Recensione
Da quando ormai più di 2 anni fa è stata annunciata la produzione ad opera di Warner Bros di un nuovo film tratto dalla famosissima saga di romanzi di fantascienza del ciclo di Dune, il mio hype è andato alle stelle, soprattutto dopo che la scelta del regista è caduta su Denis Villeneuve, del quale ho amato il meraviglioso Arrival del 2016 e anche Blade Runner 2049 del 2017.
Purtroppo il COVID ha fatto slittare l’inizio delle riprese e anche di conseguenza l’uscita al cinema (il primo tesser trailer è uscito ormai 1 anno fa!), ma finalmente dal 16 settembre tutti potremo vederlo al cinema. Dune è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia dove ha diviso la critica, e oggi ho potuto vederlo in anteprima… Ho amato i romanzi, ma mi sarà piaciuto questo nuovo adattamento? Continuate a leggere per scoprirlo!
La saga letteraria
Non posso non parlare brevemente dei libri senza i quali questo film non esisterebbe. Scritti da Frank Herbert tra il 1965 e il 1985, i 6 epici e psichedelici romanzi del ciclo di Dune (Dune, Dune Messiah, Children of Dune, God Emperor of Dune, Heretics of Dune e Chapterhouse Dune) sono considerati i capostipiti della fantascienza letteraria (e non) moderna, e sono spesso paragonati per importanza a Il Signore degli Anelli di JRR Tolkien anche se, come mi insegna il mio amico LC, sarebbe più corretto fare un paragone invece con I Figli di Hùrin.
L’opera di Herbert, che è riuscito a creare un universo profondamente dettagliato e complesso, ha grandemente influenzato moltissimi autori di fantascienza, primo tra tutti George Lucas in persona che ha ammesso di averne subito l’ascendente nella creazione del suo Star Wars: è impossibile non notare la somiglianza tra l’uso che fanno le Bene Gesserit della “Voce” e quello che fanno i Jedi della Forza, inoltre il pianeta natale della famiglia Harkonnen si chiama Giedi!
La saga è ambientata prevalentemente sul pianeta immaginario Arrakis (chiamato anche Dune) dove diverse Dinastie familiari combattono tra loro per il controllo dell’estrazione della preziosa Spezia che vi si trova in grande abbondanza. In particolare, soprattutto all’inizio, la famiglia protagonista è quella degli Atreides, ma la narrazione copre in realtà ben più di 16000 anni!
Temi fondamentali della saga sono l’ecologia, assoluta protagonista (Herbert ha studiato a lungo la desertificazione e gli ecosistemi), l’evoluzione, la preveggenza e la religione. Sono molto importanti anche i sogni (“I sogni sono messaggi dal profondo”) e, come in ogni saga epica che si rispetti mai scritta dall’uomo nei secoli, la figura del Messia, il predestinato, l’eletto (Anakin Skywalker, Enea, Harry Potter, Neo…).
Non mi dilungo troppo e vi rimando agli articoli del nostro super appassionato ed esperto LC: qui trovate il suo primo interessante invito alla lettura della saga.
La trama (senza spoiler)
Per chi ha letto il libro, sappiate che questo film è la trasposizione di solo metà del primo romanzo, uscirà infatti in futuro un altro film sempre di Denis Villeneuve che narrerà la seconda parte.
Arrakis, o Dune, è il Pianeta più importante dell’Imperium galattico: è completamente deserto, ma vi si estrae la Spezia, la sostanza che rende possibili i viaggi interstellari, oltre ad essere un potente allucinogeno. Su Arrakis da decenni domina la famiglia Harkonnen, arricchendosi e opprimendo il popolo nativo, i Fremen, fieri guerrieri e geniali inventori. L’Imperatore decide che non saranno più gli Harkonnen a governare il pianeta, li fa ritirare e invia al loro posto gli Atreides, dal pianeta Caladan. La transizione non sarà molto pacifica.
Paul Atreides, il figlio del duca Leto e della Bene Gesserit Jessica, è stato cresciuto per succedere al padre alla guida della famiglia, ma non solo: fin da piccolo ha appreso le vie della Forz… ops volevo dire del potere delle Bene Gesserit, la sorellanza esoterica di donne capaci di leggere le emozioni e di usare il potere della Voce e che nemmeno tanto segretamente tesse oscure trame nella galassia. Tra intrighi, tradimenti, guerre, profezie e terrificanti vermi giganteschi, Paul si rivelerà essere Kwisatz Haderach, l’eletto destinato a governare l’universo? Riuscirà a sopravvivere tra le dune di Arrakis e a dare un significato ai suoi sogni e alle sue visioni del futuro? Andate al cinema per scoprirlo!
