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20 anni di The Others, l’horror elegante di Alejandro Amenàbar

The Others

I fantasmi compiono 20 anni

Sì, lo so: pensare che il 2001 significa vent’anni addietro, fa un certo effetto. A me in primis, che nel 2001 iniziavo le scuole superiori e mi imbattevo per caso, a casa di un’amica e con la spensieratezza dei 14 anni in un pomeriggio di VHS in affitto (ve le ricordate?), in un film horror diverso dal solito e che mi sarebbe rimasto per sempre nel cuore.

20 anni fa, infatti, l’allora pressoché sconosciuto al grande pubblico Alejandro Amenàbar, cineasta spagnolo, dirigeva The Others, horror atipico ed elegante con protagonista la algida e famosissima Nicole Kidman. Si trattava di una scommessa, perché The Others era la prima grande produzione internazionale per il regista e perché si trattava di una pellicola particolare, dalle atmosfere cupe e decadenti, lontana dagli scintillii di Hollywood.

Comunque, se vent’anni dopo siamo ancora qui a parlarne, significa che la scommessa è stata sicuramente vinta: The Others è rimasto nell’immaginario comune grazie al suo incredibile plot twist (non ve lo svelo, nonostante vent’anni dopo dovreste già conoscerlo e nonostante sia ancora arrabbiata col mondo per aver subito lo spoiler più feroce immaginabile dalla guida TV del 2001), alle sue atmosfere e alla sua costruzione.

La trama

Una madre sola con due figli malati in un’enorme casa vittoriana colma di scricchiolii sinistri e angoli bui. Una casa immersa nella brughiera, lontana da tutto e da tutti e che, naturalmente, inizia a dare strani segnali, quasi fosse infestata da oscure presenze.
La più classica delle storie di fantasmi? Gli elementi ci sono tutti e la direzione presa sembra proprio quella. Eppure The Others saprà stupire all’improvviso, proprio quando credevamo di aver cementato tutte le nostre certezze e di avere tutte le risposte.

Nicole Kidman interpreta Grace, che nel 1945 vive sull’Isola di Jersey insieme ai due figli, Ann e Nicholas. Il marito è partito per la guerra e i bambini sono altamente fotosensibili, il che costringe la donna a tenerli chiusi in casa, con finestre sbarrate da pesanti tende per schermare la luce del sole, letale per i piccoli. Costretta al totale isolamento, Grace riceve la visita di tre domestici in cerca di lavoro e li assume. Da quel momento, tuttavia, iniziano ad accadere strani fenomeni…

Come dicevo prima, non vi svelo altro e vi risparmio la grande delusione che ho avuto io perché The Others è un film che bisogna godersi dall’inizio alla fine, senza anticipazioni. Ah, e potete farlo facilmente quando volete: al momento in cui scrivo è disponibile nel catalogo di Netflix.

I riferimenti

La sceneggiatura di The Others è un’opera originale di Alejandro Amenàbar, che l’ha scritta in spagnolo per poi tradurla in inglese. Più di uno spettatore, comunque, ha colto una certa ispirazione dal romanzo Giro di Vite di Henry James, classico della letteratura gotica dell’Ottocento (e alla base della serie Netflix The Haunting of Bly Manor).
Le ispirazioni dichiarate dal regista, invece, si rifanno alla realtà e alla sua vita personale, all’educazione cattolica ricevuta in giovane età. In particolare, nel film Grace trova in casa un album di fotografie in cui tutti sembrano dormire: è la governante Mrs. Mills a spiegarle che le persone ritratte non stanno dormendo ma sono effettivamente morte.

La pratica della fotografia post mortem è un elemento del film che affonda le sue radici nella realtà: era usata nel 19° secolo ma non con gli intenti scaramantici che vengono raccontati in The Others. In molti casi, le fotografie venivano scattate per poter conservare un’immagine del defunto, dato che la fotografia era molto rara all’epoca e, di conseguenza, quelli scattati post mortem erano gli unici scatti disponibili di una persona.
A proposito: nel film, nella lista di fotografia che Grace sfoglia, potete trovare ritratto anche il regista Amenàbar, mascherato da un paio di grossi baffi.

Curiosità

Alejandro Amenàbar teneva moltissimo al suo progetto, tanto da scrivere di suo pugno la sceneggiatura, tradurla e dirigerla personalmente. Ma non si è limitato a questo: per The Others il regista si è calato anche nei panni del musicista, componendo la colonna sonora e ottenendo la nomination al Goya (senza tuttavia vincerlo) anche in questa categoria.

Il regista, inoltre, teneva moltissimo alle atmosfere buie e misteriose che voleva per il suo film, tanto da decidere di girare molte scene effettivamente con la sola illuminazione di candele e torce. Una scelta coraggiosa, che ha conferito a The Others le classiche atmosfere che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare.

Essendo prodotto da Tom Cruise, il film segna di fatto l’ultima collaborazione con l’ex moglie Nicole Kidman. L’allora coppia d’oro di Hollywood, che aveva condiviso in molte occasioni anche il set oltre che alla vita privata, ufficializzò il divorzio subito dopo la conclusione delle riprese di The Others.

Premi e remake

Essendo una produzione anche spagnola, The Others è stato candidato ai Goya, i premi più prestigiosi del cinema iberico, facendone incetta. Ha portato a casa, infatti, le statuette per il miglior film, la miglior regia, la migliore sceneggiatura originale, la migliore produzione, la migliore fotografia, il miglior montaggio, la migliore scenografia e il miglior sonoro. Si è trattato del primo film a vincere il Premio Goya in cui non c’è nemmeno una parola in spagnolo.

E come succede a tutti i grandi, presto anche The Others avrà il suo remake: la pellicola è stata messa in cantiere da Universal ma per il momento non abbiamo nessun dettaglio né sulla trama né su regista e cast. C’è solo da attendere e sperare in un’operazione rispettosa dell’originale e innovativa.

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