Giochi da tavolo

Under Falling Skies – Difendiamo la terra a suon di dadi!

Recensione

Una enorme astronave aliena compare sui cieli delle nostre città.

All’improvviso, sciami di navicelle cominciano a calare in picchiata per bombardare tutto ciò che si trovano sotto tiro.

L’umanità deve affrontare la sua grande battaglia. Le possibilità sono due: stiamo giocando al mitico Space Invaders, oppure abbiamo appena apparecchiato Under Falling Skies, il nuovo gioco da tavolo appena pubblicato in edizione italiana da Cranio Creations!

Curiosi di sapere come si può salvare la nostra amata Terra dai terribili invasori alieni? Beh, non vi resta che continuare a leggere!

Introduzione

Chi lo dice che l’esperienza del gioco da tavolo non possa essere goduta anche da soli? Sebbene la vecchia definizione di “gioco di società” sia a mio avviso ancora parecchio calzante, i giochi da tavolo negli ultimi anni hanno dimostrato un occhio di riguardo anche per coloro che volenti o nolenti, non dispongano di una compagnia adeguata.

Senza che vi ribadisca, poi, come nell’ultimo anno la pandemia abbia intaccato la possibilità di condividere il tavolo da gioco.

Ebbene, un titolo come Under Falling Skies ne è una dimostrazione: si tratta, infatti, di un solitario puro! Nulla vieta di condividere l’esperienza come fosse un cooperativo, sia chiaro: ma il gioco è pensato completamente e prevalentemente per l’esperienza in singolo.

Non scandalizzatevi, potreste pensarlo come ad un videogioco…ma con dadi, cartone e pedine!

Un ultimo appunto: Under Falling Skies nasce da un print and play del 2019 di grande successo, ad opera di Tomáš Uhlíř, che si presentava come un gioco “di sole 9 carte”. Beh, l’idea dell’autore si è dimostrata valida tanto da essere notato da un grosso editore come Czech Games Edition, e la sua opera è decisamente cresciuta, guadagnando il merito di essere pubblicata in un’edizione che gli rendesse pienamente giustizia.

E partiamo proprio da quell’aspetto: che bella è, questa edizione?

Componentistica

Nella bella scatola compatta e maneggevole di Under Falling Skies troviamo una dotazione ricca di materiale.

Degno di nota è anche il particolare ordine con il quale i componenti sono stati riposti nella scatola: in alto troviamo ciò che occorre per le prime partite, scendendo verso il basso, in rigoroso ordine, i componenti necessari ad affrontare i quattro capitoli della campagna, ciascuno impacchettato singolarmente ed introdotto da un minifumetto, che nasconde, per evitare spoiler, le componenti e le istruzioni.

La componentistica gode di un’ottima grafica, che oltre ad essere chiara, si distingue per una certa ispirazione sia al mondo dei videogiochi classici, che ai disaster movie degli anni ’90 (qualcuno ha detto Indipendence day?).

In particolare, la plancia di gioco e le navicelle di plastica, graziosissime, sono un omaggio al sopracitato Space Invaders.

Il cartone delle plance e dei componenti è molto robusto, i dadi sono belli grandi: insomma, dal punto di vista tattile e visivo, Under Falling Skies è promosso e merita di essere tenuto in libreria anche se si possiede già il Print and Play.

Ultima ma non ultima da citare con elogio la trasposizione ad opera di Cranio: manuale chiarissimo e ben tradotto, così come i (pochi) elementi testuali dei materiali di gioco. La parte più consistente del testo è nei briefing degli scenari della campagna, e nella descrizione delle abilità delle varie città.

Se volete guardare con i vostri occhi di cosa stiamo parlando, vi invitiamo a visitare la nostra galleria dedicata all’unboxing, nonché il nostro videounboxing, dove vi mostriamo nel dettaglio i componenti e la loro disposizione nella scatola.

