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Due chiacchiere con: Isabella Di Leo (Si può fare!)

Isabella Di Leo

Isabella Di Leo

In occasione della sua nuova uscita, Si può fare!, ho avuto l’occasione di fare due chiacchiere con Isabella Di Leo, in arte Nuttyisa che, dopo aver raccontato la sua sfida al cancro in Triplo Guaio, torna a collaborare con Beccogiallo, questa volta per raccontare il dietro le quinte del film Frankenstein Junior.

L’intervista

Clack: Com’è nata l’idea per questo libro?
Isabella: È nata una sera dopo aver finito di rivedere Frankenstein Junior, nell’estate del 2019. Durante la visione mi sono resa conto di conoscere molti aneddoti sulla realizzazione del film e sui suoi protagonisti, ho pensato potessero essere interessanti da raccontare in una storia.

C: Sappiamo, dall’interessante prefazione che hai scritto per Si può fare!, che sei una grande fan di Gene Wilder e che i suoi film ti sono stati d’aiuto in un momento molto delicato della tua vita: ti va di raccontarci qualcosa a riguardo?
I: Non solo quelli di Gene, ma anche quelli di Mel Brooks (che è il mio regista preferito). Quando ho dovuto sottopormi alla chemioterapia e altre terapie per curare un cancro al seno tra il 2018 e il 2019 ho capito quanto fosse importante fare cose che mi mettessero allegria e spensieratezza, tra le varie cose che feci ci fu anche quella di riguardare tutti i loro film, sono stati un po’ una terapia psicologica. Insieme al disegno, naturalmente.

C: Quando hai visto per la prima volta Frankenstein Junior? È stato amore a prima vista?
I: Me lo ricordo come se fosse ieri. Parlando della mia neonata passione per Gene Wilder con un mio compagno di classe, che quel giorno decise di accompagnarmi a casa, mi disse “ma lo hai visto Frankenstein Junior? Domani ti presto il DVD, fa morire dal ridere!” e in effetti fu colpo di fulmine! Non solo conobbi la migliore interpretazione di Gene ma anche i film di Mel Brooks… da lì in poi recuperai tutto il resto della loro filmografia e la passione per loro diventò totale! Quindi Andrea, se mai leggerai questa intervista: grazie di avermi prestato quel DVD!!

C: Ricostruire a fumetti la lavorazione di un film è un’idea originale e sicuramente non è impresa facile: che approccio hai scelto per realizzarla?
I: Siccome il mio terrore era quello di risultare noiosa mi sono imposta di non sembrare una pagina di Wikipedia, non volevo un approccio freddo fatto di date e riferimenti. Quel tipo di informazioni si possono trovare su qualsiasi libro o sito web. Volevo altro: concentrarmi sulla parte umana, sui sentimenti e sull’amicizia tra Gene Wilder e Mel Brooks. Volevo che il lettore empatizzasse coi due protagonisti e li sentisse vicini.

C: Dove ti sei documentata per riuscire a creare una storia realistica e credibile e per ricostruire la personalità dei protagonisti?
I: I tre libri principali che hanno gettato le fondamenta sono stati “Baciami come uno sconosciuto” autobiografia di Gene Wilder, “Frankenstein Junior, memorie dal set e altre quisquilie” foto e retroscena dal set del film, scritto da Mel Brooks e “Funny Man” di Patrick McGilligan, una biografia meravigliosa su Mel Brooks. Ma volevo di più, quindi ho comprato ogni rivista (americana o italiana) degli anni ’70 in cui ci fosse una loro intervista e visto loro interventi ai late show. In questa maniera ho trovato tantissimi aneddoti di natura personale che hanno arricchito il racconto di particolari e ho capito meglio il loro carattere, mimica e modo di esprimersi.

C: Quella che troviamo in Si può fare! è una storia che esalta i valori dell’amicizia vera e la capacità di credere in se stessi e inseguire i propri sogni, per quanto visionari possano apparire. Sono valori in cui ti rispecchi?
I: Tantissimo. Ho atteso i miei 30 anni per riuscire a realizzare il sogno di diventare una fumettista pubblicando la mia prima graphic novel Triplo Guaio (sempre per Beccogiallo). Era una cosa che desideravo da tutta la vita, che purtroppo mi aveva condotto sempre in strade diverse. Se si ha un sogno e si ha perseveranza prima o poi questo si realizza, ma nulla piomba dal cielo, bisogna farsi il mazzo.

C: Hai aggiunto anche una colonna sonora alla lettura: ogni capitolo è infatti introdotto da una canzone. Come mai questa scelta? E come hai scelto i brani da inserire?
I: Perché il miglior modo di fare immergere una persona in un determinato contesto storico (in questo caso gli anni ’70) è farlo viaggiare mentalmente… E quale miglior modo di farlo se non con la musica? Nei mesi in cui ho disegnato il fumetto ho ascoltato quasi sempre musica degli anni ’70, per trovarmi nel giusto mood ed essere ancora più ispirata. Ho scelto le canzoni in base alle melodie e i testi, in modo che descrivessero le sensazioni dei personaggi. È stato davvero divertente trovarle!

C: Questo è il tuo secondo libro: hai già qualche idea per il terzo? Ci puoi anticipare qualcosa?
I: Lavorare a Si può fare! è stato mentalmente provante, quindi ho deciso di prendermi un vacanzina per svuotare la testa e poterla riempire di nuove ispirazioni. Ho in mente 2 o 3 idee ma non so ancora quale di queste sceglierò… Vedremo!

C: In futuro ti piacerebbe tornare ad esplorare il mondo del cinema nei tuoi lavori? C’è qualche film che ti piacerebbe approfondire su tavola?
I: Sono fan di molti attori e di molti film, se dovessi scoprire un’altra storia interessante dietro le quinte di una realizzazione che mi faccia accendere la lampadina com’è successo con Mel Brook e Gene Wilder, senza ombra di dubbio mi piacerebbe raccontarla!

C: Non possiamo che concludere con questa domanda: hai intenzione di inviare una copia di Si può fare! a Mel Brooks?
I: Non ti nascondo che sarebbe il mio più grande desiderio che lui possa riceverne una copia e sapere cosa ne pensa. Mel in una vecchia intervista disse che i fan dovrebbero essere in grado di ringraziare i loro idoli finché questi sono ancora con noi, lui ha realizzato questo suo desiderio dedicando un intero film ad Alfred Hitchcock (Alta tensione) e incontrando in Svizzera Charlie Chaplin. Questo è il mio ringraziamento per lui e per Gene, quindi chissà!

C: Grazie per questa bella chiacchierata!
I:
Grazie di cuore, a presto!

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