Si sa, sono un po’ nostalgico, e ogni volta che metto piede nel quartiere di Kamurocho mi sento a casa. Ma questa volta non parliamo di Yakuza, bensì di Lost Judgement, seguito di Judgement (sic), action investigativo ed esplorativo che è ambientato nel mondo creato da Ryu ga Gotoku Studio e SEGA che, nonostante i tanti anni sulle spalle, riesce sempre a sorprenderci. Disponibile anche per Xbox Series X, Xbox One e PlayStation 4, noi abbiamo provato la nipponica novità su PlayStation 5. Preparate la vostra macchina fotografica, ma non dimenticate un paio di cerotti!
Recensione
In Lost Judgement torniamo nei panni dell’avvocato Takayuki Yagami, avvocato che si trova decisamente più a suo agio tra le strade dei peggiori quartieri di Carac— ehm, di Tokyo, che non in un’aula di tribunale. Yagami, capo dell’omonima agenzia investigativa che supporta lo studio legale Genda, questa volta si troverà intrecciato in una torbida storia che avrà vari fronti. Eh sì, perché l’intreccio narrativo è molto serrato in questo sequel: avremo una brutta storia di bullismo sfociato in suicidio da gestire, e allo stesso tempo un uomo accusato di molestie nei mezzi pubblici – un ex-poliziotto, oltretutto – è a conoscenza di fatti riguardanti l’omicido di colui che ha spinto il figlio al suicidio.
Sembra esserci più di un legame tra i due casi, e ciò coinvolge non poco Yagami e i suoi colleghi nonché amici. Questo caso impegnerà fino in fondo i protagonisti, e li vedrà alle prese con una storia ricca di colpi di scena e rivelazioni scottanti che ovviamente evito di spoilerare, ma che vi consiglio di gustare appieno durante la campagna principale del gioco. Chi c’è dietro a questo suicidio-omicidio? Scopritelo!
Gameplay
Lost Judgement ci riporta alle atmosfere dei vecchi Yakuza, non solo per l’ambientazione – ci torniamo fra un attimo – ma proprio per il gameplay. Se infatti la serie “madre” si è ormai spostata sul versante RPG con il mitico “Like a Dragon” (ossia Yakuza 7), la serie di Judgement vi vedrà impegnati negli scontri “in diretta” a suon di pugni, schiaffi e mosse che Maestro Miyagi spostati proprio. Il nostro Yagami infatti ha ben 3 stili di combattimento a disposizione, più scenografici di quelli di Kiryu Kazuma e palesemente ispirati alle forme delle arti marziali più “figurate”. Avremo infatti la Gru, la Tigre o il Serpente, stili che ci aiuteranno a seconda dei nostri nemici e che potremo sviluppare acquisendo esperienza durante il nostro cammino. L’esperienza, infatti, si ottiene principalmente combattendo, quindi sarà utile menare le mani per strada coi nemici casuali per arrivare un po’ più potenti ai boss, alcuni dei quali potrebbero mettervi in difficoltà.
Ma non si vive di sole mazzate! Yagami, infatti, può gironzolare liberamente sia nel quartiere Kamurocho di Tokyo che a Isezaki Ijincho a Yokohama, esattamente come in Like a Dragon. Apprezzo molto questa continuità! Inoltre ho notato che la città è molto viva e vibrante, anche un po’ più di quanto visto in Like a Dragon, segno della grande cura che viene posta nella realizzazione di questa saga, che sembra non fermarsi mai. Esplorando, ovviamente, avremo tutta una serie di missioni da intraprendere; le principali, legate alla storia, sono quelle di investigazione misto a combattimento.
