Recensione
Era probabilmente il film più atteso dell’anno, accompagnato da un battage pubblicitario di enorme portata e protagonista di una rivalità ad hoc con l’altro pezzo da novanta della stagione cinematografica estiva, l’Oppenheimer di Christopher Nolan.
Con queste premesse, era ovvio che sarebbe stato un successo al botteghino. Ma sarebbe stato in grado di risultare anche un bel film? Questa era la vera domanda che ha accompagnato l’arrivo nei cinema di Barbie, la storia originale firmata Greta Gerwig–Noah Baumbach a partire dall’iconica bambola.
Sfida ambiziosa, senza dubbio e, almeno dal mio punto di vista, stravinta!
Trama
A Barbieland ogni giorno è il miglior giorno di sempre: tutto è sempre perfetto e gli abitanti vivono felici la loro vita da sogno, orgogliosi di aver contribuito a rendere migliore il mondo reale grazie al loro esempio.
Quando una Barbie, tuttavia, inizia ad avere strani pensieri sulla morte e l’infelicità e a vivere stranissime sensazioni, è il segnale che nel mondo reale c’è qualcosa che non sta andando per il verso giusto.
Per risolvere il problema, Barbie dovrà attraversare il portale che separa i due mondi, trovare la bambina a cui è legata e aiutarla a superare il momento negativo che sta vivendo.
Con grande sorpresa di Barbie, però, il mondo reale non si rivela affatto come se lo era immaginato…
Life in plastic is fantastic -maybe-
C’è solo una cosa che sento il dovere di affermare subito ed è: che spettacolo!
Mi aspettavo molto da Barbie, lo devo ammettere: perché si parlava di un’icona ricca di sfaccettature e potenzialità, perché al timone c’era una coppia di autori mai banali, perché già dall’inizio il cast si preannunciava stratosferico. Non so, sarò stata esageratamente ottimista riguardo al progetto cinematografico Barbie ma ho avuto fin dall’inizio buone sensazioni.
Dopo averlo visto al cinema, posso dire che, per quanto mi riguarda, mi sono trovata di fronte ad una pellicola che ha saputo affascinarmi come poche altre negli ultimi tempi, tenendomi incollata allo schermo dall’inizio alla fine.
Di Barbie si potrebbe parlare davvero per ore, soffermandosi di volta in volta su un aspetto nuovo e riuscendo a non ripetersi mai: questo perché nel film nulla è lasciato al caso e tutto è pensato fin nei minimi particolari.
La scrittura della premiata ditta Gerwig-Baumbach è davvero ispirata: la storia creata per il film è ricchissima di sottotesti e piani di lettura, è solare e pop pur risultando caustica e profonda. C’è tanto in Barbie: qualcuno potrebbe dire anche troppo. Secondo me, invece, la pellicola centra il punto e lo fa con grande personalità.
Oltre alla storia, del film ho apprezzato moltissimo la fotografia: colorata e brillante a Barbieland, in grado di mettere in risalto i dettagli nella vita reale, e il cast corale che si è amalgamato alla perfezione per il risultato finale. Su tutti, spiccano i due protagonisti principali: Margot Robbie e Ryan Gosling ci hanno abituati da tempo a prove attoriali di prim’ordine ma stavolta si sono letteralmente superati.
Tra i molti volti che animano Barbie, mi sento di sottolineare la performance di Michael Cera: alle prese con un personaggio macchiettistico, da ancora una volta il meglio di sé.
Concludendo
Insomma, Barbie sì o Barbie no? Negli ultimi giorni non si è parlato d’altro e, come ultimamente accade sempre per gli argomenti “caldi”, le opinioni si sono rapidamente polarizzate: nell’epoca in cui o si ama o si odia, anche per Barbie il pubblico si è diviso istantaneamente tra chi grida al capolavoro e chi invoca l’autentica schifezza.
Personalmente, la mia opinione è che Barbie sia un ottimo film: diverte, coinvolge e fa riflettere. È ben girato e ben recitato. Non sarà un film perfetto ma nel complesso si pone sopra la media in moltissimi aspetti. È un film che mi ha emozionato, e molto. E tanto mi basta per tornare ad apprezzare la magia del grande schermo e uscire dal cinema con qualcosa su cui riflettere. Scusate se è poco.
Nerdando in breve
Barbie è una incredibile favola rosa che nasconde sotto una superficie di glitter un significato decisamente profondo. Un gran film, che lascia tanto allo spettatore.
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