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The Legend of Zelda: Tears of The Kingdom – Il canto del cigno di Nintendo Switch

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom

Arrivati a un certo punto si deve tirare una linea. Giunto alla consapevolezza che The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom sarà ancora capace di intrattenermi per i prossimi mesi, ho deciso di imbarcarmi nella sua recensione.

RECENSIONE

Nonostante gli abbia dedicato più di 70 ore, non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di aver esplorato poco The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. Ho paura di aver visto solo una piccola porzione di questo capolavoro, di poter arrivare forse addirittura a 200 ore.
Però sapete come sono le recensioni no? Il tempo dedicatogli mi consente tranquillamente di consigliarvi di correre al negozio più vicino (o aprire il portale Nintendo eShop) e assicurarvi una copia. Questo Action-adventure, come il predecessore The Legend of Zelda: Breath of the Wild, a mio avviso traccerà un segno netto nella storia del medium videoludico.

Cutscene

TRAMA

Come anche ammesso da Tencar nella sua recensione, anche io devo confidare che Breath of The Wild è stato il mio primissimo Zelda. Pertanto in The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom non ho potuto cogliere i seppur presenti rimandi ai videogame precedenti. Detto ciò, anche in questa iterazione la trama si muove su binari prefissati solo nella parte iniziale del gioco. Si lascia al giocatore la libertà di scoprire altri pezzi della stessa in completa libertà esplorando il vasto open-world. Tra l’altro devo ammettere che ho trovato l’intreccio meno criptico e più coinvolgete che in passato.

Cito dalla pagina Wikipedia del gioco (vaga al punto giusto da non spoilerare nulla delle fasi succulente dell’intreccio): “Nei sotterranei del castello di Hyrule, dopo la sconfitta della calamità Ganon, Link e Zelda trovano un misterioso essere mummificato che, grazie ad un ignoto miasma corrosivo, danneggia gravemente la Spada Suprema e il braccio destro di Link. Segue anche una violenta frana che fa perdere traccia della principessa Zelda e sconvolge la geografia del regno di Hyrule. L’intero regno è nuovamente in pericolo: sarà dunque compito di Link risolvere la situazione tramite nuovi poteri e preziosi alleati ottenibili nel corso dell’avventura principale.”

Tentando di lasciare il gusto della scoperta a voi giocatori, aggiungerei che ho apprezzato l’importanza che gli Zonau hanno per l’evolversi della storia. Questi sono una popolazione che ha vissuto nel mondo di Hyrule in un antico passato. Il loro operato, in diversi modi, si intreccerà con le vicende di Link, protagonista del gioco.

Dialoghi

GAMEPLAY

La base è quella di Breath of The Wild e d’altronde perché no? Perché non continuare ad utilizzare il maestoso sistema fisico imbastito nel capolavoro uscito nel Marzo del 2017? Un mondo progettato organicamente dove tutti gli elementi si influenzano in modo complesso e vivo.

Anche la mappa di gioco (o per lo meno una delle tre) è la stessa. In The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom  si ha ancora a che fare con la bellissima Hyrule. A questa si aggiungono le Isole del cielo, ultracitate nei trailer pre lancio, e l’interessante Baratro. Quest’ultimo è un’oscura area di gioco, ampia quanto Hyrule stessa, accessibile attraverso aperture presenti sul terreno. Per orientarsi in questo buio mondo sotterraneo è necessario dotarsi di semi luminosi in grado di illuminare il nostro cammino. Una tipologia di esplorazione del tutto inedita che aggiunge un ulteriore layer di strategia.
Sposo completamente la scelta di ambientare Tears of The Kingdom nella stessa Hyrule di Breath of The Wild. In primo luogo sarà interessante per chiunque abbia giocato il titolo precedente, intercettare i vari cambiamenti avvenuti nel tempo trascorso tra i due capitoli. Inoltre, i nuovi poteri, uniti alle isole del cielo, propongono un modo del tutto inedito di girovagare nel mondo di Hyrule, più veloce, diretto e… Aereo! Ebbene sì, se in Breath of the Wild la lentezza e la solitudine la facevano da padroni, accompagnate da interminabili scalate e altrettanto lunghe cavalcate, in Tears of The Kingdom si approfitta dei nuovi poteri per sfruttare, molto più che in passato, il volo.

Isola del cielo

I NUOVI POTERI

I nuovi poteri vengono presentati al giocatore nella sezione iniziale di gioco che funge da tutorial. Questi si chiamano Ascensus, Reverto, Compositor e Ultramano. In realtà bisognerebbe aggiungerne un quinto alla lista ma, essendo questo più in avanti nel gioco, non voglio spoilerarlo.