Modalità di gioco

Under Falling Skies presenta due distinte modalità di gioco: gioco singolo o campagna.

La campagna è composta di quattro capitoli, da affrontare in sequenza, ma non pensate come modalità usa-e-getta: Under Falling Skies non è assolutamente un legacy, anzi: la campagna è completamente rigiocabile, e non solo: una volta defustellati i componenti dedicati, sarà possibile utilizzarli a piacimento nelle partite singole, arricchendo e variando di continuo le nostre giocate.

E non pensate che la campagna si concluda in fretta: una media di dieci partite è necessaria per portarla a casa, e a quel punto avremo visto circa la metà di quello che il gioco offre per questa modalità.

Ciò garantisce grande variabilità, rigiocabilità e longevità, cui si somma quella intrinseca naturale del sistema di gioco, di cui però parleremo in un attimo.

Gameplay

Dopo tutto questo parlare, come si gioca ad Under Falling Skies?

Se siete pigri, ve lo diciamo subito: abbiamo realizzato un video in cui spieghiamo il gioco e vi mostriamo un esempio pratico di qualche turno. Altrimenti, se siete vecchia scuola, seguiteci qui, cercheremo di essere chiari e concisi, senza scendere nelle particolarità del regolamento, ma per fornirvi un’infarinatura del titolo.

La plancia di Under Falling Skies è divisa in due aree principali: la prima che rappresenta il cielo, e la seconda che rappresenta la nostra base sotterranea, separate dalla tessera città, ognuna delle quali ha un diverso “potere”. Entrambe  le aree della plancia sono suddivise in cinque colonne, e questo è fondamentale per il gameplay.

Un grande classico dei disaster movie: New York in fiamme durante un attacco alieno!

Nella parte di cielo, si muovono le navicelle aliene: scendono dall’alto dall’astronave madre verso la nostra città; nella parte di base sotterranea, invece, avremo la possibilità di piazzare i nostri dadi per attivare le stanze ed ottenere le azioni conseguenti; la base sarà espandibile turno dopo turno grazie all’utilizzo della scavatrice, che potremo spostare sempre più in profondità, sbloccando quindi nuove stanze ove piazzare i dadi.

Nel gioco base avremo a disposizione cinque dadi da lanciare ad ogni inizio round, due bianchi e tre grigi, da piazzare uno per colonna.

Il piazzamento dei dadi è rigorosamente basato sulle colonne.

Le stanze sulle quali poter piazzare i dadi avranno ovviamente differenti effetti:

  • Laboratorio di ricerca: progredire sul trattato di ricerca
  • Centrale elettrica: accumulare energia
  • Antiaerea: rallentare la discesa delle navi nemiche
  • Hangar: abbattere navi nemiche
  • Azione scavare: non è propriamente una stanza, ma piazzando un dado in modo opportuno davanti alla nostra scavatrice, avremo la possibilità di sbloccare nuove stanze per i turni successivi.

Il numero sul dado indicherà quanto l’azione sarà potente, a meno di modificatori; inoltre, alcune stanze richiederanno il consumo dell’energia accumulata.

Un ulteriore livello di complessità è dato dalla differenza nel colore dei dadi: mentre i dadi grigi potranno essere piazzati sulla plancia senza remore, dovremo scegliere opportunamente il momento giusto per utilizzare i bianchi, che costringono, una volta piazzatone uno, a ritirare tutti gli altri. Nelle modalità avanzate avremo a disposizione anche i dadi blu, assemblabili utilizzando le apposite stanze automa.

Sembra tutto semplice, ma non è così, perché non vi ho ancora detto tutto sulla meccanica di piazzamento: ogni dado piazzato, infatti, in base al numero, farà scendere le navicelle aliene della stessa quantità di righe. Il problema? Ogni qual volta che una navicella raggiungerà la città ci farà un danno. Alla fine del nostro turno di gioco, l’astronave madre scenderà di una riga verso la nostra città, innescando un effetto.

