Ancora intenti a digerire la lite Will Smith-Chris Rock ci è arrivata una notizia ben peggiore e ben più triste: si ritira Bruce Willis. Attraverso un comunicato stampa ci è stato detto che gli è stata diagnosticata l’afasia, un distrubo cognitivo che colpisce la zona del cervello usata per comunicare. Un epilogo molto triste e che mette in una prospettiva decisamente sinistra i ben sette film che ha fatto lo scorso anno, uno sforzo titanico nelle poverate più assolute, fatto probabilmente per racimolare qualche soldo in più. A noi piace ricordare Bruce quando era un duro e un grande attore.
Gli improbabili inizi
L’angolo del ‘non tutti sanno che’ non può che contenere qualche aneddoto su Willis. L’attore è nato nel 1955 in Germania, dove il padre faceva il militare e da piccolo era balbuziente. Dopo aver studiato recitazione e aver fatto tra le altre cose il buttafuori e l’investigatore privato, diventa famoso come attore comico a metà anni Ottanta con la serie TV Moonlighting. La serie fu un enorme successo e Willis vinse un Golden Globe e un Emmy. Nello stesso periodo esordisce al cinema in due film comici di Blake Edwards, Appuntamento al Buio (1987) e Intrigo a Hollywood (1988). Addirittura incide due album di pop-blues, The Return of Bruno e If it don’t kill you, it just makes you stronger. L’improbabile svolta è però dietro l’angolo.
Il successo
La svolta nella sua carriera avviene nel 1988, quando Willis viene scritturato in quello che è il suo ruolo più famoso e uno dei film d’azione migliori di sempre Die Hard – Trappola di cristallo. Willis non era ovviamente la prima scelta, ma almeno la decima. Il film, teoricamente un sequel del film Inchiesta Pericolosa del 1968, fu proposto per motivi contrattuali prima al settantenne Frank Sinatra, poi a tutti gli attori d’azione più famosi. Quello che ci andò più vicino fu Arnold Schwarzenegger che rifiutò per fare una commedia, I gemelli. Alla fine fu scelto Willis per dare un tono più umano e scanzonato al personaggio. Fu un successo clamoroso e Willis da un giorno all’altro divenne una star action.
Il personaggio di John McClane è diventato una seconda pelle per Willis, che ritornò a interpretare il personaggio in tutti i suoi seguiti, da 58 Minuti per Morire (1990) fino a Die Hard – Un buon giorno per morire (2013). Il terzo film della saga Die Hard – Duri a morire (1995) aiutò l’attore a risollevarsi dopo una serie di flop. Il quarto capitolo doveva essere inizialmente il film che poi divenne L’ultima alba (2004).
Il sorprendente successo di Trappola di cristallo non significò l’abbandono della commedia per Willis. Infatti subito dopo quel film doppiò il neonato protagonista di Senti chi parla (1989) e del suo seguito Senti chi parla 2 (1990) e nel 1992 è co-protagonista della commedia nera La morte ti fa bella (1992).
Il picco e il finale
Gli anni ’90 furono probabilmente il decennio d’oro per Willis, che alternò fasi di flop a resurrezioni commerciali. Accanto infatti a ruoli di spessore in film di successo come Pulp Fiction (1994), L’ultimo boyscout (1991), L’esercito delle 12 scimmie (1995), Armageddon (1998) e Il sesto senso (1999), è protagonista di flop leggendari come Il falò delle vanità (1990), Hudson Hawk (1991), Genitori cercasi (1994), Il colore della notte (1994) e La colazione dei campioni (1999).
Negli anni 2000, Willis ebbe subito un grande successo con FBI Protezione Testimoni (2000). Grazie a una scommessa persa sul set del film con il co-protagonista Matthew Perry compare anche in un paio di episodi di Friends. Willis per quell’interpretazione vinse il suo secondo Emmy. Quel piccolo ruolo rappresenta un distillato purissimo del successo dell’attore, capace di fare il duro solo con lo sguardo all’essere un credibile rubacuori e un personaggio ridicolo nello spazio di una scena.
Questa sua capacità di passare da uno spettro all’altro si vede in molti dei suoi ruoli degli ultimi 20 anni, dove passa dai granitici protagonisti di Sin City (2005) e Looper (2012) ai più simpatici protagonisti di RED (2010) e Moonrise Kingdom (2012). Più di recente aveva ripreso il ruolo del tormentato supereroe di Unbreakable (2000) in Glass (2019). Peccato sia finita così, in un tripudio di film brutti, ma non si cancellano i decenni precedenti.
Yippee-ki-yay, Bruce.
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