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RED – Il panda Disney raccontato in conferenza

Si è tenuta la Conferenza Stampa di RED, il lungometraggio animato Disney e Pixar che sarà disponibile dall’11 marzo su Disney+. All’incontro hanno preso parte la regista premio Oscar Domee Shi, la produttrice Lindsey Collins e alcune delle voci italiane. In particolare erano presenti Shi Yang Shi, che qui doppia il papà della protagonista, Marco Maccarini, nei panni di un conduttore radiofonico e Federico Russo, nel ruolo di un annunciatore televisivo. Presenti anche Manuelito “Hell Raton”Baltimora, che in RED prestano la voce a due dei cinque componenti dei 4*Town, la boyband del film (nello specifico, loro sono, rispettivamente, Robaire e Tae Young).

È stata una chiacchierata piacevole e ricca di spunti, ma anche con qualche spoiler: per correttezza vi segnalo che quanto state per leggere non è la pedissequa e completa trasposizione di tutta la conferenza, in quanto gli spoiler ho deciso di non raccontarveli.

L’incontro

L’incontro inizia con una domanda per Domee Shi, alla quale viene chiesto in che modo si sia approcciata alla direzione di RED, dopo aver vinto con Bao nel 2019 l’Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione. Ci ha raccontato che la produzione di Bao era finita nel 2017 e appena concluso il lavoro, Pixar le ha chiesto di presentare 3 nuove idee per un lungometraggio. Ne chiedono sempre 3, ci ha spiegato, così che non si cada nella tentazione di inserire tutte le proprie suggestioni in un unico prodotto, rischiando di appesantirlo. Tutte e 3 erano idee di maturazione (l’argomento che la appassionava), ma quella che vediamo in RED era quella più unica e strana. Forse è per questo che la Pixar l’ha scelta. L’ha presentato a Lindsey Collins, e lei ha subito scartato le altre due proposte.

Riferimenti e suggestioni

Alle due donne intervistate, viene chiesto quali siano i registi, le registe e i riferimenti che hanno usato per creare RED. La regista racconta di quanto il lungometraggio sia un mix di animazione orientale e occidentale; manga giapponesi, anime degli anni 90 (in particolare, Ranma1/2 e Sailor Moon) hanno ispirato il character design. Da questi ha preso anche gli argomenti: drammi a scuola, il comportamento delle ragazzine adolescenti tipici dei teen drama, la magia, qualcuno che si trasforma… tutte queste influenze compaiono in RED. Fra i registi, spuntano i nomi di Joe ed Edgar Wright, soprattutto per Scott Pilgrim vs the world (ambientato a Toronto proprio come RED); ma anche quello di Wes Anderson, di cui l’ha condizionata la fotografia. L’idea di base, infatti, era di presentare il mondo dal punto di vista della protagonista, una nerd piena di vita: lo stile del mondo doveva essere un riflesso.

A Hell Raton, che ha dovuto comporre una boyband alla quale far doppiare i 4*Town, viene chiesto quali siano le boy band preferite. “Mai avute” ci dice, e poi aggiunge “Va bene comunque se dico Spice Girls?”

Le voci italiane

Alle voci italiane presenti, viene chiesto cosa faccia scatenare in loro il panda rosso e come sia stata l’esperienza di doppiaggio.

Il primo a rispondere è Federico Russo, che la descrive come esperienza “proprio bella e divertente”. Aggiunge poco dopo che “è il doppiaggio in sé che ti trasforma in panda rosso: è un’arte incredibile che ti trasforma“. Sia lui, sia Maccarini, raccontano di essersi commossi durante la visione del film, scatenando il proprio panda rosso; per questo, ossia per il potere catartico di RED, ringraziano regista e produttrice.

Shi Yang Shi si unisce ai ringraziamenti a Shi e Collins, sostenendo quanto per lui sia stato importante vedere il film. Dice che quando è agitato, fa un bel respiro e si ritira in un momento di spiritualità per trovare la forza di andare avanti. Commentando l’opera, il doppiatore sottolinea l’importanza della rappresentazione di bambine italo cinesi, che un domani sarà molto utile: “noi negli anni 90 non avevamo questi riferimenti, sono felice che oggi la cosa sia cambiata”, aggiunge.

