Il gioco di cui vi voglio parlare è uno strategico tattico a turni di cui ormai sono fan: i personaggi sono un gruppo di umani e ibridi alieni armati fino ai denti che possono salire di livello e potenziare le proprie abilità. Il suo immaginario prende a piene mani da titoli ormai cult che fin dal secolo scorso ci tengono compagnia.
Beh, ovviamente sto parlando di Mario + Rabbids Sparks of Hope, Il seguito dell’ottimo crossover di Ubisoft in uscita il 20 ottobre 2022!
Recensione
Additato da molti come un clone di XCOM, Mario + Rabbids Kingdom Battle (il primo capitolo della saga, uscito nel 2017) era già un prodotto con una sua identità. I suoi punti di forza erano l’immediatezza del gameplay a fronte di una profondità strategica di tutto rispetto e la sua anima “gdr” che si rifletteva nella specializzazione dei personaggi e dei loro alberi delle abilità.
Il nuovo capitolo, Mario + Rabbids Sparks of Hope, è una netta evoluzione di questa filosofia di gioco e aggiunge elementi dove serve senza però dimenticare di rielaborare da zero le parti che non funzionavano poi così bene nel gioco precedente.
Anche se i personaggi sono estremamente family friendly (oddio, i Rabbids nemmeno più di tanto), gli studi di Ubisoft Milan e Ubisoft Paris hanno lavorato sodo per creare un’esperienza strategicamente profonda, il che rende il gioco molto più godibile da adulti o comunque da ragazzi più grandicelli. L’abilità del giocatore non si misura saltellando in giro su piattaforme e livelli, ma con una costante ottimizzazione dei propri attacchi, combo e build, dentro e fuori dalle battaglie.
Gameplay
Per chi non ha mai giocato a questo tipo di strategici, il cuore del gioco sta nel combattere fra due fazioni, a turno, effettuando varie azioni, solitamente in numero limitato. In Mario + Rabbids Sparks of Hope ogni personaggio ha accesso a due azioni a turno, che possono essere divise fra attacchi, abilità speciali, abilità degli Spark e oggetti consumabili. Quasi ogni atto ha un raggio d’azione ben definito che viene influenzato anche dalla conformazione del terreno: nemici e alleati possono ripararsi dietro a vari livelli di copertura e subire meno danni, ci sono strapiombi in cui non bisogna cadere ed effetti ambientali come turbini di vento e altre mirabolanti anomalie climatiche.
Come nel primo gioco, le partite si alternano fra overworld e battaglie, con una sostanziale variazione: i vari mondi di gioco sono liberamente esplorabili e al loro interno si incontrano portali e nemici vaganti che portano ai combattimenti (un po’ alla Pokémon, per capirsi), al contrario dei vecchi “corridoi” che portavano periodicamente a finire sul campo di battaglia in cui si svolgono gli scontri, senza soluzione di continuità.
Questa soluzione permette di avere dei livelli decisamente più d’atmosfera e belli da vedere senza però perdere la possibilità di avere arene con la classica struttura a “scacchiera”. Arene in cui ci si può finalmente muovere liberamente senza dover decidere come e quando effettuare l’azione di movimento. Questa è una delle caratteristiche più dinamiche e fresche del gioco, non ci sarà quindi una casella in cui spostarsi, ma un range circolare in cui i personaggi possono muoversi liberamente finché non effettuano un attacco.
Il combattimento è cristallizzato quasi interamente nella struttura a turni, ma diversi eventi sono comunque in tempo reale, come ad esempio il timer di Bob-ombe attivate, il tempo di planata dopo i salti effettuati oppure gli effetti ambientali dell’arena. Il che rende il gioco meno “scacchistico”, ma più dinamico.
Sul lato tattico, almeno inizialmente, la squadra è composta da un mix di volti celebri dal mondo di Super Mario Bros. (lo stesso Mario, il fratello Luigi e la principessa Peach) e da un rostro composto dalle controparti Rabbid dei tre personaggi Nintendo. Ognuno di essi rappresenta uno stile di gioco o, se vogliamo, una classe. Mario è l’attaccante bilanciato, Luigi il cecchino, Peach la protettrice, Mario Rabbid il berserker corpo a corpo, Luigi Rabbid l’avvelenatore e la wannabe influencer Peach Rabbid il tank curatore armato di missili (non a caso, è la più comica di tutti). In aggiunta, ci saranno almeno altri tre personaggi da sbloccare che però non voglio spoilerarvi troppo. Vi dico solo che una di essi è un personaggio inedito di nome Edge che ricopre il ruolo, più o meno, di un DPS.
