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90 anni di Freaks – Il cult maledetto di Tod Browning

Freaks

Gli anni Trenta e i fenomeni da baraccone

Ci sono film destinati a lasciare un segno indelebile nella storia del cinema e Freaks, diretto nel 1932 da Tod Browning, è senz’altro uno di questi. Decisamente in anticipo sui tempi, il film è stato incompreso nella sua epoca, ha stroncato per sempre la carriera del suo regista ed è stato rivalutato molti anni dopo, raggiungendo la status di cult. E infatti, 90 anni dopo dalla prima proiezione il 20 gennaio 1932, siamo ancora qui a parlarne.

Freaks è, ancora oggi, un film come non ce ne sono altri, unico nel suo genere. Anticonvenzionale e spiazzante, non poteva che essere frainteso nel clima culturale in cui è nato. Quando Browning decide di girare Freaks, infatti, siamo negli anni Trenta: i fenomeni da baraccone, i disabili, i “diversi” in genere vengono guardati con sospetto, diffidenza e addirittura paura e un film in cui non solo vengono resi protagonisti ma sono anche mostrati in tutta la loro normalità di esseri umani non può che generare reazioni controverse, come infatti è stato.

Eppure in Freaks c’è molto di più che “un assalto oltraggioso ai sentimenti, ai sensi, al cervello e allo stomaco degli spettatori” come scrisse The Hollywood Reporter nella sua recensione dell’epoca. E infatti, a partire dagli anni Sessanta, il film è stato protagonista di una progressiva rivalutazione, che ne ha evidenziato il valore artistico e metaforico.

La storia

Freaks si ambienta in un circo itinerante popolato da artisti circensi e fenomeni da baraccone. L’avvenente acrobata Cleopatra, in combutta con il forzuto Ercole, sfrutta il sincero amore che il nano Hans prova per lei per circuirlo. Il suo piano è di sposarlo, ucciderlo con il veleno e appropriarsi delle sue ricchezze. Quando il gruppo di “freaks” amici di Hans scoprirà l’inganno, però, darà il via ad una crudele vendetta.

La realizzazione

Nel 1932 Tod Browning era una stella a Hollywood, reduce dell’enorme successo del suo Dracula, interpretato da Bela Lugosi e uscito l’anno prima. La MGM, casa di produzione dove il regista era tornato dopo l’esperienza in Universal, era pronta quindi ad offrirgli letteralmente qualunque film. Il regista, però, scansò ogni tipo di proposta, perfino un Arsenio Lupin con John Barrymore, pur di realizzare l’unica pellicola che aveva davvero in mente: Freaks.

Browning lavorava al film da anni ed era deciso a portarlo al cinema, nonostante i molti pareri negativi: la MGM da lui si aspettava un horror degno di Dracula e, alle prese con una storia circense di fenomeni da baraccone, pensò ad una storia dell’orrore e scommise sulla visione del regista. Quello che non sapevano, però, era che Browning non avrebbe diretto un horror e che si sarebbero trovati per le mani uno dei più colossali flop a livello di incassi che la storia del cinema ricordi.

I primi problemi iniziarono già in fase di lavorazione: Browning insistette per scritturare veri freaks, scovati nei circhi itineranti. Il regista proveniva dal mondo del circo, dove aveva mosso i primi passi artistici prima di approdare al cinema: per lui, i fenomeni da baraccone non erano altro che persone con le quali imbastire un normale rapporto di lavoro. Non era così per tutti i componenti del cast tecnico però: molti non nascondevano il proprio disagio per quell’ambiente di lavoro e la produzione fu addirittura costretta ad allestire un secondo locale mensa dove sistemare gli attori “più particolari” del film.

La prima versione di Freaks era più lunga di quella che possiamo guardare adesso e decisamente più cruenta. Nel finale venivano mostrate le sevizie a cui i membri del circo sottoponevano Ercole e Cleopatra per vendicarsi ed era assente la scena della riconciliazione finale tra i nani Hans e Frida. Colpito da pesanti tagli e censure, il film raggiunse infine una durata di appena 64 minuti e le scene escluse dal montaggio finale sono oggi irrimediabilmente perdute, distrutte o smarrite.

L’accoglienza

I problemi di Freaks si manifestarono già nelle visioni di prova: quando la prima versione del film, quella senza tagli, fu mostrata ad un pubblico campione si registrarono reazioni disgustate, svenimenti, malori e – si vociferava – perfino un aborto spontaneo. Proprio questi primi commenti negativi portarono la MGM a pretendere i tagli, per cercare di salvare il proprio investimento.
Nel tentativo di catturare l’attenzione e la curiosità del pubblico, Freaks venne pubblicizzato come il nuovo horror di Tod Browning, anche se di horror aveva poco o niente e si scelse di calcare la mano sugli aspetti bizzarri dei protagonisti, stimolando la morbosità del pubblico nei loro confronti.

Non funzionò: Freaks si rivelò un disastro a livello di incassi, unica pellicola MGM ad essere ritirata da cinema prima del previsto. Inondato di critiche negative, il film venne accolto con repulsione per le immagini mostrate sullo schermo e fu vietato in Germania, Gran Bretagna, nella città di Cleveland e anche in Italia (dove fu trasmesso per la prima volta direttamente in TV nel 1983).

Da quel momento in poi la carriera di Tod Browning, che solo un anno prima aveva il mondo del cinema ai suoi piedi, fu definitivamente distrutta: isolato da Hollywood, lavorò solo a pochi film mediocri prima di ritirarsi definitivamente dalle scene nel 1942. Dimenticato e incompreso, il regista morì in solitudine vent’anni dopo, nel 1962. Ironia della sorte, è proprio in quegli anni che il suo film maledetto inizia ad essere rivalutato, a partire dagli ambienti della controcultura.

Apprezzato per la sua visione sul tema della diversità decisamente in anticipo sui tempi, in cui i fenomeni da baraccone vengono mostrati nella loro normalità e i cosiddetti normali mettono in luce tutta la propria meschinità, Freaks viene gradualmente considerato un film cult, inserito per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti e nella rassegna Il cinema ritrovato della Cineteca di Bologna.

Un film ancora oggi sconvolgente, anche se non per i motivi che portarono a bollarlo come inaccettabile negli anni Trenta e che, a distanza di 90 anni, ha ancora molto da dire al pubblico disposto a guardarlo senza pregiudizi. Se volete scoprire in prima persona il sogno che costò la carriera al suo ideatore, Freaks è disponibile in Italia nella sua versione superstite di 64 minuti (in lingua originale con sottotitoli italiani) nel catalogo di Amazon Prime Video.

Trailer

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