soprattutto il fatto che il titolo inglese non ha mai fatto riferimento alle persone, ma alle cose: è Poor things. Mi sono quindi chiesta da cosa potesse dipendere l’utilizzo del sostantivo e quanta oggettivazione dell’afflitto potesse esserci nell’opera. Forse che, checché ne suggerisse il trailer, Poor things! sarebbe stato l’ennesimo film pietista ambientato in un freak show?
Sono quindi andata in sala con tantissima curiosità e un lieve pregiudizio, aspettandomi qualcosa a metà fra La casa dei Ragazzi speciali di Miss Peregrine e una qualche strana pratica di medicina rudimentale, più vicina al barbaro esperimento che al rispetto dell’essere umano.
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Beh, non potevo sbagliarmi di più! Povere creature! è un film che sicuramente si presta a più chiavi di lettura e analisi, ma che non credo sia questa la sede per fare. Di certo è una storia di emancipazione e di rivendicazione della possessione del proprio corpo, oltre che di sé in quanto identità. Bella non è del suo creatore, né del fidanzato, né dei pretendenti, né di chiunque giaccia (esplicitamente) con lei. È solo sua, un essere dotato di libero arbitrio e che in quanto tale agisce, ignorando qualsivoglia buona maniera o convenzione sociale.
Una crescita fisica e mentale che non risparmia le pulsioni e la sofferenza di fronte alle ingiustizie del mondo, senza perdere la speranza di renderlo migliore.
Concludendo
Povere creature! è un’opera d’arte cinematografica che non sono sicura di aver capito fino in fondo.
Certo è il fatto che mi ha obbligata ad abbandonare i soliti preconcetti e a prendere maggior coscienza dei pregiudizi con cui guardo al mondo. Un film che sfida il senso del pudore, soprattutto quando chi lo guarda crede di essere “di mentalità aperta”, è un film che svolge in maniera egregia il suo lavoro provocatorio.
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Nerdando in breve
Povere creature! è una storia surreale (o surrealista?) di una giovane donna che nasce tale e cresce padrona di sé stessa.
Soprattutto se vi piacciono toni onirici e se cercate qualcosa fuori dal comune, (e sicuramente se La favorita è stato di vostro gradimento), il 25 gennaio avete un appuntamento al cinema. Andate e lasciatevi sorprendere anche voi dalla tragicomica storia di Bella Baxter, moderno Prometeo.
Trailer
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