Recensione
Amazzonia è un family game portato in Italia da Lucky Duck Games. Un titolo a fortissime tinte ambientaliste sia dal punto di vista del concetto che del contenuto della scatola. Ve ne parlo a breve.
Meccaniche di gioco
Mi è bastato prendere in mano la scatola per rendermi conto che questo Amazzonia avrebbe avuto una declinazione ambientalista decisamente marcata. Non ho potuto quindi che scegliere la piccola di casa, una decenne con le idee già molto chiare in termini di piante e animali, per mettere alla prova questo board game che nasce con l’intento di essere un 1 VS 1 ma che riporta in regolamento anche la variante per 3 e 4 giocatori.
Lo svolgimento del gioco è molto semplice e si basa su meccaniche di draft già ben rodate. Il ricco mazzo contenente piante e animali è diviso in tre “stagioni”, sottomazzi che verranno utilizzati nelle tre fasi di gioco. La stagione inizia con la creazione di tre pile “crescita”, rispettivamente di una, due e tre carte. Ogni giocatore guarda la prima pila e sceglie se tenere o rifiutare le carte. Se le rifiuta aggiunge alla pila una carta dalla riserva e passa quella successiva.
In caso tutte le pile vengano rifiutate, dovrà prendere una carta casuale dalla cima del mazzo.
In entrambi i casi le carte devono immediatamente essere aggiunge alla propria “foresta”, l’area di gioco davanti a sé.
Tra le carte troveremo alberi, che potranno essere piantati come nuovi oppure usati come tronchi per far aumentare l’altezza di altri già presenti, fiori e animali. Ogni carta avrà determinate indicazioni da risolvere subito o a fine stagione: ad esempio le Felci daranno punti solo se in numero dispari o, sempre ad esempio, la Bromelia garantirà punti solo se da sola o in coppia, mentre se diventerà infestante porterà via punti.
Discorso analogo per gli animali che recano anche poteri speciali e, in caso di coppia fertile, tantissimi punti aggiuntivi.
Ma nel mazzo sono presenti anche pericoli, come incendi, malattie e siccità che possono minare la serenità della nostra foresta. Diventa quindi cruciale la scelta tattica di quali pile accettare o quali scartare, magari sperando in miglior fortuna o per lasciare una mano sfavorevole al nostro avversario.
Una volta terminato il mazzo, la stagione è conclusa e si contano i punti raccolti, facendo particolare attenzione agli alberi più alti, per punti bonus. A quel punto si passa alla stagione successiva e così via per tre volte.
Insomma: rapido ed efficace, perfetto per giocatori più giovani e per famiglie.
Componenti di gioco
In un gioco di carte è fondamentale la componente grafica ed Amazzonia non ha nulla da recriminare. L’estetica è gradevole e le componenti sono impreziosite da token di animali utili a marcare gli alberi già conteggiati alla fine di ogni stagione. Ottima la varietà di carte che consentono di avere partite sempre diverse ogni volta che si intavola.
Ho apprezzato le informazioni “accessorie” come in Wingspan o Meadow che danno alcune indicazioni sulla pianta o sull’animale mostrato sulla carta: nulla a che vedere con le meccaniche ma sempre molto interessanti.
Ma la cosa che ho apprezzato di più è stata la componente ecologista che esce dall’astrazione del titolo e diventa evidente anche nelle componenti: niente ziplock di plastica ma bustine di carta riciclata per organizzare le nostre carte. Un vero tocco di eleganza che ho apprezzato moltissimo.
Conclusioni
Amazzonia è titolo basato quasi interamente sulla fortuna, ma non disdegna un pizzico di strategia con l’uso accurato del potere degli animali per addomesticare la dea bendata o la gestione delle pile in relazione alla mano dell’avversario. Ha regole semplici ed immediate e offre una ricca varietà di svolgimento per garantire partite stimolanti e diverse tra loro.
Ottima anche la variante a 3-4 giocatori e le carte “avanzate” per giocatori più esperti (ovvero dopo un paio di partite).
A mio avviso un ottimo family game anche se non particolarmente originale.
Nerdando in breve
Amazzonia ci porta a spasso nella foreste con un occhio di riguardo alla sua salvaguardia.
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