Ah, è già stato annunciato un DLC con… Rayman! RAYMAN!!!
Ogni singolo personaggio ha a disposizione per il potenziamento quattro alberi di abilità (più un quinto sbloccabile battendo nemici segreti) e due slot per gli Spark, oltre a un pool di oggetti comuni a cui tutti possono accedere durante i combattimenti. Le abilità a disposizione sono solitamente potenziamenti relativi a capacità o specializzazioni del personaggio e in combinazione agli Spark permettono di creare diverse build per ogni personaggio (i punti abilità sono resettabili in qualsiasi momento e anche singolarmente per ogni abilità).
Ma cosa sono questi Spark che continuo a nominare? Come ho scoperto all’inizio del gioco con mia immensa gioia, sono la versione Rabbid degli Sfavillotti di Super Mario Galaxy! Il primo di questi buffi esserini arriva sulla Terra per chiedere aiuto per salvare la loro mamma, Rosalinda. Man mano che si prosegue nella storia, si otterranno molti Spark, che possono essere assegnati fino a un massimo di due per ogni personaggio. Ognuno di essi garantisce almeno due effetti e, in combo con le abilità del personaggio a cui sono assegnati e con tutti gli effetti dei compagni, rendono la gestione della battaglia una buona sfida. Non si tratta ovviamente di un gioco estremamente hardcore, ma in aggiunta alla regolazione della difficoltà, ci si può rilassare anche un filo meno del previsto.
Ma non finisce qui, perché in Mario + Rabbids Sparks of Hope ci sono ben tre valute: le classiche monete di Super Mario, le Astroschegge e le monete del mondo (una valuta specifica che si trova e ha valenza solo nei mondi di appartenenza). Entrambi i tipi di monete servono per acquistare skin e oggetti consumabili utilizzabili in battaglia, come funghi curativi, blocchi POW che fungono da granate e power-up vari. Le Astroschegge, invece, servono per nutrire gli Spark e farli salire di livello, garantendogli così di potenziare i propri effetti.
Trama
Sì, ok, non è per la trama che giocherete a Mario + Rabbids Sparks of Hope, però c’è. La storia parte poco dopo la fine del primo gioco, con tutti i Rabbid e abitanti del regno dei funghi che vivono in armonia, nel momento in cui arriva una gigantesca manta che sbrodola oscurità su tutto quello che incontra. La manta rapisce Peach Rabbid e da lì Mario e compagnia bella iniziano a prodigarsi per liberarla, di fatto dando vita al tutorial del gioco. Poco dopo, veniamo a conoscenza del fatto che una misteriosa creatura di nome Cursa sta consumando con l’oscurità vari mondi della galassia. A questo punto, la banda di eroi parte per malmenare tutti gli esseri controllati da Cursa e sconfiggere le propaggini di Oscutiferio, l’energia oscura da essa usata, per poi purificarla e utilizzarla come mezzo di spostamento nella galassia.
La trama è un validissimo pretesto per una serie di situazioni comiche e talvolta epiche (Le armi e le animazioni di attacco dei vari personaggi sono fichissime), ma anche per mostrare una serie di mondi molto variopinti. Su ognuno di essi ci sarà una missione principale da seguire, composta da più battaglie (solitamente con strutture atipiche dal resto) e rompicapi nell’overworld, così come una serie di missioni secondarie e incontri liberi con nemici che porteranno a combattimenti molto brevi e immediati, che non spezzano troppo il ritmo ma permettono di farmare esperienza e monete.
Devo ammettere che a fronte di una storia abbastanza semplice, l’enorme farcitura di citazioni al mondo Nintendo (e non solo) e la capacità comica dei Rabbids colmano qualsiasi necessità di narrazione e sono perfette per un gioco di questo tipo. Tutto sommato viene anche voglia di scoprire cosa succederà alla fine e scoprire se si cela qualcuno dietro la maschera di Cursa, quindi direi che il bilanciamento fra una trama complessa e la presenza di personaggi… non esattamente complessi, è raggiunto alla grande.
