I miei ricordi
Non so voi ma i miei ricordi su Bianca e Bernie nella terra dei canguri sono completamente inesistenti. Infatti in 26 anni e mezzo non avevo mai visto né il classico in questione, né il suo predecessore, Le avventure di Bianca e Bernie. Il che, ho scoperto guardandoli, è un vero peccato! Oggi come oggi adoro le avventure alla Ducktales tanto quanto mi entusiasmano le storie con i topolini, e il 1990 ne ha prodotto una perfetta sintesi.
Bianca e Bernie nella terra dei canguri è proprio un interessante lungometraggio animato con due intrepidi roditori in viaggio per l’Australia (la terra dei canguri, appunto). Ma come ci sono finiti e che missione devono svolgere in quelle lande dalla fauna variegata? Vediamolo insieme.
Trama
Bianca e Bernie, divenuti celebri per il salvataggio di Penny nel capitolo precedente, vengono reclutati per una nuova missione di salvataggio. In Australia infatti, un losco bracconiere si è messo in testa di catturare un rarissimo esemplare di aquila dalle penne d’oro.
Il piccolo Cody, sua sfortuna, incontra il malintenzionato subito dopo aver incontrato l’aquila, ritrovandosi a dover scegliere fra la propria libertà e quella dell’animale. Non volendo rivelarne la posizione, viene rapito, ma un topolino di campagna assiste al ratto e attraverso una rete di comunicazione straordinariamente all’avanguardia, riesce a mandare la richiesta di soccorso alla Società Internazionale di Salvataggio.
L’ente, gestito da roditori di piccola taglia, non se lo fa ripetere due volte e manda i suoi migliori affiliati nella Terra dei canguri. Bianca e Bernie si ritroveranno quindi coinvolti in un viaggio rocambolesco pieno di incontri curiosi e difficoltà da affrontare, senza rinunciare ai modi gentili e un po’ impacciati che li caratterizzano.
Curiosità
Bianca e Bernie nella terra dei canguri riscosse più successo del capitolo precedente, diventando non solo il primo classico Disney ad avere un sequel canonico, ma anche il primo seguito a essere più apprezzato del predecessore.
Inoltre, è fra i pochi film d’animazione Disney a non avere canzoni: in tutti i 74 minuti di cui si compone, non succede mezza volta che i personaggi inscenino un musical. Non è un caso! Quando la produzione iniziò a lavorare al classico era la fine degli anni ’80 e i film di avventura spopolavano alla grande! Inoltre, gli Stati Uniti stavano iniziando a diventare più sensibili verso i temi ambientalisti, perciò fu colta la palla al balzo: niente canzoni, o avrebbero spezzato il ritmo dinamico tipico del genere, e una trama che inneggia alla tutela faunistica, seconda (cronologicamente) solo a Bambi.
Come se non bastasse, Bianca e Bernie nella terra dei canguri detiene il record come primo film Classico Disney a utilizzare una lavorazione completamente digitale (ossia il il CAPS, Computer Animation Production System). Fino ad all’ora, infatti, la lavorazione avveniva direttamente su pellicola.
Una storia di animali (non) parlanti
In tutto Bianca e Bernie nella terra dei canguri vediamo moltissimi animali, ma non tutti parlano! Se non c’è dubbio che la Società Internazionale di Salvataggio sia composta da animali parlanti (altrimenti temo non esisterebbe il film così come lo conosciamo), in Australia i due eroi conoscono diverse altre bestie. Canguri (ovviamente) ma anche un clamidosauro (la lucertola col collare a ombrello), un koala e ancora altre creature. Tuttavia, i coccodrilli, il facocero, l’aquila e il varano, contrariamente agli altri, non parlano in maniera comprensibile.
Come mai? Ho una teoria completamente arbitraria, secondo la quale i quattro animali citati non parlano perché il fatto che siano incomprensibili è parte integrante della loro caratterizzazione.
