Recensione
Quante opere conoscete, che cominciano con una guerra nucleare che devasta la nostra povera Terra?
Ecco, aggiungetene una al novero: la premessa di Beyond the Sun, titolo d’esordio di Dennis K. Chan, ci racconta che nel 23° secolo l’umanità affronta l’estinzione sulla Terra morente. Perciò, la nostra specie getta il cuore oltre l’ostacolo e trova un modo per viaggiare al di là del nostro Sistema Solare, in cerca di una nuova casa tra le stelle.
È un bell’incipit, senza dubbio, per uno dei giochi da tavolo più interessanti usciti negli ultimi anni.
Uscito in prima battuta nel 2020 per Rio Grande Games, finalmente è arrivato dopo mille traversie anche nel Bel Paese, in una edizione completamente tradotta da capo a piedi grazie ai tipi di Ghenos Games.
Componenti
Cominciamo subito con l’aspetto di Beyond the Sun che ha sollevato più polemiche: la componentistica, soprattutto in relazione al prezzo di vendita, argomento che si ripropone costantemente sin dall’annuncio su forum e gruppi.
Qui, secondo me, dobbiamo dividere il discorso in due parti: il gradimento estetico personale e l’effettiva qualità dei componenti.
Infatti, per quanto riguarda il mio gusto personale, l’aspetto asciutto e minimalista di Beyond the Sun è adeguato al tipo di gioco.
Il bianco domina sulle carte e sulle plance personali, ricordando gli interni di un’astronave da fantascienza; le illustrazioni sono poche e nulla di esagerato. Molti lamentano proprio che l’essenzialità dell’aspetto estetico renda il gioco “brutto” da vedere, ma non sono d’accordo. Troppe illustrazioni sulle carte avrebbero potuto “distogliere” l’attenzione e forse ne sarebbe risultato un tabellone troppo carico.
Non so, questa è l’idea che mi sono fatto.
Certo, ci si può lamentare per un altro aspetto, invece: le scritte sono piccole, e metteranno a dura prova la vista, soprattutto se qualcuno è seduto lontano dal tabellone. E questo, purtroppo mi sembra incontrovertibile.
Ho gradito molto la scelta dei 4 colori per i 4 giocatori, che non sono i soliti giallo – blu – rosso – verde, ma stanno molto bene insieme e contribuiscono alla gradevolezza dell’aspetto estetico. La componente più bella, comunque, sono i dadini a sei facce.
Per quanto riguarda invece la qualità, invece, capisco le critiche: la scatola è di cartone leggero, le carte vanno imbustate, le plance personali sono sì dual layer, ma molto leggere e si imbarcano.
C’è da dire che Ghenos non poteva di certo stravolgere la componentistica, quindi si tratta di un peccato originale di Rio Grande Games insieme al prezzo più alto del normale, ma di questo parleremo nelle conclusioni.
Da segnalare, purtroppo, due errori: nelle plance avanzate, ove manca un simbolo fondamentale, e in due particolari carte tecnologia che non sono state aggiornate con il bilanciamento con il quale tutti giocano adesso.
Ghenos ha fatto sapere, tramite i suoi canali social, che si è attivata per risolvere le problematiche: etichette adesive da applicare al gioco saranno fornite a coloro che acquisteranno il gioco dal 24 febbraio in poi e tutti i giochi ordinati ai negozi conterranno già le etichette correttive. Inoltre, coloro che il gioco lo possiedono già potranno richiedere le etichette adesive scrivendogli.
Comunque sia, ciò che si trova dentro la scatola è quanto segue:
- 1 tabellone tecnologia
- 1 plancia esplorazione
- 46 carte tecnologia
- 20 carte evento
- 24 carte sistema
- 10 carte traguardo
- 1 segnalino giocatore iniziale
- 4 copertura delle Gilde
- 60 cristalli in Metallo
- 2 tessere sostitutive Navigazione Spaziale di Base
- 2 barre Tabella Tecnologia
- 1 scheda di preparazione
- Per ogni fazione: 2 schede Fazione, 20 cubi risorsa, 24 gettoni in legno, 1 pedina azione e 1 scheda riassuntiva
Come sempre, trovate il nostro foto unboxing con cui dare uno sguardo approfondito al tutto.