L’investigazione è spesso legata al pedinamento dei sospettati, e dovremo stare attenti a non perderli di vista ma rimanendo alle dovute distanze. Se ci vedranno, premendo un tasto potremo far finta di niente, dando luogo a momenti di pura ilarità. Altra azione che intraprenderete spesso sarà quella di dover fotografare i sospettati, e avrete degli obiettivi che, se soddisfatti, vi regaleranno punti esperienza extra. Nulla di tremendamente nuovo, sia chiaro, però è tutto molto gradevole. Le missioni secondarie sono tantissime e ci daranno l’opportunità di approfondire alcuni risvolti della trama che vi consiglio di scoprire.
Inoltre i minigiochi sono sempre numerosissimi, come ci ha abituato la saga, e hanno diverse incarnazioni. Alcuni saranno anche presenti durante alcuni momenti particolari dell’avventura, come ad esempio dei momenti di “parkour” dove dovremo arrampicarci su grondaie e cornicioni per cercare, ad esempio, di entrare in maniera alternativa in alcuni edifici. Poi abbiamo mille minigiochi sparsi qua e là per le mappe, tra sale giochi e così via. Infine, ci saranno mille tra ristoranti e negozi dove comprare oggetti e rifocillarci. Io mi commuovo ogni volta che entro in un ristorante: sono semplicemente perfetti, e ho trovato ben due catene nelle quali ho mangiato davvero quando sono stato in Giappone (Sushi Zanmai e Fuji Soba, vedere per credere!).
Audio e Video
L’ho già detto, mi ripeto volentieri: Lost Judgement ci tuffa letteralmente all’interno del Giappone, e lo fa benissimo. Abbiamo testato la versione PlayStation 5 del gioco, e la grafica è molto soddisfacente, con i modelli dei personaggi principali ottimamente realizzati, ma soprattutto con Tokyo e Yokohama che si aprono sui nostri schermi. Riflessi, luci, neon, pozzanghere, gattini e “buttadentro” sono tutti realistici e ben fatti, aumentando sempre di più i dettagli – immagino che sia “facile”, essendo la base sempre simile e potendo dedicare del tempo al miglioramento costante della resa grafica. Sono presenti due modalità, quella “grafica” e quella “prestazioni“, e devo dire che questa volta vince la “prestazioni“, regalando fluidità al gioco che nell’altra modalità si perde in alcuni concitati momenti.
L’audio, obbligatoriamente in Giapponese, è sempre al top, ma soprattutto è al top l’audio della città, con i rumori pressoché costanti che abiteranno a lungo i vostri padiglioni auricolari. Ma Tokyo è così, il silenzio non esiste in posti come Kamurocho (che, ricordiamolo, è ispirato al quartiere a luci rosse Kabuki-cho a Shinjuku), e Lost Judgement ci immerge totalmente nella giusta atmosfera anche dal punto di vista sonoro.
Concludendo
Lost Judgement è tutto ciò che avete visto in Yakuza e Judgement, ma ancora di più. Il tutto con una nuova, forte, intensa storia che vi terrà incollati allo schermo – sebbene, con tutto ciò che succede nei vivi quartieri di Tokyo e Yokohama, è facilissimo farsi trascinare dalle situazioni e fare delle lunghe deviazioni. La maturità che ogni capitolo dimostra permette di abbandonarsi potenzialmente a un centinaio di ore, per spolpare il tutto, mentre chi vorrà solo finire la storia se la potrà cavare con una ventina d’ore di gioco. Se siete fan, sono sicuro che il gioco è già nella vostra console, altrimenti Lost Judgement potrebbe essere un buon modo per entrare in questo mondo, sebbene da una porta laterale. Ma se siete allergici ai giochi giapponesi, io vi ho avvisati, eh!
Nerdando in breve
L’investigatore privato Yagami torna con Lost Judgement, sequel di Judgement che ci porterà tra Tokyo e Yokohama in un torbido intreccio di omicidi e suicidi: sarete capaci di risolvere il caso?
Trailer
Ringraziamo Koch Media per averci fornito una copia versione PlayStation 5 di Lost Judgement per questa recensione
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