Riguardo all’esperienza di doppiaggio, Manuelito confessa di odiare la propria voce: “ho sempre avuto il sogno di fare il doppiatore ma voglio lavorare ancora molto sulla mia vocalità”. Il suo panda rosso? Gli spoiler, glielo scatenano un sacco: “e voi oggi ne avete fatti davvero tanti, mi sto trattenendo già ora!”, commenta ridendo.

Baltimora invece, sentenzia: “quando scrivi un brano, o sei molto deluso, oppure molto soddisfatto. Non c’è una via di mezzo. Il panda rosso è un po’ un estremo del bel brano e del brutto brano.

RED e i risvolti sociali

RED è il primo lungometraggio Disney e Pixar interamente diretto da una donna, in passato si è vista al massimo una co-direzione. Viene chiesto a Domee Shi di commentare il fatto. “In passato c’erano anche poche donne che studiavano l’animazione, rispetto ad adesso” dice lei, sottolineando il ruolo importante che hanno svolto lo streaming e, più in generale, internet. Aggiunge Lindsey Collins che Pixar è stata molto felice di avere una donna alla regia, e che ci sono molti altri film e progetti che le vedono protagoniste, a cui stanno lavorando ora.

Si chiede loro anche in che modo sia cambiato il mondo femminile lavorativamente parlando. Pare infatti che oggi ci sia più collaborazione e supporto e meno concorrenza. Rispondono che, secondo loro, una volta c’era molto più competitività anche perché c’erano meno occasioni. Oggi il sostegno reciproco è considerata una risorsa fondamentale cui si dà molta importanza.

Dopo aver apprezzato con gusto un paragone proveniente dalla stampa in sala, che associa Mei Lee (la protagonista di RED) al kafkiano Gregor Samsa, risvegliatosi con tutt’altre fattezze, le si chiede a chi si rivolga il film. Non tanto a bambini e bambine che sviluppano malattie rare, dice lei, quanto più in generale a chi entra nel periodo della pubertà. Una mattina ti svegli con i peli, un corpo nuovo e un odore diverso. Shi pensa che il nuovo film Disney possa aiutare a parlare un po’ meglio di pubertà fra le generazioni, riducendo l’imbarazzo e i tabù.

RED e i risvolti personali

Sapendo quanto di Shi ci sia in RED, le viene chiesto come sia stato creare un personaggio simile a sé stessa. In realtà, smentisce lei, i punti in comune ci sono ma non sono così tanti. Uno fra tutti però è l’ossessione con qualcosa disapprovato da almeno un genitore: nel film, è la boyband; nella sua vita personale, era Harry Potter.

Le s chiede poi come mai abbia approfondito solamente il rapporto madre/figlia e non, per esempio, quello padre/figlio. Essendo figlia unica, ha preferito raccontare qualcosa che conosce personalmente. Aggiunge poi di essere molto fiera per quanto riguarda la rappresentazione del papà di Lee, che compare come un eroe. Soprattutto, perché si frappone alla narrazione che spesso si ha di un’autorità patriarcale. Il personaggio del film invece è dolce e affettuoso, cucina bene e spesso, “e come lui, faceva il mio, e così anche molte figure paterne nelle famiglie orientali.” ci dice.

Infine commenta la scelta dell’animale in cui si trasforma la protagonista: perché proprio un panda rosso? Shi sostiene che il rosso simboleggi la purezza e quindi il panda rosso, che molto le piace e raramente compare in film e cartoni, calzava a pennello. Inoltre sostiene che il rosso fosse il colore che si sentiva a 13 anni: imbarazzo, rabbia, desiderio verso un qualche compagno di classe. Insomma, non c’era scelta più azzeccata.

Cosa prevede il futuro

Al duo viene chiesto se RED sarà il primo lungometraggio di una trilogia che affronta il tema della genitorialità. “Dipende da cosa dirà mia madre“, dice lei, “che non l’ha ancora visto. Nemmeno mio padre in realtà, lo vedranno insieme per la prima volta a marzo a Toronto. Poi si vedrà.”

Intanto sia la regista che la produttrice affermano un forte desiderio di voler ancora lavorare insieme, benché non ci sia ancora un progetto concreto per le mani. Forse, aggiunge in chiusura Collins, una delle due idee scartate in precedenza, ma chissà.

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