Come si gioca
Veniamo al dunque, finalmente: che gioco è, questo Beyond the Sun di cui tutti parlano?
Da 2 a 4 megacorporazioni (sulla scatola è scritto 1 -4, ma per ora la modalità solitario non è ufficiale, ma in via di sviluppo) capitanate da maggiori di 14 anni, si sfidano per primeggiare nella ricerca scientifica e nella colonizzazione della galassia, in una partita dalla durata indicativa di 100 minuti.
È proprio la ricerca scientifica la regina di Beyond the Sun: il tabellone principale, infatti, rappresenta un albero delle tecnologie diviso in quattro livelli, dei quali solo il primo è scoperto all’inizio della partita.
La maggior parte di queste tecnologie presenta degli spazi azione che ci permettono di fare qualcosa piazzandoci il nostro segnalino; più la tecnologia è di livello alto, più l’azione sarà conveniente o più forte rispetto a quelle di livello basso.
Ciò che faremo nel nostro turno è molto semplice, quasi banale:
- piazziamo il nostro “lavoratore” in uno degli spazi azione presenti sul tabellone
- eseguiamo l’azione descritta
- controlliamo se abbiamo sbloccato un obiettivo
- prendiamo le nostre rendite
Ciò che sembra così facile, però, nasconde una profondità invidiabile, poiché la singola azione che compiremo potrà portarci a scoprire una nuova tecnologia, a costruire astronavi, a visitare pianeti e prenderne il controllo, finanche a colonizzarli e farli definitivamente nostri.
Scoprire nuove tecnologie è importante perché ci sblocca nuove e più potenti azioni, ma al contempo bisogna trovare un equilibrio con la fase di esplorazione e conquista planetaria: la seconda plancia del gioco rappresenta proprio una porzione di galassia con i pianeti conquistabili, ciascuno con un bonus diverso.
Su di essi si scatenerà una guerra di maggioranze senza pietà, soprattutto al crescere dei giocatori.
Ignorare uno dei due aspetti, secondo l’opinione di chi scrive, porta probabilmente alla sconfitta, così come l’ignorare ciò che fanno gli altri. Infatti Beyond the Sun è un gioco ove la strategia è si importante, ma la componente tattica non è da meno: in base alle mosse degli avversari e in base alle tecnologie scoperte sul tabellone, dovremo essere in grado di rimodellare le nostre scelte per non rimanere indietro.
Anche la gestione e l’accumulo delle risorse è un meccanismo curioso che merita di essere citato: sulla plancia personale della fazione sono posizionati dei cubetti rifornimento che, all’occorrenza, saremo in grado di trasformare in popolazione e scienziati, oppure in astronavi di crescente potenza; i cubetti non sono infiniti, né sono disponibili tutti immediatamente, e sbloccarli con il giusto tempismo è parte della strada per la vittoria. L’altra risorsa, ovvero i metalli, invece funzionano in modo più classico e solitamente saranno più semplici da ottenere durante la partita.
Questo particolare aspetto del gameplay mi piace moltissimo e in modo semplice aggiunge molta profondità al flusso di gioco, poiché se non si sta attenti può mandare in stallo parecchi turni.
Durante la partita, comunque, non aspettatevi mai di rilassarvi, neanche per un momento, e a maggior ragione verso la fine. Infatti non ho ancora spiegato come la partita finisca: esistono due obiettivi fissi e due variabili da partita a partita, che sono sbloccati al verificarsi di alcune specifiche condizioni, ad esempio scoprire una tecnologia di livello 4, o colonizzare 4 pianeti, e così via.
Nelle partite a 2 giocatori, sbloccare il terzo obiettivo fa scattare l’ultimo turno, mentre in quelle a 4 ne servono 4. Vedrete che sbloccare il primo obiettivo avrà un effetto devastante sul ritmo di gioco, perché da quel momento in poi vi sentirete con il fiato sul collo, e diventerà una corsa a cercare di fare tutto ciò che avevate in mente, maledicendo ogni singolo turno in cui avevate temporeggiato pensando di avere tutto il tempo del mondo.