Coccodrilli
In un universo in cui dei topolini, volando su un albatro da una parte all’altra del globo, vogliono salvare un umano, un branco di coccodrilli famelici nuota nel fiume sperando di riuscire a papparselo. Se questi parlassero, e se quindi fossero empatici, non avrebbero avuto alcun motivo fuorché la fame per mangiarsi il piccolo Cody. Tuttavia, l’esplicita volontà di un essere parlante di mangiarsene un altro (per giunta umano e bambino) credo sarebbe stata troppo cruenta. Per cui, affinché i coccodrilli rivestissero il ruolo di trappola fluviale, era necessario che non fossero comprensibili.
Facocero
Il facocero, onestamente, non me lo spiego in maniera convinta: Bernie gli parla, ed è evidente che questo intende ciò che gli viene detto, eppure si limita a grugnire. Probabilmente, il suo ruolo avrebbe dovuto essere marginale e dargli voce avrebbe comportato un’importanza non necessaria (oltre che, va da sé, un doppiatore in più da stipendiare). Quindi forse un po’ per risparmio, un po’ per inutilità, il facocero è muto e tale doveva essere.
Varano
Sul varano mi sono interrogata per quasi tutto il film, essendo l’assistente del cattivo (avete presente Jago per Jafar o le iene per Scar? Così, ma con meno acume). Alla fine mi sono risposta che Joanna (questo il nome della bestia) si limiti a grufolare perché non dargli voce ne avrebbe rafforzato l’immagine di creatura non in grado di pensare con la propria testa, rendendola coerente con il ruolo da tirapiedi che riveste.
Aquila
Infine, l’aquila: la maestosa creatura dalle penne dorate riesce a comunicare con i personaggi pur senza mai parlare. Il che, complice il viaggio finale sul suo dorso, il tema portante del film (un viaggio con interessi umanitari) e di un anello che viene portato per tutto il cammino, mi ha fatto pensare al Signore degli Anelli. E se l’aquila, gigante, rarissima e maestosa, non fosse altro che un riferimento (citazione? omaggio?) alla celebre opera di Tolkien? Di fatto Gwaihir salva Frodo e Sam dalla morte certa sul monte Fato, e analogamente vediamo succedere qui con Cody, Bianca e Jake, in caduta libera da una cascata. A prescindere dai riferimenti letterari, quell’aquila rappresenta sicuramente l’elemento straordinario del film (più dei topi parlanti intendo), incarnando quell’aspetto religioso che forse nel primo film era più evidente.
Com’è invecchiato
Per quanto mi riguarda, direi splendidamente! Bianca e Bernie nella terra dei canguri si difende benissimo tutt’oggi, presentando personaggi semplici ma perfettamente adatti per la storia che raccontano. Come vi dicevo in apertura, complessivamente mi ha ricordato un episodio di DuckTales, pur con una durata particolarmente abbondante e una totale assenza di paperi.
Non saprei dire con certezza chi sia il protagonista della storia, se Bernie o Cody, forse entrambi, ma non credo sia necessaria una spartizione netta dei ruoli per sostenere che Bianca e Bernie nella terra dei canguri sia una favola di tutto rispetto, che giustamente è entrata a far parte dei classici.
Vi lascio con una chicca finale: se avete letto il primo libro de La guida galattica per gli autostoppisti (Douglas Adams, 1979) sapete che in realtà le creature più intelligenti del pianeta Terra non sono gli umani, bensì i topi. Ecco, dopo aver visto Bianca e Bernie nella terra dei canguri ho formulato la teoria che il film in questione si svolga coerentemente con quanto indicato da Adams, e che tutto ciò che vediamo succedere, dalla Società Internazionale di Salvataggio alla mirabolante catena che dall’Australia porta un messaggio di aiuto a New York, sia solo un’ennesima dimostrazione del fatto che l’autore britannico aveva ragione.
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