Recensione
Quando una decina di anni fa mi tornò l’interesse per il gioco da tavolo, mi stupii di quanto, nel frattempo, tutto fosse cambiato rispetto ai “classici” che giocavo da piccolo, e di quanto l’offerta fosse esplosa, in quanto a generi, qualità e quantità.
Mentre provavo ad informarmi, alcuni nomi uscivano sempre fuori, ed uno di questi era Race for the Galaxy, titolo uscito nel 2007 ad opera di Tom Lehmann per Rio Grande Games. Già il nome mi incuriosiva, letto poi che si trattava di fondare un impero galattico in una mezz’oretta e con le carte, ho deciso che prima o poi avrei dovuto provarlo.
Nel giro di poco, Race for the Galaxy divenne un classico del gioco da tavolo moderno e tutt’oggi ha legioni di estimatori e di persone che mai e poi mai si separerebbe dalla propria copia.
Pur essendo un gioco popolarissimo, l’edizione italiana era esaurita da tempo, facendo così che molti nuovi iniziati a questo hobby non potessero scoprire questo classico moderno; per fortuna, finalmente, Race for the Galaxy è appena tornato nella sua seconda edizione rivisitata e tutta in italiano grazie a Ghenos Games, e oggi vogliamo dirvi se dopo tutti questi anni vale ancora la pena metterlo sul tavolo.
Componenti
Nella scatola di dimensioni contenute di Race for the Galaxy trova spazio la seguente componentistica:
- 156 carte (11 carte pianeta iniziale, 109 carte da gioco, 4 gruppi di 7 carte azione giocatore e 8 carte azione per partite a 2 giocatori esperti) 63,5x88mm
- 4 plance riassuntive
- 28 segnalini Punti Vittoria
- 1 regolamento
Essendo un gioco che utilizza le carte per tutte le azioni, è composto praticamente da quelle più i segnalini punti vittoria; le illustrazioni sono quelle originali e onestamente mi piacciono, anche se molti le reputano non eccezionali.
A me ricordano quel feeling da fine anni ’90 – inizio 2000 e i videogiochi di fantascienza di quegli anni. Ci sono cresciuto, che ci volete fare?
Consiglio assolutamente di imbustare le carte, perché il rimescolamento e il maneggiamento sono continui e quindi si rischia di danneggiarle con l’uso.
Voglio segnalare, riguardo ai componenti, una bellissima tendenza che si riscontra ultimamente e che anche questa nuova edizione di Race for the Galaxy abbraccia: è stato introdotto, accanto ai classici colori, un simbolismo apposito per daltonici, in modo che tutti possano giocare. Questo è il mondo del boardgaming che ci piace!
Come si gioca
Race for the Galaxy è un gioco di carte in tutto e per tutto, che le sfrutta per qualsiasi cosa, anche come moneta e come risorsa.
La versione base permette la sfida da 2 a 4 aspiranti imperatori galattici dai 13 anni in su, per una durata media che si attesta sui 30-60 minuti, una volta che si sia presa dimestichezza con il sistema e, soprattutto, con i famigerati simboli di cui vi parlerò tra poco.
Si comincia il gioco distribuendo casualmente un pianeta di partenza; poi, si pescano 6 carte e se ne tengono 4 per formare la mano iniziale. Ogni giocatore, inoltre, avrà a disposizione le 7 carte che descrivono le fasi, ovvero le azioni che possono essere eseguite ad ogni turno.
La meccanica di base potrebbe ricordare Puerto Rico: ad ogni round, infatti, ogni giocatore sceglie una delle 5 fasi disponibili e la esegue con il bonus:
- Esplorazione: pesco 2 carte e ne tengo una. Bonus: pesco 5 carte, oppure ne pesco una in più e né tengo una in più.
- Progresso: gioco una carta progresso, che rappresenta avanzamenti o tecnologia. Insomma, le carte col rombo. Bonus: pago 1 carta in meno.
- Colonizzazione: gioco una carta pianeta nel mio impero; se è prospero, ci metto sopra una carta merce. Bonus: pesco una carta dopo aver giocato un pianeta.
- Trasformazione: permettono di scartare le merci ed ottenere carte e/o punti vittoria. Bonus: ne esistono di due tipi, in particolare il commercio ($), che può essere usato SOLO da chi lo sceglie esplicitamente.
- Produzione: produco risorse sui pianeti produttivi (non su quelli prosperi). Bonus: produco su un pianeta prospero.
La fase scelta, quindi, si esegue nella sua versione potenziata, esattamente come in Puerto Rico; le fasi scelte dagli avversari le si giocano comunque, ma nella loro versione base.
La maggioranza delle carte da noi giocate (che rappresentano il nostro impero), presenta delle abilità che entrano in gioco nel momento in cui scegliamo la fase ad esse associate. Per esempio, se un progresso mi permette di pagare una carta in meno per colonizzare un pianeta, questo sconto lo otterrò durante la fase di colonizzazione.
