Ve le ricordate le videoteche? Quei posti dove andavi e affittavi film da guardare poi in compagnia sul divano e che qualcuno non restituiva mai? (Samuele Bersani, giusto per dimostrare quanto fosse diffuso il fenomeno, ci ha fatto su anche una canzone bellissima, Senza titoli).
Ecco, io nelle videoteche ci ho passato una fetta importante della mia vita e grazie a loro ho scoperto pellicole che poi mi sono rimaste nel cuore per sempre. Quella di frequentare le videoteche è un’abitudine che mi hanno insegnato i miei genitori: da bambina, il sabato sera classico prevedeva pizza e film in cassetta. Crescendo, il rito si è esteso e ho passato tantissimi pomeriggi (e perfino qualche mattina) a guardare film affittati insieme agli amici.
Questo lungo preambolo per dire che proprio una videoteca mi ha fatto scoprire il film di cui vi parlo oggi. Il destino di un cavaliere è uscito nel 2001 con la regia di Brian Helgeland (uno che aveva scritto L.A. Confidential e avrebbe scritto Mystic River) e interpretato da un cast da paura che comprende Heath Ledger, Paul Bettany, Mark Addy, Alan Tudyk, Rufus Sewell e Shannyn Sossamon.
Mi ricordo ancora quando, scorrendo le proposte della mia videoteca di fiducia, mi sono imbattuta in questo titolo e mi ha subito incuriosita: alla prima visione, me ne sono innamorata. Adesso che è stato aggiunto al catalogo Amazon Prime Video ho voluto riguardarlo vent’anni dopo e ho scoperto che le emozioni che sa regalare sono rimaste le stesse. Il destino di un cavaliere invecchia bene e resta divertente e scanzonato anche a distanza di vent’anni.
Protagonista è il giovane William, scudiero di umili origini con il sogno impossibile di diventare cavaliere. La fortuna sembra girare dalla sua parte quando, durante un torneo, Sir Ektor, il cavaliere che William serve, muore improvvisamente: il ragazzo ha così l’occasione di fingersi Sir Ektor e concludere il torneo al suo posto.
Incassata la vittoria, William riesce a convincere gli altri due scudieri ad assecondare la sua idea e, assunta l’identità fittizia del fantomatico Sir Ulrich von Lichtenstein, creata per lui dal poeta Geoffrey Chaucer, incontrato sul loro cammino, si prepara a gareggiare nelle giostre di tutta Europa.
Sul suo cammino, troverà anche l’amore, nelle sembianze della bella e anticonvenzionale Lady Jocelyn.
Detta così potrebbe sembrare l’ennesima storia di cavalieri ma Il destino di un cavaliere è molto diverso da tutti i film sul medioevo che avete visto.
L’idea alla base è quella di dare vita a un “medioevo rock”, moderno e vivace. Non fraintendete: non vi troverete di fronte a tecnologie anacronistiche o stridori storici ma tutto il film è costellato di sprazzi di modernità.
A cominciare dall’abbigliamento e dal trucco, in particolare quello di Lady Jocelyn. Proprio lei, tra l’altro, è un personaggio sfaccettato e molto distante dal prototipo di damina medievale: una vera femminista ante litteram.
Non solo, la musica è quanto di più Seventies potete trovare: Queen, AC/DC, Eric Clapton, la colonna sonora è un vero gioiello che vi consiglio di recuperare.
Piccola chicca: nella sequenza iniziale, sulle note di We Will Rock You dei Queen se aguzzate la vista potrete scorgere nel pubblico che assiste al torneo anche Brian May e Roger Taylor.
Abbigliamento e musica sicuramente influiscono sull’impressione generale che fa de Il destino di un cavaliere un film rockettaro, ma a contribuire è anche il modo in cui ci vengono mostrati i giostranti, vere e proprie rockstar dell’epoca.
Particolarmente riuscito, poi, sicuramente anche grazie all’interpretazione di Paul Bettany, è il personaggio di Geoffrey Chaucer, uno dei pochi attinti realmente dalla storia.
Chaucer, quello vero, è stato un autore fondamentale della letteratura inglese e il regista, che aveva scritto il ruolo appositamente per Bettany, ha dichiarato che si è divertito a immaginare una storia per lo scrittore in un periodo storico di cui non si sa granché della sua vita.
Insomma, Il destino di un cavaliere è un film diverso, divertente e rockettaro: io vi consiglio tantissimo di recuperarlo!