Recensione
Un’immagine, una suggestione, uno shock visivo. Abbiamo visto qualcosa di straniante, che fatichiamo a interpretare e che allo stesso tempo ci ha colpiti profondamente: ecco a voi il surrealismo.
Il cinema surrealista è uno dei cardini della Storia del cinema: l’avanguardia francese degli anni Venti del Novecento puntava ad una cinematografia in un certo senso primitiva, basata sull’immagine cristallizzata al di là di un processo logico e consequenziale tipico del cinema attuale.
Si tratta di un movimento cinematografico francese, eppure i suoi due indiscussi protagonisti sono spagnoli: Salvador Dalì e Luis Buñuel, proprio coloro che hanno dato vita al più potente capolavoro surrealista, il criptico e visionario Un Chien Andalou.
Un Chien Andalou è un must in tutte le scuole di cinema e, da oggi, è possibile gustarselo anche sotto forma di graphic novel grazie ad Andrea Cavaletto, che ne ha realizzato l’adattamento a fumetti per NPE.
Trama
In appena 21 minuti assistiamo ad una serie di immagini apparentemente senza connessione logica ma che, a ben guardare, ci raccontano una storia metacinematografica e ricca di spunti psicanalitici.
Un Chien Andalou si apre con quella che è diventata una delle sequenze più famose della Storia del cinema: un uomo, interpretato dal regista Luis Buñuel, sta affilando un rasoio mentre guarda la luna. Subito dopo rientra nella stanza, dove una donna lo attende seduta su una sedia. L’uomo le si fa dietro e le squarcia l’occhio con il rasoio.
A partire da questa dichiarazione d’intenti, con il regista colto nell’atto di aprire letteralmente l’occhio dello spettatore, assistiamo a una storia ricca di suggestioni visive potenti e che coinvolge un uomo e una donna tra passato, presente e futuro.
Stile
Diciamolo subito: il lavoro fatto da Andrea Cavaletto con il suo Un Chien Andalou è fenomenale! La sfida non era certo facile perché rendere su tavola le sfaccettature di un film del genere, mantenendone allo stesso tempo intatta la forza evocativa era quanto di più complesso. L’autore sceglie quindi la via della fedeltà: lo studio dei fotogrammi dietro la trasposizione a fumetti è più che evidente e la rende un lavoro di pregio.
Lo stile grafico scelto da Andrea Cavaletto, inoltre, si presta alla perfezione a rendere le atmosfere che la visione di Un Chien Andalou sa evocare: immagini vibranti e visionarie, in un bianco e nero a suo modo colorato, ricco di sfumature antiche ed emozionali. Un Chien Andalou, quello a fumetti, è una gioia per gli occhi e farà felici gli appassionati di cinema: non capita tutti i giorni di avere un film da sfogliare a disposizione, in tutto e per tutto uguale all’originale e in grado di evocare le stesse indelebili sensazioni.
Perché trasporre Un Chien Andalou
L’operazione di Andrea Cavaletto è senza dubbio coraggiosa: trasporre un film muto, datato 1929, decisamente di nicchia in un fumetto? Molti l’avrebbero definita follia.
Eppure si tratta di un progetto necessario perché permette di infondere nuova vita ad un pezzo fondamentale della Storia del cinema, uno di quelli che hanno contribuito a portarci dove siamo ora, e di presentarlo ad un pubblico più vasto, che magari altrimenti non sarebbe mai stato incuriosito a scoprirlo e approfondirlo.
È lo stesso autore, nella prefazione all’albo, a raccontarci del suo primo incontro con Un Chien Andalou e di come ne rimase così profondamente colpito e catturato. E d’altra parte era proprio questo l’obiettivo di Buñuel e Dalì, che volevano provocare, colpire con un forte impatto morale, trasporre su pellicola l’inafferrabilità dell’esistenza.
Non solo ci sono riusciti, ma hanno anche tracciato un solco nell’arte di narrare per immagini: se sfoglierete lo stupendo albo di Andre Cavaletto o guarderete Un Chien Andalou, vi accorgerete che c’è tanto della poetica buñuelliana nel cinema successivo. Già a partire da quella iconica sequenza d’apertura, rievocata in tutto il cinema di Lucio Fulci. Nella falena testa di morto, resa celebre decenni dopo da Il silenzio degli innocenti. Ma c’è tanto di Un Chien Andalou anche nelle suggestioni di Cronenberg e in tutto il cinema di David Lynch.
A proposito, vi sarete senza dubbio chiesti il significato del titolo, che vi avrà fatto pensare a rimandi onirici insiti nella pellicola. Ebbene no, questo aspetto è saldamente legato alla realtà: il cane andaluso altri non sarebbe che il poeta Federico Garcia Lorca, ex amico del duo Buñuel-Dalì con il quale ormai si erano guastati i rapporti.
Insomma, da appassionata di cinema, non posso che urlare un grazie di cuore ad Andrea Cavaletto e a Edizioni NPE per aver trasposto su carta Un Chien Andalou e per averlo fatto con così tanta dedizione e così tanto amore. Un pezzo da collezione del cinema che diventa un pezzo da collezione in libreria: che altro chiedere?
Edizione
Un Chien Andalou va ad arricchire la collana horror di NPE, che arriva così a constare di 13 pubblicazioni. Come sempre, l’edizione è curata ed elegante e quello che ci troviamo tra le mani è un volume cartonato a colori di 64 pagine e di ottima fattura.
Il libro – ringraziamo NPE per avercelo fornito in anteprima – è disponibile a partire dal 19 agosto 2021 al prezzo di copertina 16,90€ (ma sul sito di NPE trovate già interessanti promozioni che includono la possibilità di avere anche sketch di Andrea Cavaletto).
Nerdando in breve
Un Chien Andalou è la devota trasposizione a fumetti dell’omonimo capolavoro surrealista di Buñuel e Dalì: un lavoro fantastico di Andrea Cavaletto, decisamente da non perdere.
Contenuti