Passione latina
Continua il nostro viaggio attraverso i classici Disney e per la puntata numero 7 torniamo nuovamente in America Latina. I tre caballeros, girato nel 1944, ha infatti proprio questa ambientazione, proprio come il precedente classico, Saludos Amigos, a cui è in effetti collegato.
Anche questo film, come il precedente classico, è stato realizzato come parte integrante della politica di buon vicinato con i Paesi del Sud America ed è realizzato in tecnica mista, con parti in live action in cui appaiono stelle latino-americane del periodo come Aurora Miranda, Dora Luz e Carmen Molina. Ulteriore punto di contatto con Saludos Amigos è la presenza di José Carioca, creato ad hoc per il precedente classico. I tre caballeros continua inoltre la tradizione dei film collettivi, che negli anni Quaranta erano lo standard in casa Disney.
Buon compleanno, Paperino
Trattandosi di un film a episodi, I tre caballeros è costituito da sette segmenti diversi, tutti però collegati ad un tema centrale. Lo spunto, in questa occasione, è il compleanno di Paperino, che riceve una serie di regali dai suoi amici del Sud America.
Il primo dono che scarta è un proiettore cinematografico, con il quale assiste ad un documentario sugli uccelli e scopre così la peculiare specie dell’Aracuan, che tornerà diverse volte nel corso del film.
Il secondo regalo viene consegnato a Paperino dal suo vecchio amico José Carioca ed è un libro che mostra lo stato brasiliano di Bahia. José e Paperino si rimpiccioliscono per poter entrare direttamente dentro il libro, ritrovandosi così a ballare la samba insieme agli abitanti del posto. Dopo questo incredibile viaggio, tornano alle loro dimensioni e Paperino può aprire il suo terzo regalo.
È a questo punto che Paperino fa la conoscenza del gallo messicano Panchito Pistoles, il terzo caballero. Il nuovo arrivato regala a Paerino una piñata che contiene tantissime sorprese. I festeggiamenti e il film si concludono in un tripudio di fuochi d’artificio.
Sette passi in America Latina
Gli episodi de I tre caballeros sono ben sette, tutti incentrati sull’America Latina. Il primo è Il pinguino a sangue freddo, nel quale seguiamo il viaggio del pinguino Pablo, che decide di lasciare il Polo Sud per raggiungere climi più caldi.
Il gauchito volante, invece, si sposta in Argentina per seguire le avventure di un bambino e del suo asino alato, Burrito.
Un viaggio a Bahia si svolge a ritmo di samba nel libro che José ha regalato a Paperino e vede l’apparizione della cantante Aurora Miranda. Las Posadas vede un gruppo di bambini messicani festeggiare il Natale riproducendo il viaggio di Giuseppe e Maria.
Messico: Pàtzcuaro, Veracruz e Acapulco introduce il personaggio di Panchito e si risolve in un viaggio volante sui cieli del Messico. Si svolge in questo stato anche il sesto segmento, You belong to my heart, tutto giocato sulla musica.
Il film si conclude con Le surreali fantasticherie di Paperino, un segmento psichedelico che dà il meglio della commistione tra animazione e live action.
Colonna sonora
La colonna sonora di I tre caballeros è particolarmente ricca ed è sicuramente il pezzo forte del film, comprende pezzi originali e classici latino-americani.
Tra i brani più famosi riutilizzati per il film, sicuramente Os Quindins de Yaya, cantata da Aurora Miranda e Jesusita en Chihuahua, uno degli inni della rivoluzione messicana.
Tanta attenzione per la parte musicale ha permesso a I tre caballeros di conquistare due nomination agli Oscar, una per il sonoro e una per la colonna sonora, senza tuttavia portare a casa nessuna statuetta.
Curiosità
Tra le curiosità più interessanti che ruotano intorno a I tre caballeros c’è il fatto che il film doveva inizialmente avere quattro protagonisti: ai tre poi mantenuti nel film doveva infatti affiancarsi Miguelito Maracas, un galletto fumatore di sigaro proveniente da Cuba.
Il personaggio, che doveva fare una prima apparizione proprio ne I tre caballeros, sarebbe poi stato protagonista indiscusso di un terzo capitolo sull’America Latina incentrato su Cuba, Cuban Carnival.
Tuttavia, progetto e personaggio non videro mai la luce: I tre caballeros si rivelò un successo decisamente più misurato rispetto a quello che era stato Saludos Amigos, smorzando l’entusiasmo per questo tipo di pellicole. Inoltre, la fine del Secondo Conflitto Mondiale portò a rallentare la politica di buon vicinato che gli Stati Uniti avevano fino ad allora messo in atto nei confronti del Sud America, essendo venuto a mancare l’obiettivo primario, quello di tenere i paesi latino-americani lontani dall’asse tedesco.
Com’è invecchiato?
Possiamo dirlo senza timore: I tre caballeros non è invecchiato bene. Avevo pochissimi ricordi di bambina su questa pellicola e, rivedendola oggi, posso spiegarmi facilmente il perché: si tratta di un film che, a uno spettatore di oggi, non resta certo scolpito nella memoria (ma forse era così anche per uno spettatore degli anni Quaranta, a giudicare dagli incassi).
Oggi abbiamo decisamente perso l’abitudine ai film a episodi scollegati del primo periodo Disney e fatichiamo ad entrare nella mentalità giusta per apprezzarli al meglio. Nel caso de I tre caballeros, inoltre, la struttura ricalca quasi completamente quella del precedente Saludos Amigos, perdendo di freschezza e originalità.
Se volete riguardarlo, fatelo giusto per completezza. Se invece volete gustarvi un assaggio di cinema Disney anni Quaranta, puntate su Saludos Amigos, leggermente più fresco tra i due lungometraggi della parentesi latino-americana della casa del topo.
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