Recensione
Sono veramente tentato di iniziare a descrivervi Pakal, boardgame di Luca Bellini & Luca Borsa e distribuito da Cranio Creations, partendo dal suo peggior difetto. Ma resisterò a questa tentazione e vi costringerò a scorrere l’articolo fino alla fine prima di scoprire perché Pakal mi sta facendo dannare dal giorno stesso in cui è entrato in casa.
Iniziamo dal principio: Pakal si propone come una viaggio all’interno di una misteriosa giungla, nella quale dovremo seguire i simboli nascosti tra il fitto fogliame, fino a raggiungere l’agognata meta: il tempio posto a fine percorso.
Pakal è uno di quei titoli le cui regole si imparano in due minuti, proiettandoci subito nel gioco: tutto facile, quindi, ma solo in apparenza.
Meccaniche
La meccanica del titolo fa l’occhiolino al vecchio ed immortale gioco del 15. Avete presente quel quadrato infernale con i numeri tutti mescolati e in cui bisogna riordinarli? Personalmente credo sia stato uno dei primi giochi con cui sono venuto a contatto, ormai quarant’anni fa, eppure se mi capita sotto mano, non posso fare ancora adesso a meno di prenderlo e riordinarlo.
Ebbene: Pakal ci mette a disposizione il medesimo meccanismo, una mini plancia sui cui porremo una carta schema che riporta in modo causale i 9 simboli che compongono l’ossatura del gioco. Questo schema verrà poi coperto da 14 tessere quadrate: 10 delle quali opache (del nostro colore) e 4 trasparenti.
A quel punto si estrare a sorte una tessera obiettivo, riportante tre dei simboli. Quindi parte il tempo (30 o 45 secondi in base a quanto vogliamo rendere difficile la sfida), e tutti i giocatori (da 2 a 4) iniziano a muovere le tessere sulla propria plancia fino a svelare i tre simboli (e solo quelli) riportati sulla tessera obiettivo estratta.
Chi riesce a trovare i simboli, può prendere un gettone trofeo, scegliendolo causalmente tra quelli disponibili (tre in più rispetto al numero di giocatori). Una volta scaduto il tempo si controlla se la combinazione è effettivamente corretta e il simbolo che si trova sul gettone trofeo estratto: se è diverso da quelli presenti nella tessera obiettivo, tutto bene, si avanza sul percorso fino al prossimo simbolo corrispondete; se invece è uno di quelli presenti, non potremo spostarci in avanti.
Man mano che si procede sul percorso, però, le cose si complicano: ad ogni giro di boa dovremo togliere una delle tessere colorate dalla nostra plancia e sostituirla con una trasparente. Dato che l’obiettivo è lasciare solo tre simboli visibili per volta (e proprio i tre giusti), è evidente come poco per volta chi è più avanti si troverà in maggior difficoltà.
Inoltre l’estrazione del trofeo dà quella componente di casualità che può far davvero ribaltare le sorti di una partita che sembrava invece decisa fin dall’inizio.
Materiali
Vediamo qual è il contenuto della scatola:
- 1 tabellone
- 4 plance personali
- 4 carte schema
- 76 quadrati colorati e trasparenti
- 4 dischi segnapunti
- 21 tessere obiettivo
- 9 tessere punteggio
- 1 regolamento
Potete dare uno sguardo al nostro unboxing sulla pagina Facebook, ma lasciate che vi dica che i materiali sorprendono per qualità: le plance sono soggette ad attriti e frizioni continue, con le dita che corrono follemente avanti ed indietro alla ricerca della combinazione giusta, eppure tutto gira benissimo, senza pezzi che volano via o che si imputano facendo perdere tempo prezioso.
Da aggiungere anche una nota: se siete stati attenti alla recensione, avrete forse notato che ho parlato di tempo limite (30 o 45 secondi), eppure nella scatola non compare nessuna clessidra.
Ma a chi serve una clessidra quando abbiamo un’app Pakal dedicata proprio a questo? Infatti è disponibile (ovviamente gratuitamente) un’app che ci accompagna con una evocativa musica martellante mentre cerchiamo la nostra strada nella giungla e che ci aiuterà a scandire i turni di gioco.
Conclusioni
Ed ecco il momento tanto atteso: qual è il peggior difetto di Pakal? Ebbene: l’ho provato da solo, per testarne le dinamiche. L’ho provato con Gattiveria, che mi sopporta ormai da tempo immemore. Infine l’ho provato con le mie due figlie… il problema è stato convincerle a staccarsi dal tavolo da gioco.
Non scherzo: le coinvolgo coi miei board game da anni, ormai, con successi e soddisfazioni altalenanti: ma Pakal è stata la prima volta in cui mi hanno chiesto di continuare a giocare da sole anche dopo aver dato forfait, dopo la decima partita di fila.
E il giorno dopo hanno ricominciato a giocarci senza annoiarsi mai, senza stancarsi di far volare le dita sulle plance.
Insomma: Pakal è un gioco semplice, dalle dinamiche immediate che, in un certo senso, fa già parte del bagaglio culturale di tutti noi. Associa ad un meccanismo quasi banale un livello di complessità che richiede abilità manuale, rapidità di pensiero e strategia. Si impara in due minuti e lo si intavola volentieri come filler, per poi scoprire che l’intera serata è andata via a caccia di tesori nella giungla.
Perfetto per coppie, famiglie e bambini. Non saprei cosa chiedere di più.
Pakal è disponibile al prezzo di 24,99€.
Ringrazio Cranio Creations per il materiale.
Nerdando in breve
Pakal è il boardgame per tutti, esperti e neofiti, che ci porta a caccia di tesori nella giungla.
Nerdandometro: [usr 4.5]
Contenuti