I miei ricordi
Il Millennium Bug! Quanti ricordi. Sembrava stesse per finire il mondo e invece eccoci ancora qua. Nel 2000 avevo 12 anni e iniziavo a sentirmi troppo grande per i film Disney – fu un periodo molto breve, lo ammetto. In ogni caso, quando a dicembre uscì l’ultimo lungometraggio Disney, ovvero Dinosauri, diretto da Ralph Zondag e Eric Leighton, andai al cinema come sempre. L’esperienza non fu piacevole. Non tanto per il film, su cui tornerò, ma perché la sala era piena di bambini più piccoli di me assolutamente terrorizzati da un film cupo e che di disneyano aveva ben poco. Non solo per via dell’animazione in 3D, prima volta per Disney.
Trama
L’iguanodonte Aladar quando è ancora un uovo finisce adottato da una famiglia di lemuri. Pur con qualche problema, cresce normalmente, ma quando un meteorite impatta sulla Terra e stravolge il mondo, Aladar e la sua famiglia si ritrovano alla ricerca di un posto sicuro, finendo insieme ad un branco multispecie di dinosauri in viaggio verso la mitica terra di cova, dove pare sia rimasto tutto intatto.
Documentari Disney
Se avete più o meno la mia età, la trama non può non avervi ricordato un altro film animato, il mitico Alla ricerca della valle incantata (1988) di Don Bluth. Anche qui si parla di dinosauri in fuga alla ricerca di un ultimo avamposto dove poter vivere tranquilli. Solo che il film di Bluth aveva per protagonisti dei cuccioli di dinosauri e riusciva a bilanciare i toni cupi con il giusto umorismo, in perfetto stile Disney. Dinosauri invece non ci riesce.
Il cuore tematico del film non è nemmeno tanto la fuga verso la terra promessa e le varie insidie del percorso, quanto lo scontro ideologico tra Aladar e il capobranco Kron. Quest’ultimo, promotore di una visione di darwinismo estremo in cui i deboli e lenti devono essere lasciati indietro a morire, mentre Aladar vuole cercare di salvare tutti, anche a costo di viaggiare più lentamente. Tema molto serio trattato però con dialoghi poco incisivi e con inutili siparietti comici che stonano moltissimo.
Dinosauri è troppo indeciso tra l’essere un film animato più adulto o un più “normale” Classico Disney. Il risultato è dovuto ad una lavorazione complessa e travagliata. All’inizio, il film doveva essere privo di dialoghi ma l’allora amministratore delegato Michael Eisner impose i dialoghi per renderlo più commerciale. L’animazione venne affidata ad uno studio di effetti speciali che Disney aveva acquistato da poco, Dream Quest Images e che era stato unito al gruppo di animazione digitale degli studios principali. Questo gruppo fu soprannominato The Secret Lab e lavorava lontano dal cuore degli studios e con altri animatori.
Dinosauri presenta uno stile innovativo e poco esplorato. Se gli animali sono stati animati digitalmente, i fondali furono tutti ripresi dal vivo. L’effetto è quasi da documentario, di un realismo esasperato che però cozza con l’idea di avere animali parlanti come protagonisti, stesso identico problema che affligge il remake de Il Re Leone. Il film si apre con una sequenza senza dialoghi in cui l’uovo di Aladar viene sballottato in vari luoghi prima di arrivare tra i lemuri. L’effetto è quello di vedere un documentario, reso ancora più emozionante dalla colonna sonora. È una scena potente ed epica, poi però arrivano i lemuri e iniziano a parlare e tutto il realismo crolla.
Colonna sonora
Dinosauri presente anche un’altra rottura della tradizione rispetto agli altri film del periodo: non ci sono canzoni. La colonna sonora fu affidata al compositore James Newton Howard che si fece aiutare alle voci da Lebo M., già collaboratore per le musiche de Il Re Leone. Il mix sinfonico e tribale è molto riuscito ed è sicuramente uno degli aspetti migliori del film.
Curiosità
L’idea originale del film venne nel 1987 al regista Paul Verhoeven e al mago degli effetti speciali Phil Tippett mentre i due lavoravano a Robocop (!). Ovviamente non era per un film per bambini, ma per un film di animazione in stop motion in cui alla fine tutti i protagonisti morivano dopo l’impatto con il meteorite. I due lasciarono il progetto dopo discussioni economiche con l’allora presidente Disney Jeffrey Katzenberg.
Per anni Dinosauri non fu incluso nella lista dei Classici Disney, perché non realizzato dagli studi Disney di Burbank e perché realizzato in digitale, in un momento in cui Disney non si era ancora convertita al nuovo sistema. Fu soltanto durante l’era di John Lasseter che si decise di rimettere mano al canone Disney e inserire Dinosauri come 39° Classico.
Com’è invecchiato
Il film oggi è totalmente dimenticato. Semmai viene indicato come l’inizio del cosiddetto secondo medioevo Disney in cui gli studios fecero numerosi passi falsi e persero terreno nei confronti della concorrenza. Onestamente non posso dire che sia una gemma nascosta. Visivamente tiene ancora botta, anche se ogni tanto si nota che i personaggi digitali sono stati aggiunti in scenari reali. Però la storia è poco bilanciata e i personaggi sono tutti abbastanza noiosi quando non stereotipati. Si può guardare se completisti Disney o se appassionati di dinosauri. Terrei alla larga i bambini più piccoli, magari per loro è meglio Alla ricerca della valle incantata.
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