Recensione
Sono sempre a caccia di nuove serie TV da divorare e sempre ben disposta a consigli di ogni tipo: è così che, grazie al suggerimento della mia amica Marijana, mi sono imbattuta in Manifest, una serie che in realtà va in onda già dal 2018 e nel 2021 è stata cancellata per poi essere acquistata da Netflix con la promessa di concluderla.
Probabilmente aveva già la sua fetta di seguaci ma la mossa di Netflix, che sta producendo la quarta e conclusiva stagione e ha aggiunto le prime tre al suo catalogo, ha senz’altro fatto sì che Manifest raggiungesse un pubblico molto maggiore rispetto al passato, facendolo diventare rapidamente il fenomeno televisivo del momento.
D’altra parte, gli elementi per catturare il pubblico ci sono tutti: la vicenda ruota infatti intorno a un intricatissimo mistero, perfetto per dare modo al pubblico di interrogarsi e sbizzarrirsi in teorie e previsioni su quale sia la verità. Gli enigmi a incastro e la recitazione (forse a volte troppo) enfatica fanno il resto.
Trama
Di ritorno dalla Giamaica, i 191 passeggeri del volo 828 atterranno a New York dopo aver attraversato una violenta turbolenza. Una volta a terra, però, scoprono che il loro aereo era scomparso dai radar durante il viaggio, ben cinque anni e mezzo prima. Nessuno di loro ha vissuto un’esperienza più lunga di quella prevista dal piano di volo, tant’è che non sono invecchiati di un giorno, mentre il mondo che li circonda è andato avanti, credendoli ormai morti.
Cosa è successo davvero? E perché i passeggeri, una volta tornati, continuano ad avere strane visioni che sembrano profetiche? Il mondo riuscirà ad accettarli?
Stile
Il mistero che fa da motore a Manifest è davvero intrigante, come sempre quando si gioca con lo spazio-tempo. Il volo 828, infatti, sembra proprio aver viaggiato avanti nel tempo ma la soluzione, naturalmente, non sarà così semplice -per quanto incredibile- come appare all’inizio.
Con la sua trama ad incastro, infatti, Manifest inanella un enigma dietro l’altro, portandoci inevitabilmente a formulare le nostre personali congetture. Personalmente, la direzione che sembra aver preso la trama al punto in cui siamo (alla fine della terza stagione) non mi entusiasma ma sono sicura che la stagione conclusiva, che è prevista per la fine dell’anno, riserverà più di un colpo di scena e, magari, svolte inaspettate.
Altro aspetto che non mi ha particolarmente convinta nella serie è la recitazione della maggior parte dei protagonisti: decisamente troppo caricata per i miei gusti (in particolare quella di Josh Dallas, interprete del protagonista Ben). Nulla da eccepire sulla bravura di tutti, è una questione personale: non riesco a non scoppiare a ridere in alcuni momenti, anche in realtà drammatici.
A parte questi aspetti, devo ammettere che Manifest mi ha incuriosita più di quanto mi aspettassi e non vedo l’ora di scoprire la verità sui misteri del volo 828, che sia per apprezzarla o per criticarla. È la nuova Lost, come qualcuno ha detto? Non esageriamo! I punti in comune ci sono, ma le trovo due serie parecchio differenti. Ciò non toglie che Manifest si riveli un’ottima compagnia per più di una serata e non possa che intrigare e coinvolgere lo spettatore. Speriamo solo che non sia la nuova The Leftovers!
Nerdando in breve
Manifest è una serie che ruota intorno all’inestricabile mistero che riguarda i passeggeri del volo 828. Un buon prodotto televisivo che intriga e coinvolge.
Contenuti