I miei – quasi – ricordi
Quando nel 2009 esce La principessa e il ranocchio viene salutato da molti come il grande ritorno dell’animazaione classica, dopo che Disney l’aveva abbandonata nel confuso periodo precedente. Anche per questo motivo, da buon vecchio dentro quale sono, andai al cinema a vedere l’ultima fatica del duo John Musker e Ron Clements. Visto una volta e poi prontamente dimenticato.
Trama
La cameriera Afroamericana Tiana lavora per aprire il suo ristorante nella New Orleans degli anni ’20 del Novecento e ha poco tempo per le favole e gli innamoramenti. Tutto cambia quando un ranocchio le parla e chiede di baciarla per farlo tornare umano. Diventata anche lei un ranocchio, dovrà cercare una soluzione al problema insieme al principe Naveen.
Ritorno alle origini
Quando John Lasseter fu assunto come direttore creativo Disney nel 2006, decise di ribaltare la controversa decisione di chiudere gli studi di animazione tradizionale e convertisi unicamente al 3D. Decise inoltre che Disney doveva tornare a quello che sapeva fare meglio, le favole e i musical. Lasseter rimise in piedi la “vecchia” banda di animatori, affidandosi agli esperti Musker e Clements per il primo progetto di questo ritorno alle origini.
I due combinarono la nota fiaba del principe ranocchio con il romanzo The Frog Princess di ED Baker e decisero di ambientare il film negli Stati Uniti e negli anni ’20. Scelsero New Orleans data la sua geografia e cultura particolare e per la sua immensa storia musicale. Questo fece di Tiana la prima principessa nera della storia Disney.
Sebbene animati dalle migliori intenzioni, non fu facilissimo ritornare all’animazione 2D. La principessa e il ranocchio ha una buona animazione sia per i fondali che per alcuni personaggi, ma siamo lontani dai fasti del recente passato. Però il film riesce a tornare al passato e dare slancio al futuro nel suo approccio alla storia.
Il film segue la formula vincente vista da La Sirenetta in poi, con le canzoni nei giusti momenti a raccontare il mondo del film e i problemi dei personaggi. Anche il messaggio finale di credere nei sogni e accettarsi per quello che si è viene dritto dai film del Rinascimento Disney. Però l’ambientazione moderna e l’estrazione proletaria della protagonista rendono la storia più fresca e moderna e sicuramente avrà aiutato ad approcciarsi ai successivi adattamenti di favole.
Colonna Sonora
Come accennato, La principessa e il ranocchio è anche il grande ritorno Disney ai musical. All’inizio si pensò di tornare dallo storico compositore Alan Menken, Lasseter decise invece di affidarsi a Randy Newman, fedelissimo compositore dei film Pixar. Inoltre Newman è cresciuto a New Orleans ed è un musicista jazz, utile per un film che omaggia la golden age del jazz. E infatti Newman compose musiche e canzoni che pescano a piene mani dalla musica tipica della città, con puntate nel country e nel gospel.
Da segnalare Gli amici dell’aldilà, una delle migliori villain song Disney, cantata da Luca Ward in italiano. Anche A un passo dai miei sogni è molto bella, impreziosita da una grande animazione ispirata alle illustrazioni Art Deco di Aaron Douglas.
Curiosità e remake
Il film fu un successo ma moderato, oscurato dalla quasi contemporanea uscita di Avatar. Incassò $271 millioni, molto di più dei Classici precedenti ma non abbastanza da rassicurare una Disney ancora traballante. Nonostante ciò, Tiana fu inserita immediatamente nel franchise delle principesse Disney.
Più recentemente, Disney ha deciso di riesumare il film. Nel 2020 fu annunciato che la controversa attrazione nei parchi Disney ispirata a I racconti dello zio Tom sarebbe cambiata in una dedicate proprio alla Principessa e il ranocchio. Allo stesso tempo, entrò in lavorazione una serie animata per Disney+ intitolata Tiana che dovrebbe uscire nel 2024. La regista della serie Stella Meghie ha dichiarato di voler realizzare il remake live action del film.
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