Il cast
Un cast stellare per un film stellare: il protagonista Paul Atreides è interpretato dal giovane Timothèe Chalamet che per motivi che non mi spiego mi sta un po’ antipatico ma è un ottimo attore, davvero bravo e azzeccato per questo ruolo (l’ho pensato già dall’annuncio del cast nel 2019, e nel frattempo ho avuto modo di apprezzarlo in Piccole donne e soprattutto in The King che trovate su Netflix). Accanto a lui troviamo la giovane e brava Zendaya nel ruolo di Chani, Rebecca Ferguson ad interpretare Lady Jessica e poi Oscar Isaac, Josh Brolin, Dave Bautista, Jason Momoa, Javier Bardem, Stellan Skarsgaard (che popolerà a lungo i miei incubi) e Charlotte Rampling. I miei complimenti al responsabile del casting, ogni attore/attrice è eccezionale nel proprio ruolo ed assolutamente indovinato/a.
Protagonista assoluto del film però in realtà è il pianeta stesso, Arrakis: è il filo conduttore che, grazie alla Spezia, lega e domina i destini di tutti i suoi abitanti, che siano nobili o plebei, nativi o outworlders. Denis Villeneuve è riuscito a rendere vivo il pianeta stesso e a farcelo percepire come tale: le tempeste di sabbia sono il suo respiro, la Spezia i suoi neuroni, i vermi le sue vene.
La colonna sonora
Hans Zimmer colpisce ancora. La sua colonna sonora è epica, onirica, a tratti disturbante, assolutamente perfetta, sottolinea magnificamente ogni scena del film e ne definisce l’atmosfera, coerentemente con le scenografie e la fotografia. È da giorni che ho iniziato ad ascoltarla per prepararmi mentalmente alla visione, a tutto volume e in tutta la casa con l’impianto multi-room e il subwoofer, con grande gioia del povero Giando al quale ho fatto prendere un paio di spaventi, in particolare con Paul’s Dream, davvero da brividi (confermo, ndGiando).
Confronto con il film di David Lynch
La saga di Dune ha già avuto un adattamento cinematografico, nel 1984, diretto dal grande regista David Lynch: cosa succede se dai un romanzo ricco di significati profondi e psicologici in mano a un regista follemente geniale? Viene fuori un kolossal psichedelico! Purtroppo non si tratta di un capolavoro, è lento e soffre molto dei compromessi ai quali il regista è dovuto scendere con la casa di produzione (di Dino De Laurentiis) ma secondo me merita di essere recuperato, anche solo per ammirarne la grandiosità scenografica e l’estetica pop puramente anni ’80 che è diventata di culto.
Raccomanderei a chi vuole recuperarne la visione di non fare paragoni con il film di quest’anno: le differenze artistiche, tecnologiche e temporali sono troppo grandi. Attenzione agli spoiler però: il film di Lynch concentra tutta la trama del primo libro (effettivamente una tale impresa era davvero impossibile per riuscire bene, anche per un genio come Lynch). Notevole la colonna sonora composta dai Toto che più anni ’80 di così non si può.
Curiosità: nel cast, oltre al pupillo di Lynch Kyle MacLachlan e alla conturbante Virginia Madsen (protagonista di una scena che ha investito le fantasie degli adolescenti degli anni ‘80), troviamo il cantante Sting e anche Brad Dourif, che anni dopo ha interpretato Vermilinguo nella trasposizione cinematografica de Il Signore degli Anelli – Le Due Torri.
Evito volutamente di parlare delle mini-serie televisive del 2000-2003.
Concludendo
Il mio giudizio su Dune è assolutamente positivo: è spettacolare, onirico, tecnicamente perfetto. Ho adorato l’uso che il regista fa della luce e delle ombre, e il modo in cui la musica avvolge ed accompagna ma non prende mai il sopravvento. Scenografie ed effetti speciali da Oscar: inutile dire che sto già pregustando il fatto che tra pochi giorni rivedrò Dune in Imax.
Se proprio devo trovare a Dune un difetto, è che dura “solo” 2 ore e 35 minuti invece che 5 ore, mancando la seconda parte della storia, che adesso muoio dalla voglia di vedere, nonostante mi ricordi abbastanza bene cosa accade nel romanzo.
Voglio spendere qualche parola anche a proposito dei costumi che sono incredibili, dettagliatissimi e impeccabili, dai semplici abiti dei servitori alle armature, passando per le divise cerimoniali e gli abiti di Lady Jessica, che sfoggia anche gioielli molto particolari.
Nerdando in breve
Dune è assolutamente da vedere, consigliatissimo anche solo per apprezzarne la bellezza visiva e compositiva. Non lasciatevi spaventare dalla lunga durata ma andate al cinema (preferibilmente un Imax) a vederlo, ne vale la pena! Avrei continuato a guardare per altre 2 ore e mezza senza problemi, nonostante l’ora tarda e la stanchezza di una giornata di lavoro.
Trailer
Ringraziamo Warner Bros Italia per averci invitato all’anteprima di Dune.
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