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BookClack #3 – L’elenco telefonico degli accolli

Elenco telefonico degli accolli

Indietro nel tempo

Zerocalcare è oggi un fenomeno letterario -e televisivo grazie alla serie Netflix Strappare lungo i bordi– e per l’appuntamento numero 3 con il BookClack, il nostro club del libro, abbiamo deciso di tornare indietro nel tempo per riscoprire le origini dell’autore.
Lo confesso: l’occasione mi è stata fornita da una mia carissima amica, che mi ha prestato L’elenco telefonico degli accolli con la preghiera di leggerlo, così che poi potessimo parlarne insieme. Non è certamente l’opera più recente dell’autore romano ma mi è sembrata perfetta per avvicinare al suo mondo e al suo stile chi non abbia ancora avuto occasione di incontrarlo: L’elenco telefonico degli accolli è infatti una raccolta di storie brevi, perfetta per una lettura senza troppo impegno nel seguire con costanza la storia ma dai risvolti più profondi di quanto potrebbe apparire a prima vista.

L’edizione

Pubblicato da BAO Publishing, come tutte le opere di Zerocalcare, L’elenco telefonico degli accolli è in realtà il sesto libro dell’autore: prima c’erano stati, a partire dal 2011, La profezia dell’armadillo, Un polpo alla gola, Ogni maledetto lunedì su due, Dodici e Dimentica il mio nome. Si tratta però della seconda raccolta di storie brevi (la precedente era stata Ogni maledetto lunedì su due). In questo caso troviamo raccolte storie già pubblicate sul blog nei due anni precedenti la pubblicazione, racchiuse in una cornice originale creata ad hoc per l’occasione.

Il volume, in bianco e nero nel tipico stile di Zerocalcare, scorre tutto d’un fiato, mescolando alla perfezione ironia e profondità e affrontando con spirito divertito e disincantato gli eterni drammi quotidiani che, in fin dei conti, contraddistinguono tutti noi.

Parlare a una generazione

L’elenco telefonico degli accolli è stato per me il primo libro di Zerocalcare. Avevo letto alcune strisce sui social network, ho guardato (e amato) la serie, ma non avevo ancora avuto l’occasione di lanciarmi nella lettura di un volume per intero.
Dato il periodo frenetico che sto vivendo, devo ammettere di essere felice di aver iniziato proprio da una raccolta di storie brevi: i racconti di Zerocalcare, di qualunque tipo siano, meritano di essere affrontati con il giusto grado di attenzione e in questo momento quelli brevi hanno rappresentato il giusto compromesso per permettermi di approfondirli, interiorizzarli e apprezzarli al meglio.

Nonostante sia passato quasi un decennio da L’elenco telefonico degli accolli, in più di un’occasione nel corso della lettura mi sono ritrovata a immedesimarmi nel protagonista e a mormorare “ma parla esattamente di me!”
Penso che questo aspetto sia dovuto, oltre alla incredibile capacità narrativa di Zerocalcare, alla sua abilità nel parlare direttamente ad una generazione: quella degli allora ventenni, oggi trentenni e quasi quarantenni.
Una generazione che si sente spesso schiacciata dal peso delle aspettative e incastrata in un meccanismo in cui non si riconosce appieno. Quella generazione che, appunto, vive la sensazione di trasportare pile di scatole in equilibrio mentre cammina sulle uova, come ci racconta L’elenco telefonico degli accolli. Una generazione in bilico, che ha sempre trovato un cantore e rappresentante perfetto in Zerocalcare.

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