Ho sentito parecchio parlare di Cult of the Lamb, gioco che unisce religione, un agnello e meccaniche roguelite che ha attirato la mia attenzione.
Recensione
Cult of the Lamb è edito da Devolver Digital, sviluppato da Massive Monster ed è disponibile per Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, Windows, Xbox One e Xbox Series X/S.
Il protagonista è, come si può intuire dal titolo, un agnello che sta per essere sacrificato ma viene salvato da The One Who Waits che, ovviamente, chiede qualcosa in cambio: ci toccherà gestire il suo culto che è caduto nel dimenticatoio.
Gameplay
Ciò che ho amato di Cult of the Lamb è la sua duplice natura.
Da un lato, c’è una parte che oserei definire gestionale, che ricorda quanto visto nella serie Animal Crossing, con una fase di esplorazione, raccolta di materiali e infine costruzione di edifici che faciliteranno la vita a noi e ai nostri seguaci; gli adepti che porteremo dalla nostra parte non staranno con le mani in mano e, assegnandogli dei compiti, ci aiuteranno ma dovremo stare attenti anche alle loro caratteristiche e necessità per non farli allontanare dal nostro culto.
La parte più roguelite, simile a titoli come Hades, è dedicata al combattimento: ci toccherà visitare dungeon generati proceduralmente divisi in stanze e, addentrandoci, affronteremo nemici o potenzieremo il nostro personaggio in una stanza dedicata, dopo sceglieremo un tarocco che ci darà un determinato bonus; alla fine, ci toccherà sconfiggere un boss per uscire.
Il combattimento si affronta utilizzando un’arma e una maledizione da scagliare contro gli avversari mentre, per schivare gli attacchi, avremo a disposizione la schivata.
Comparto tecnico
Ho provato Cult of the Lamb su Nintendo Switch e l’ho apprezzato tantissimo.
La direzione artistica è fortemente ispirata. La scelta di utilizzare uno tratto da cartoon, che potrebbe far pensare che si tratti di un titolo dedicato a un pubblico giovane, per trattare argomenti pesanti come, per esempio, il sacrificio di essere viventi, è azzeccatissima e dona un’ottima atmosfera al gioco.
Un punto a favore è anche la fluidità: anche nelle fasi più concitate e piene di personaggi a schermo non ci sono cali di fps e si sa come questo sia importantissimo in prodotti del genere.
Il comparto sonoro è buono sia per quanto riguarda la musica che i suoni che il parlato.
Impressioni
Cult of the Lamb è davvero, come si scrivi in questi casi, un piccolo gioiello.
Non è un semplice roguelite (i bonus che si acquisiscono nel corso della storia restano a disposizione anche in caso di morte che non è molto punitiva) perché, oltre alla classica fase di combattimento, c’è una grande e importante parte gestionale nella quale si cercheranno le risorse da utilizzare per la costruzione di oggetti ed edifici che serviranno per far progredire il culto e gestiremo i fedeli che lavoreranno per noi, il cui umore andrà sempre controllato per non far perdere devozione e per far sì che ci siano sempre più attaccati.
Se non bastassero l’ottima duplice natura e un robusto comparto tecnico, non si può non adorare la maniera ironica con la quale è stata trattata una tematica complicata come la religione.
Cult of the Lamb richiede una ventina d’ora per essere terminato e, se volete, è presente un interessante integrazione con Twitch (solo nella versione PC) che trasformerà i vostri follower in seguaci, per una maggiore immersività. Volendo trovare a tutti i costi un punto debole, mi è sembrato non troppo sfidante ma non credo sia un elemento necessariamente negativo.
Insomma, c’è di tutto per giocare e divertirsi a lungo e il prezzo è anche molto contenuto: perché non dovreste provare uno dei titoli più interessanti di questi mesi?
Nerdando in breve
Cult of the Lamb è un titolo dalla natura duplice che vale la pena di giocare.
Trailer
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