Senza ricordi
Ci siamo. Arrivati al Classico numero 57, per la prima volta non ho memorie associate al film perché non l’avevo ancora visto. Uscito nel 2018. Ralph spacca Internet di Rich Moore e Phil Johnson mi è scappato via e da allora non l’ho mai recuperato, nonostante mi fosse piaciuto molto il suo predecessore Ralph spaccatutto. A volte la vita va così, capita mentre sei indaffarato a fare altre cose, parafrasando John Lennon.
Trama
Dopo gli eventi del primo film, Ralph e Vanellope sono felici e contenti nella loro sala arcade, anche se Vanellope inizia ad annoiarsi della routine. Finché non si rompe il volante del cabinato di Sugar Rush, il videogioco di Vanellope. Per salvare il cabinato, i due entrano nella rete per trovare un nuovo volante su eBay. Non sarà facile navigare tra le insidie del mondo della rete – scusate le espressioni anni ’90 per descrivere internet.
Licenze a go-go
La trama già mostra qualcosa di com’è il film. Non ho citato eBay a caso, Ralph e Vanellope visitano proprio il sito di aste. E non solo, il film è praticamente un compendio di tutte i marchi e siti più famosi presenti su internet. Come nel predecessore, c’è uno sfoggio enorme di licenze, questa volta su tutto il mondo digitale, da Google a Instagram, fino all’antivirus Norton. Disney gioca ancora di più in casa, perché una sequenza è ambientata nel sito Ohmydisney.com e compaiono personaggi da tutti i franchise Disney. Inoltre una delle scene più famose e il deus-ex-machina finale usa le Principesse Disney come co-protagoniste. Ammetto che è stato divertente vedere Biancaneve, Ariel, Elsa e via dicendo interagire e venir prese in giro con i soliti cliché, ma il rovescio della medaglia è che il film si appoggia davvero troppo al citazionismo e alla meme culture. È un film che rischia davvero di invecchiare precocemente e qualche avvisaglia si vede già adesso a cinque anni dall’uscita – per dire, c’è una sequenza su Twitter con gli uccellini che twittano che non credo Elon Musk approverebbe.
A questo punto a salvare Ralph spacca Internet ci vorrebbe la storia e il messaggio, cosa che salvava il primo film e anche un film simile come The Lego Movie. Purtroppo, a differenza degli altri due film, questi elementi sono entrambi riusciti solo a metà, troppo coperte da strati di citazioni, momenti meta e side-quest per mostrare pezzi di internet. Il film vorrebbe avere un cuore e parlare di crescita personale e rapporti di amicizia, ma pare più interessato a farci vedere come si diventa virali. La posta in gioco della storia rimane sempre bassa con più di un buco di sceneggiatura. Peccato, perché si intravede sotto tutte le citazioni che c’erano i presupposti per un film migliore.
Curiosità e musiche
I due protagonisti sono doppiati in originale nuovamente da John C. Reilly e Sarah Silverman, mentre Gal Gadot doppia la pilota Shank. Alan Tudyk, dopo aver doppiato Re Candito nel primo film, qui doppia il motore di ricerca Lesotutte. Le Principesse sono tutte doppiate dalle loro voci originali.
Il film segna il grande ritorno di Alan Menken in una produzione Disney. Il compositore di tanti Classici del Rinascimento Disney infatti firma insieme a Tom MacDougall e Phil Johnson A place called Slaughter Race, la canzone meta di Vanellope. Ovviamente nel corso del film si sentono pezzi di canzoni e colonne sonore delle varie principesse Disney e nei dialoghi usano tante citazioni tratte dai loro film – almeno in originale.
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