Fumetti & Libri

Due chiacchiere con: Emanuele Apostolidis (Il mio primo manuale della pallavolo)

Dopo aver letto ed amato Simone Giannelli. Il mio primo manuale della pallavolo, dopo aver contattato Salvatore Callerami che gli ha regalato vita coi suoi disegni; non potevo che andare a disturbare anche l’altra faccia della medaglia: raggiungo quindi “Apos” via call e inizio a martellarlo con le mie domande.

Ed eccovi cosa mi ha raccontato:

Zeno2k: ciao Emanuele, grazie di aver accettato il nostro invito. Partiamo da una domanda facile: sei appassionato di pallavolo?
Apos: Di base sono appassionato di calcio, ma sono originario di Schio e negli anni giovanili c’era la squadra in serie A e ci davano i biglietti per andarli a vedere al palazzetto. Per cui alla fine mi sono appassionato… Ma non ho mai giocato. Solo calcio e basket con gli amici.
Sono più uno sportivo da TV.

Z: Come nasce questo progetto?
A: Nasce alla lontana: da alcuni anni con la regione veneto e la BeccoGiallo stiamo facendo dei concorsi per la carta etica dello sport veneto, c’è sempre un testimonial e un fumetto scritto da me.

Lo abbiamo fatto con la Pellegrini, il primo anno. Poi con l’Imoco Volley e ora con Giannelli. La genesi del progetto nasce con la Regione e poi su scala nazionale abbiamo pensato di fare un volume che raccontasse una storia di sport vera e BeccoGiallo ha proposto Simone Giannelli come sponsor di questo progetto.
Lo abbiamo sentito al telefono e devo dire che mi ha stupito come fosse un campione pulito, in campo e fuori: non gli interessava un libro autobiografico, autocelebrativo, ma uno che facesse trasparire i valori dello sport, che unisce e non divide.
Parlando con Simone, mi ha parlato di vari episodi della sua vita: uno in particolare mi ha colpito: quando esordì in Serie A, l’emozione che ha provato è stata fortissima, ma sentiva negli sguardi dei propri compagni la fiducia, che credevano in lui nonostante l’età giovanissima.
Questo episodio è citato e presente nel fumetto.

Per quanto riguarda la struttura del fumetto, ho deciso di dividerlo in episodi, così da far emergere i vari conflitti che possono nascere a livello adolescenziale.

Z: Ci sarà un seguito?
A: Doveva essere una cosa un po’ singola, io scrivo sempre cose sulla Grecia per via delle mie origini e cerco di infilarla un po’ ovunque. Per questo fumetto mi è venuto in mente di incrociare gli elementi di Space Jam e dei Teen Titans. E così ho pensato che ci fosse spazio per la mitologia greca, che al di là di Pollon è sempre stata un po’ ignorata.
Ho pensato quindi di osare: così ho inserito i fratelli K (Kairos e Kronos sono i due modi di dire “tempo” in greco: il tempo di qualità e di quantità). Poi ho aggiunto divinità minori su cui potevo inventare.
L’unica non divinità è Icaro: se ci sarà un prosieguo, la sua storia potrebbe essere approfondita nelle parti successive.

Z: E se ci sarà, sarà sempre dedicato al volley o ad altri sport? Non ti nascondo che mi piacerebbe vedere un volume sul Rugby
A: BeccoGiallo non credeva che si potesse creare una struttura capace di accogliere altri sport. Questa struttura però si presta bene anche a cambiare.
L’idea iniziale era quella di cambiare sport ogni anno, ma dipende da tante cose: occorre vedere i dati effettivi di vendita. Ma questo è un discorso editoriale.

Z: Parliamo della resa grafica del volume.
A: Sull’aspetto grafico, Salvatore è riuscito ad entrami nella testa e rendere i personaggi anche migliori di come li avevo immaginati. Sono contentissimo di aver lavorato con lui.

Z: quali sono i tuoi personaggi preferiti?
A: Tra i buoni i miei preferiti sono i fratelli K: fonte di grande facezia e spunto per creare le situazioni che avvengono nella storia. Sono anche la citazione più colta, perché non tutti sanno che hanno funzioni opposte.
Tra i cattivi invece sono legato alla figura di Medusa, che rappresenta l’inizio della mia carriera sui fumetti: la mia prima sceneggiatura è proprio legata al personaggio di Medusa, e poi l’altro nel cuore è il Minotauro. Avevo fatto un altro progetto, che però non è andato in porto, che era la rivisitazione dei miti greci dalla parte dei mostri e il Minotauro ne era il protagonista.

Z: Una parola sul ruolo di Simone Giannelli nel finale. Mi ha colpito non vederlo in campo, è stata una scelta coraggiosa e molto intelligente
A: L’uscita di Giannelli ha lo scopo di responsabilizzare il gruppo che deve far propri gli insegnamenti ricevuti. Quando sono arrivato nel finale, il fatto di far giocare Giannelli e che fosse protagonista della vittoria, avrebbe fatto risaltare meno quei principi che volevamo trasmettere.

Tutto si gioca su equilibri in gioco. Come negli altri libri c’è l’equilibrio tra la parte scritta e la parte a disegnata: anche nei precedenti ho sempre voluto usare i due linguaggi. Secondo me a livelli di fruizione di pubblico l’uso dei due linguaggi funziona bene. Un po’ come il manuale delle Giovani Marmotte, che però aveva una parte disegnata molto ridotta. Qui invece c’è tanta storia da seguire e tanto contenuto per chi vuole appassionarsi allo sport.

Z: Su cosa stai lavorando ora?
A: Adesso sto lavorando su un impresa incredibile: la storia dell’intelligence a fumetti. È una rivisitazione della storia a partire dagli antichi Egizi fino ai giorni nostri, ma vista dalla parte degli agenti segreti. Ho scoperto un sacco di cose, come che Lady Oscar sia esistita davvero.
Sono ancora lontano, perché sono arrivato alla Prima Guerra Mondiale, ma arriveremo alla fine.

E, a questo punto, non posso che dirmi ansioso di scoprire il prossimo volume di BeccoGiallo Editore!
Un enorme ringraziamento ad Emanuele Apostolidis per il tempo che ha voluto dedicarmi.

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