Beyond the Sun è così: fai i punti praticamente per ogni cosa, ma devi sbrigarti e ottimizzare; le partite finiscono con punteggi anche abbastanza vicini, se tutti sono allo stesso livello, e non puoi rilassarti mai.
Osservare ciò che fanno gli altri è imprescindibile per rispondere mossa dopo mossa.
Molti sostengono che da bravo german, Beyond the Sun non si mostri chissà quanto legato alla tematica che vuole trattare, ma come sempre io non sono completamente d’accordo con questa linea: onestamente non si sparano laser tra navicelle, ma la colonizzazione e la corsa alla ricerca secondo me si sentono abbastanza, per il tipo di titolo che è, anche se ovviamente la lore è limitata ai nomi delle carte e poco più.
Per sua natura, pur essendo il turno di ciascun giocatore limitato ad un singolo piazzamento di un lavoratore su spazio azione, Beyond the Sun presta il fianco a quelli che pensano e rimuginano parecchio sulle mosse: data l’estrema tatticità, non potremo pensare con chissà quanto anticipo a cosa fare, soprattutto al massimo numero di contendenti.
Ma di questo ne parliamo immediatamente.
Scalabilità
Secondo me Beyond the Sun ha un altro pregio: da 2 a 4 scala bene, checché se ne dica, e vi spiego perché.
In due giocatori si usa una plancia esplorazione ridotta, e forse ci si pesta meno i piedi per quanto riguarda il possesso dei pianeti; l’albero non si scopre quasi mai tutto, ma la corsa è comunque serrata e scacchistica.
In quattro giocatori è royal rumble soprattutto per le maggioranze sui pianeti, e probabilmente il tempo di turno aumenta perché non potremo pensare con chissà quanto anticipo alle mosse, che potranno essere prontamente distrutte da quelli che giocano prima di noi.
Probabilmente in tre si gode dell’esperienza “ideale”, ma credo che risulti divertente con qualsiasi numero di partecipanti, pur offrendo, effettivamente, esperienze leggermente diverse.
In conclusione
Nei Nerdando Awards del 2021, ho votato Beyond the Sun come secondo miglior gioco provato durante l’anno, ma solo per un semplice motivo: l’avevo giocato soltanto online, quindi mi mancava l’esperienza “completa”.
Ora ho corretto il tiro, e credo sia uno dei migliori titoli che abbia giocato negli ultimi anni.
C’è poco da dire, questo titolo, con il suo mix equilibrato e ben riuscito di meccaniche, mi ha rapito il cuore: alla prima partita su BGA me ne sono perdutamente innamorato.
L’idea di rendere centrale l’albero delle tecnologie per scegliere le azioni è brillante e tutto il gioco è veramente, veramente elegante: semplice da capire, profondo e complesso da padroneggiare totalmente.
È un titolo alla cui fama ha giovato senza alcun dubbio la versione online su BGA, che ha permesso a tantissime persone di scoprirlo e divertircisi, per poi scegliere di possederne la copia fisica: sarebbe stato un peccato che un tale gioiellino si perdesse nel marasma delle migliaia di uscite annuali.
Di contro, si tratta di un titolo dal prezzo importante, non giustificato dalla componentistica lussuosa, dalle miniature o da chissà che sciccheria da Kickstarter: vorrei rimarcare, però, che sotto un aspetto estetico criticabile, il gioco c’è, ed è bellissimo.
Come vi dicevo, Ghenos Games ha tradotto tutto completamente in italiano, ed è un bene per coloro che ignorano completamente l’inglese perché il titolo contiene molto testo, fondamentale ai fini del gameplay: ok, non si tratta certo di versi shakesperiani, ma comunque l’avere tutto nella nostra lingua toglie una barriera a potenziali interessati.
Ciò che si spera è ovviamente che il titolo venda bene in Italia e che Ghenos porti anche la ventura espansione nel nostro paese!
Nerdando in breve
Beyond the Sun mi ha stregato, con la sua eleganza e semplicità, che nascondono un gioco profondo e brillante che lascia sempre la voglia di fare un’altra partita.
Contenuti