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Fire Emblem Engage – Ritorno al “vecchio stile”?

Fire Emblem Engage

Recensione

Finalmente è arrivato: dopo FE Three Houses, che aveva riacceso la mia passione per la saga, non ho fatto altro che aspettare il nuovo titolo della saga, che ho giocato in lungo e in largo.

Giocando Fire Emblem Engage, mi sono ritrovato sempre con le solite emozioni di affrontare un gioco della famosissima serie: la bellezza e l’eccitazione di scoprire le nuove classi, la nuova storia e i nuovi personaggi.

Le mie aspettative non sono rimaste all’asciutto. C’è da dire, però, che qualche critica la ho da fare, ma partiamo dall’inizio.

Ringrazio sentitamente Nintendo Italia per avermi dato la possibilità di provare il gioco!

Trama

Ormai mille anni sono passati da quando Sombron, il drago caduto, è stato sigillato dal drago divino Lumera, protettrice del continente di Elyos.

Alear, il/la protagonista che interpretiamo, si risveglia proprio alla ricorrenza del millesimo anno.

Una volta svegliatasi (userò il femminile, perché io ho scelto l’avatar femminile), Alear si ritroverà a dover combattere dei corrotti, simil-zombie controllati da Sombron e ad assistere alla dipartita di sua madre Lumera.

Sul letto di morte, Lumera chiede ad Alear di recuperare i dodici anelli emblema e, attraverso di essi, le sue memorie.

Alear dunque partirà attraversando i quattro continenti del continente di Elyos: Firene, Brodia, Elusia e Solm, per raccogliere anelli e alleati, tutto con l’unico scopo di sconfiggere definitivamente Sombron.

Gameplay

Il gameplay di questo titolo della saga è, ovviamente, di base simile agli altri: rimane il JRPG tattico a turni che io amo tanto.

A livello di successione delle battaglie/eventi le meccaniche hanno fatto un “passo indietro”, rimanendo sempre moderne. Se in Three Houses la successione degli eventi avveniva in maniera temporale e  scandita, principalmente, dal gioco, in Engage avremo la totale libertà di decidere quali missioni affrontare: che siano della storia, secondarie o battaglie libere.

Questa particolare scelta mi è piaciuta molto, perché riesce a mettere d’accordo tutti, chi vuole giocare il gioco farmando e diventando ultrapotente/ livellando tutte le unità, chi vuole fare solo la storia e chi vuole giocare anche solo le secondarie.

Dodici anelli per ghermirlo

La vera novità di questo gioco sono gli anelli emblema, ognuno di essi contiene uno degli eroi più famosi del passato di Fire Emblem.

L’aggiunta degli anelli rende il gameplay estremamente variegato, non solo perché con la “fusione” dell’unità con l’emblema, essa diventerà devastantemente potente, acquisirà nuovi oggetti, nuove abilità e una nuova mossa finale, ma anche perché un’unità equipaggiata con un anello acquisirà passivamente legame con esso.

Aumentare il livello del legame, oltre che renderci più potenti, sbloccherà la possibilità di ereditare abilità dagli anelli, fino ad un massimo di 3 totali per personaggio.

Gli anelli sono la meccanica a cui tutto il gioco gira attorno e offrono una vastissima possibilità di personalizzazione, talmente grande che non basta una run sola per tirare fuori il massimo delle potenzialità e ottimizzare al meglio le unità.

Il Somniel

Aaaaah l’hub di gioco, un’isola fluttuante in cui solo Alear e le persone a cui lei dà il permesso hanno accesso.

In questo posto avviene tutta la parte “visual novel” del gioco: l’interazione con i personaggi, le varie attività di cucina, pesca e volo, la gestione degli inventari e degli anelli emblema.

Il Somniel è anche un luogo di potenziamento armi, con il fabbro e di allenamento dei personaggi, con le prove e l’arena.

L’atmosfera del Somniel è molto poco “sacra”, ma, d’altronde, Alear è un drago divino che di sacro ha ben poco.

Punti deboli

Una delle cose che mi ha fatto amare FE Three Houses sono stati i suoi personaggi, le loro storie, la trama intricata che legava tutto il Fòdlan, le motivazione politiche e sentimentali di ogni singola unità.

Purtroppo, in FE Engage tutto questo sviluppo di storia e personaggi è stato notevolmente ridotto. Per fare un esempio, prendiamo Alfred, il principe di Firene, mi è sembrato veramente un personaggio vuoto o comunque con veramente poco da dire, rispetto al ruolo che ha effettivamente nella storia del gioco, che è comunque banalina.

Per quanto il gameplay strategico sia stato elaborato veramente in profondità, Fire Emblem mi aveva abituato a delle storie profonde e a degli eroi memorabili, che in questo gioco, tristemente, mancano.

Grafica e sonoro

Per quanto riguarda questi due aspetti più tecnici, il gioco, a livello di animazioni e grafica è veramente il meglio che si può ottenere su Switch.

Anche la Soundtrack è impeccabile, sempre giusta con le ambientazioni. Menzione d’onore alla OST delle battaglie di Solm, troppo bella.

Conclusione

Fire Emblem Engage dà le stesse vibes di uno dei vecchi titoli della saga. Secondo me, a livello di gameplay è decisamente il titolo migliore degli ultimi anni, ma manca molto della parte relazionale e dell’intreccio della storia, che avevano visto il loro splendore con Three Houses.

Tutto sommate FE Engage si merita un voto più che positivo.

Nerdando in Breve

Fire Emblem Engage è un JRPG Tattico a turni sviluppato da Intelligent System e distribuito da Nintendo. Il gioco cerca di far stare bene insieme innovatività nelle meccaniche e elementi dei vecchi titoli.
Molto spesso ci riesce in maniera egregia, altre volte ha dovuto togliere alcuni contenuti da una parte per favorire l’altra.

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