Recensione
È il titolo del momento, se non per la trama per la particolarità di avere episodi che possono essere guardati in qualsiasi ordine. Stiamo parlando di Caleidoscopio, la miniserie distribuita da Netflix il 1° gennaio 2023 ideata da Eric Garcia e interpretata da Giancarlo Esposito e Paz Vega.
Al centro della vicenda c’è una banda di ladri alle prese con il colpo della vita ma, ruotando il caleidoscopio, è possibile cambiare punto di vista e scoprire altre sfumature dietro l’apparenza. Gli autori giurano che Caleidoscopio sia fruibile qualunque sia l’ordine che scegliamo di dare agli episodi: un esperimento senza dubbio ardito e ambizioso.
Trama
Nell’arco di 25 anni seguiamo le vicende dello scassinatore Leo Pap, alle prese con un colpo da 7 miliardi. Attraverso i salti temporali di ciascun episodio scopriremo le sue motivazioni e quelle dei suoi complici, come il colpo è stato meticolosamente preparato e se è andato o meno a buon fine.
Non si può parlare di più della trama di Caleidoscopio perché, per sua stessa struttura, la serie è costruita in modo che sia lo spettatore a farsi la sua idea, scoprendo man mano i tasselli che compongono il puzzle. Come ci spiega anche la breve introduzione dell’episodio “Nero”, concepita per invitarci ad esplorare gli episodi nell’ordine che preferiamo.
Stile
Caleidoscopio è un esperimento ed è questo l’aspetto da tenere bene a mente nel giudicarla. Se dal punto di vista della trama non c’è niente di nuovo sotto il sole e la storia ricorda da vicino quella già vista in una serie infinita di heist movie (tra tutti Ocean’s Eleven, che non a caso mi è venuto subito in mente guardando Caleidoscopio), non è questo il punto focale della vicenda.
Di film e serie TV sulle rapine ne abbiamo visti a centinaia, infatti, ma qui ci troviamo davanti a qualcosa di inedito: la possibilità di scoprire la storia nell’ordine che preferiamo.
Ero dubbiosa all’idea che ogni episodio fosse davvero adatto ad essere guardato in qualunque ordine, eppure devo ammettere che invece l’esperimento è riuscito: ho seguito l’ordine suggerito da Netflix (Nero, Verde, Giallo, Blu, Viola, Arancione, Rosso, Rosa e Bianco) ed è stato un piacere collegare i fili man mano e notare i dettagli sparsi nelle puntate.
Ciò non toglie che si possa seguire la serie anche in ordine cronologico lineare, in ordine cronologico inverso, saltando avanti e indietro nel tempo: non esistono limiti, a patto che vi poniate nella giusta disposizione d’animo e siate pronti a prestarvi al gioco.
Un particolare che ho molto apprezzato è che, proprio come in un caleidoscopio, l’insieme sia costituito da più colori: ogni episodio si intitola come una precisa sfumatura, che ricorrerà nel corso di tutta la narrazione. Un espediente visivo di grande impatto che ha incontrato molto il mio gusto. Oltre a questo, devo ammettere che è sempre una gioia ritrovare Giancarlo Esposito, per una volta dalla parte dei “buoni”.
Un mero esercizio di stile, dunque? Non esattamente: per me Caleidoscopio tenta di innovare un genere in cui è stato praticamente già detto tutto lavorando sulla forma piuttosto che sul contenuto e regalandoci un’esperienza visiva nuova e stimolante. E aprendo orizzonti tutti da esplorare nel panorama televisivo.
Nerdando in breve
Caleidoscopio è la serie non lineare in cui gli episodi possono essere guardati in qualunque ordine. Al centro della vicenda, il colpo del secolo.
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