Dannati alieni pronti a far danni!

Ma come si vince, o come si perde? È presto detto: da parte nostra sarà necessario raggiungere il termine del tracciato di ricerca per ottenere la vittoria contro gli invasori; perderemo, invece, accumulando tanti danni da riempire l’apposito tracciato, oppure quando la nave madre aliena arriverà troppo vicina alla nostra città (un teschio, apposto accanto alla riga de la muerte, ci ricorderà della fine incombente).

Questa, in brevissimo e senza fronzoli, la meccanica di base. Se poi andiamo ad aggiungere:

  • La già citata campagna
  • I componenti avanzati da introdurre a partire dalla seconda partita (personaggi, robot, e modifiche al gameplay)
  • Le nuove città, in due diverse modalità
  • La possibilità di aumentare la difficoltà (la plancia è double-sided!)

Capite bene che nella piccola scatola di Under Falling Skies troveremo tanta ciccia da esplorare partita dopo partita. Certo, non vi dico che il gioco risulti infinito, però se giocate solo a quello, tutto riesce a stancare dopo un po’, nevvero?

Spendo due parole per spiegarvi cosa cambia nella modalità campagna, evitando qualsivoglia spoiler, come consigliato dall’editore.

Sostanzialmente si gioca come nella modalità singola, ma le partite saranno concatenate e porteranno a compiere delle scelte che modificheranno di fatto l’andamento della partita e le missioni che affronteremo. Il materiale extra serve a fornire ambientazione e, appunto, la possibilità di variare il gioco di scenario in scenario: troveremo personaggi, segnalini, ecc. .

All’inizio di ogni capitolo, dovremo formare due pile distinte di materiale in base alle istruzioni fornite dal fumetto-briefing; scelta una di queste, affronteremo la battaglia, perdendo automaticamente l’altra. Ad ogni vittoria o sconfitta, il gioco ci indicherà quale materiale togliere o tenere. Inoltre, un apposito diario della campagna ci permetterà di tenere traccia in modo pratico dell’andamento della nostra guerra.

Ecco come inizia la campagna, senza spoiler!

Devo dire che questa modalità mi ha soddisfatto più di quel che pensassi: è difficile, varia e tiene l’attenzione alta, restituendomi quel tipico feeling delle partite al mitico XCOM. Non sottovalutatela in alcun modo, è in grado di offrire una bella esperienza!

Ultimo aspetto di cui non abbiamo parlato è la difficoltà: il gioco è parecchio sfidante e sa creare il giusto livello di tensione e di spremitura di meningi, con il fattore alea presente ma non così determinante.

D’altronde, stiamo parlando di alieni che invadono la terra, suvvia, non di catene di produzione nella Germania del 1700!

In conclusione

Under Falling Skies ha forse un unico difetto, che però è anche la sua caratteristica principale e ci puoi girare intorno quanto ti pare, ma è così: è un solitario puro, quindi se non piacciono i solitari, non scoccherà mai la scintilla.

Al di là di questo, penso sia un titolo davvero ben costruito, che riesce a divertire, intrigare e sfidare con meccaniche molto semplici, ma che sanno dare parecchio filo da torcere. Ciliegina sulla torta è rappresentata dalla ben concepita modalità campagna, che allunga di molto la longevità del gioco, avvince ed è pure rigiocabile!

La componentistica è pregevole e rende giustizia ad un gioco che meritava di essere portato al grande pubblico.

Se mai dovesse ricapitare una pandemia, o se durante questi mesi avete pensato che si, non è così male giocare da soli da tavolo, questo è il vostro titolo: pronti a difendere il nostro pianeta e le nostre città?

Nerdando in breve

Under Falling Skies è un solitario puro, in grado di regalare momenti di tensione e divertimento grazie a meccaniche semplici ma profonde, ed ottimi valori produttivi.

Nerdandometro: [usr 4.0]

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