Grafica e sonoro
Partendo dal comparto audio, la colonna sonora è stata curata da Grant Kirkhope, Gareth Coker e Yoko Shimomura, tre compositori che hanno alle spalle decine di titoli rinomati proprio per le musiche. Al suo interno troviamo piccole citazioni ai classici di Super Mario e pezzi originali di ogni genere. È una soundtrack che definirei efficace, ma non particolarmente protagonista della situazione.
I dialoghi di gioco non sono pochi e quelli ingame sono solitamente doppiati. Stranamente, solo i due robot assistenti sono completamente doppiati, i Rabbids (che sono la maggioranza dei personaggi parlanti) sono stranamente doppiati solo parzialmente: quando un dialogo compare a schermo, il personaggio parlerà solo per dire la prima parte del testo o per fare un’esclamazione che “riassume” il tutto.
Non ho capito il perché di questa scelta, ma penso sia stata fatta per un concetto di snellimento del gameplay: i robot aiutanti solitamente spiegano concetti di gioco, quindi una completa enunciazione dei concetti può aiutare anche i più piccoli giocatori.
I personaggi che si trovano in giro per i vari mondi, invece, hanno dei dialoghi quasi esclusivamente “caratterizzanti” che solitamente non danno particolari informazioni necessarie al proseguimento del gioco. In questo modo si può avere un’idea del tono del dialogo senza doverlo ascoltare per intero e allo stesso tempo leggerne il contenuto in velocità. Credo sia più una scelta artistica che altro, perché tutto il gioco è dedito a rendere il gameplay scorrevole e ritmato, anche nei momenti fuori dai combattimenti.
Per quanto riguarda la resa grafica, Mario + Rabbids Sparks of Hope sembra essere basato sullo stesso motore grafico del precedente, con notevoli migliorie a livello di pulizia dell’output video. Per esempio, non sembrano esserci tracce di alcun aliasing, nemmeno in modalità portatile. Non ho notato rallentamenti o scattosità, neppure in battaglie discretamente grandi.
I mondi di gioco sono notevolmente più coesi e dettagliati di quelli di Kingdom Battle e la cosa più bella e soddisfacente delle migliorie apportate è la telecamera completamente libera sia fuori che dentro le battaglie. C’è comunque un sistema di posizionamento intelligente in base al contesto, ma devo dire che il feeling è quello di star giocando a un’avventura 3D di Super Mario e non a uno strategico, soprattutto nell’overworld.
Lo stile delle interfacce è studiatissimo, fruibile ed efficace, sicuramente uno dei miei preferiti. Le grafiche flat, le icone ben definite, i colori saturi al punto giusto. Tutto ha il sapore di una user experience ben studiata. Ci vuole un pochetto per capire la funzione di ogni menu di gestione della squadra, ma diventa presto intuitivo capire a sentimento dove mettere le mani per migliorare una certa area di competenza di un personaggio o come creare velocemente una build prima di una battaglia.
Prezzo
Mario + Rabbids Sparks of Hope è disponibile esclusivamente su Nintendo Switch al prezzo di 59,99€.
In conclusione
Dopo aver giocato a Kingdom Battle, la voglia di avere nuovi livelli da affrontare era mitigata da una certa ripetitività nelle tattiche di squadra e un po’ di legnosità nei controlli e meccaniche. Mario + Rabbids Sparks of Hope ha completamente risolto questi problemi e sinceramente non ho trovato un singolo aspetto di cui lamentarmi.
Ogni sfaccettatura del gameplay è pensata per avere un gioco che definirei fluido. Non c’è un momento morto, c’è sempre qualcosa da fare ed è sempre qualcosa di diverso. Si combatte, si potenzia, si esplora. Si può giocare per mezz’ora come per un intero pomeriggio e non ci si annoia mai.
Il team guidato da Davide Soliani ha creato un gioco fatto come si deve. Non solo, è un seguito fatto più che bene: è palese che sia stata fatta un’attenta valutazione di ciò che andava mantenuto e di ciò che andava cambiato rispetto al precedente. Questo lavoro si nota benissimo e il risultato è un gioiellino.
A questo punto, non vedo l’ora di scoprire cosa riusciranno a creare con un dovutissimo terzo capitolo.
Nerdando in breve
Se cercate un gioco rifinito con una cura quasi artigianale, Mario + Rabbids Sparks of Hope è uno strategico tattico a turni non troppo complesso, ma con una profondità e un livello di sfida in grado di appagare giocatori di tutte le età o con approcci molto diversi fra loro.
Trailer
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