Ogni carta ha un costo per essere giocata, che va pagato, tanto per cambiare, con carte dalla propria mano; allo stesso modo, quando un pianeta produrrà le sue risorse, esse saranno rappresentate da carte coperte. Semplice e geniale.
Non starò assolutamente qui a descrivervi per filo e per segno la differenza tra mondi militari, prosperi, i vari tipi di merci e tutti i poteri associati alle carte, perché non è questo il posto giusto per farlo; sappiate però che il regolamento, una volta fatta la prima partita, è abbastanza semplice da capire e scorre chiaro.
Il problema, e questo è un fatto riconosciuto, è piuttosto nell’imparare a riconoscere i simboli sulle carte, che sono tanti e ne descrivono sinteticamente i poteri: per le prime partite, è impossibile non ricorrere all’aiuto del manuale e delle plance riassuntive, purtroppo. Macinando partite su partite, e vi assicuro che accadrà, pian piano sarete tutti in grado di districarvi agilmente.
Abbiamo detto che il flusso di gioco è abbastanza semplice e lineare, ma altro paio di maniche è diventare bravi: Race for the Galaxy è basato sul costruirsi un motore di gioco, di ottimizzazione e di scambio di risorse in modo tale da accumulare la maggiore quantità di punti vittoria entro il fine partita, che occorre non appena uno dei giocatori gioca nel suo impero la dodicesima carta, o quando siano esauriti i segnalini punti vittoria.
A dispetto del suo apparire, si tratta infatti di un titolo molto profondo, che lascia spazio ad una grande quantità di strategia, tattica e sperimentazione, oltre che estremamente variabile, anche grazie alla randomicità data dalla pesca delle carte; questo però non inficia il divertimento, anzi, permette che le carte girino parecchio.
Essendo un classico, i commenti e le guide strategiche su internet si sprecano, ma secondo me è più bello scoprire quanto Race for the Galaxy abbia da offrire direttamente sul campo!
Race for the Galaxy, nella sua versione base, è un titolo che non offre interazione di tipo diretto tra i giocatori, un po’ come il sempre citato Puerto Rico; saremo quindi noi ad essere la causa primaria dell’ascesa o del fallimento del nostro stesso impero.
Race for the Galaxy è perfettamente giocabile da 2 a 4 giocatori; a parere di chi vi scrive, però, le partite a 2 giocatori splendono in particolar modo, e per i giocatori esperti è prevista una apposita variante per renderle ancora più avvincenti, strategiche e particolari, con la possibilità di scegliere due fasi a turno.
Seconda edizione revisionata
Un paragrafo a parte voglio spenderlo a riguardo delle differenze di questa seconda edizione rivisitata rispetto alla prima.
Questi i cambiamenti:
- 6 nuovi pianeti iniziali
- 5 carte aggiornate
- simboli per daltonici
- scelta pianeti iniziali
Ciò teoricamente rende le espansioni pubblicate in passato compatibili con la nuova edizione, a meno di differenze di stampa.
Espansioni
Race for the Galaxy negli anni ha ricevuto tanto amore, e in virtù del successo sono poi uscite tante espansioni per arricchire l’esperienza.
Per questa nuova edizione, le prime tre espansioni (La Tempesta si Avvicina, I Ribelli contro l’Impero e Sull’Orlo della Guerra) sono state raggruppate e ripubblicate in un unico pacchetto chiamato Rischio Calcolato, uscito in concomitanza con la nuova edizione e che aggiunge molta carne al fuoco, rendendo il gioco più ricco e complesso. Introducono, ad esempio, il gioco in solitario, oppure un’interazione più marcata tra i giocatori che possono letteralmente muoversi guerra. Capite bene che l’impianto classico ne viene modificato.
Le espansioni noi non le abbiamo giocate, ma avendo letto i regolamenti, vi consigliamo di introdurle una volta che abbiate approfondito il gioco base.
Conclusioni
Come vi dicevo nell’incipit, Race for the Galaxy è oramai un grande classico dei giochi da tavolo, e ci sono persone che ci giocano da più di un decennio, che ne studiano le strategie e che sanno le carte a memoria.
Io di esperienza ne ho molto poca e spero di migliorare, perché ho capito, provandolo, che Race for the Galaxy è effettivamente un gioco davvero eccezionale, che merita di essere riscoperto e giocato ancora per tanti anni grazie a questa nuova edizione, per di più completamente tradotta in italiano.
Se amate i giochi di carte, se non vi fate spaventare dai simboli e volete diventare imperatori galattici, Race for the Galaxy vi aspetta lì sullo scaffale: adottatelo e non ve ne pentirete!
Nerdando in breve
Race for the Galaxy è tornato! Il gioco di carte che permette di diventare imperatori galattici torna nella sua nuova edizione revisionata e completamente in italiano.
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