Tutte queste nuove abilità hanno lo scopo di rendere il vagare per Hyrule più dinamico e divertente che in passato. Tra questi il mio preferito è Ascensus, un’abilità in grado di proiettare Link verso il soffitto e farlo letteralmente nuotare attraverso il suolo fino a raggiungere la superficie. Non è soltanto un’abilità potentissima ma, a mio parere, un vero e proprio intervento di quality of life. Questo infatti depotenzia enormemente le scalate che, come detto, erano il piatto forte del gioco precedente. La maestria di Nintendo sta proprio qui, nel proporre un mondo in larga parte conosciuto e, al contempo, un modo del tutto inedito di viverlo.

Reverto, comando che permette di riportare indietro nel tempo un oggetto, non sarebbe così tanto utile se non cadessero dall’alto massi e rocce così spesso. Ultramano, abilità largamente descritta nel lungo Nintendo Direct incentrato su Tears of The Kingdom, non solo accende la creatività dei giocatori più interessati alla creazione tipica dei sandbox ma, a conti fatti, fornisce spostamenti più rapidi. Tutto in Tears of The Kindom, porta quindi il giocatore a preferire lo spostamento aereo in favore di quello tradizionale.

Ultramano

ANCORA PIÚ SANDBOX

Forniti questi ottimi ingredienti, il resto sta all’utente. Come procedere, quali missioni completare, verso che direzione andare, quali porzioni di trama scoprire. Come in Breath of The Wild, la progressione è completamente dettata dal ritmo che il player impone. Non voglio rovinarvi la sorpresa elencando le tante nuove attività presenti in Tears of the Kingdom ma sappiate che sono molteplici e snellite da diversi interventi di quality of life.

Non si può negare che v’è stata una forte spinta, in generale, verso la creazione di un mondo ancora più sandbox che in passato. In tal senso, il potere Ultramano la fa da padrone. Vi basti dare un’occhiata online per vedere come i social network sono stati letteralmente invasi dalle creazioni più disparate. Ho però comunque apprezzato la possibilità lasciata al giocatore meno avvezzo a questa tipologia di giochi, di potersi godere Tears of The Kingdom bypassando queste funzioni quasi del tutto. Le situazioni in cui Ultramano è condizione necessaria, sono guidate e forniscono sempre al giocatore gli strumenti necessari.

Dialogo

COMPARTO TECNICO

GRAFICA

Sgombro immediatamente il campo da possibili polemiche e bollo come assolutamente ridicole le critiche rivolte a Tears of The Kindom sul piano tecnico. Questo videogame è stato per me una continua carezza per gli occhi. Considero un autentico miracolo, vista la vetustà della console nipponica, la possibilità di gettarsi in volo da un’isola del cielo, godersi la vista di Hyrule e, senza interruzioni, arrivare fino al baratro.

Questo non assolve Nintendo Switch, una console che nel 2023 può lasciare una fetta dell’utenza scontenta. Contemporaneamente, però, non riesco a credere che qualche raro rallentamento possa in qualche modo inficiare l’esperienza con questo videogame. Con i mezzi a disposizione, infatti, sa donare solo bellezza e incanto. Ammetto che con la Switch in modalità on-the-go, o banalmente su una Switch Lite, Tears of The Kindom trova il suo habitat naturale. Pertanto, nonostante la complessità del gioco, non posso che consigliarlo anche a chi non può collegare la propria console alla TV o a chi, banalmente, preferisce giocare su una console portatile.

Mondo di gioco

SONORO

Il comparto sonoro, come da tradizione per il brand, rappresenta uno degli aspetti più riusciti di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. Che sia nel campionamento dei suoni, nel doppiaggio (sia in Italiano che in Inglese), che nella maestosa colonna sonora, non si può che essere soddisfatti.

Potrei citare innumerevoli sezioni di gioco dove ho avuto la pelle d’oca nell’ascoltare le musiche. Sono sicuro che la colonna sonora di Tears of the Kingdom farà da padrona, nei prossimi mesi, nelle mie cuffie. Pregusto già il momento in cui mi rigodrò il tema principale del Tempio di Gerudo.

Cutscene

IN CONCLUSIONE

Non c’è un singolo aspetto di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom che mi ha lasciato lontanamente insoddisfatto. Un gioco che vive in continuità con Breath of The Wild ma che non lo sostituisce. Ne espande gli orizzonti ma riesce a mantenere validi entrambi i titoli. Un’autentica prova di maestria da parte di Nintendo che dona a Nintendo Switch il titolo di chiusura che questa console merita. Troppo grande da riassumere in una recensione, Tears of the Kingdom è sicuramente, già da ora, il gioco dell’anno 2023.

NERDANDO IN BREVE

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è un gioco iconico per la nostra generazione. Un videogame che, negli anni a venire, sarà visto come benchmark assoluto del medium videoludico.

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