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NerdandoSu Marte – 10 videogiochi ambientati su Marte

Nello scorso mese, il traffico è aumentato dalle parti di Marte, il Pianeta Rosso: ben tre nuove missioni di esplorazione sono giunte laggiù, pronte a rivelarci nuovi misteri del nostro vicino di Sistema Solare.

Ma noi videogiocatori, perlomeno virtualmente, su Marte ci andiamo da un sacco di tempo, e non penso che smetteremo di farlo molto presto.

Se vi siete persi l’esperienza di avventurarvi tra le rosse dune di Marte, oggi vi rinfreschiamo la memoria citandovi ben dieci videogiochi che hanno il Pianeta Rosso come ambientazione.

Allacciate i caschi, che si parte!

Ultima Worlds of Adventure 2: Martian Dreams

Nel 1991 il franchise di Ultima, inventato dal mitico Richard Garriott, era  l’apice assoluto tra i videogiochi di ruolo per PC. Perciò poteva permettersi di sperimentare, provando nuove ed ardite ambientazioni che non fossero la classica Britannia cui gli amanti della saga erano abituati.

Nacquero perciò due spin-off, che pur seguendo cronologicamente il sesto capitolo della saga principale, trasportarono il protagonista, l’Avatar, in due mondi ben lontani dal classico fantasy, che si rifacevano al gusto dei romanzi d’avventura di fine ‘800.

Savage Empire, il primo spin-off, era ambientato in una valle perduta sulla Terra, in una inaccessibile giungla popolata di tribù prese di peso dalla storia centroamericana ed africana. E dinosauri, sì, se avete letto Il mondo perduto di Arthur Conan Doyle.

Sopravvissuto alla giungla, l’Avatar compie un nuovo, straordinario viaggio nel secondo spin-off, intitolato appunto Martian Dreams.

Ecco, Martian Dreams ha premessa, ambientazione e trama che sono semplicemente meravigliosi e non so cosa darei per avere un videogioco moderno che ne abbia di simili.

Siamo nel 1893, all’Esposizione Mondiale di Chicago.

Percival Lowell, il famoso astronomo, ha costruito un cannone spaziale per mandare una navicella a forma di proiettile su Marte (grazie, Verne!). Il problema è che per un sabotaggio il cannone viene sparato prima del tempo, con a bordo tantissimi personaggi famosi dell’epoca (qualche nome: Marie Curie, Buffalo Bill, Rasputin, Sigmund Freud, Sarah Bernhardt, Thomas Edison, Theodore Roosevelt, William Randolph Hearst, Andrew Carnegie, Nikola Tesla).

L’Avatar è chiamato a guidare una spedizione di salvataggio, pena la distruzione della storia come la conosciamo!

Si scopre che Marte ha città e canali (come si credeva anche alla fine del 1800, per giunta), ma la civiltà è in rovina e le prime missioni riguardano proprio il rimettere in piedi l’energia e sciogliere i poli per riempire i canali.

Il gioco regala moltissime chicche, la prima delle quali è la creazione del personaggio con Freud che fa le domande. Fantastico.

L’aspetto tecnico risente abbastanza del tempo passato, ma c’è una buona notizia: su GOG.com è gratis, basta iscrivervi!

DooM

Doom

Il Re degli sparatutto è ovviamente uno dei titoli più famosi ad essere ambientato su Marte; sul pianeta, semplicemente, a causa di esperimenti malriusciti, si è aperto un portale che vomita demoni dall’inferno; indovinate un po’ a chi tocca mettere a posto la situazione, salvando anche la Terra?

Certo, mi rendo conto di averla resa un po’ troppo semplicistica, ma su questa idea di base si sono sviluppate più o meno in modo articolato e con variazioni le trame dei cinque capitoli principali della celebre saga di iD Software, la cui fama travalica il mero campo video ludico, un vero fenomeno pop che dura da trent’anni, tanto che mi sembra quasi stupido che io sia qui a parlarvene come se non lo conosceste.

Nei panni del mitico Doomguy avremo a che fare con i peggiori incubi che l’inferno possa partorire, in un orgia di sangue, pallottole e adrenalina, e non mancano neanche i sobbalzi sulla sedia. Si, parlo per esperienza personale, DooM3 mi ha lasciato un brutto segno.

DooM è un titolo eterno, che ha fatto la storia del videogioco e continua tutt’oggi ad incantare, anche grazie alla nuova saga, vincitrice di numerosi premi di gioco dell’anno. Un titolo imprescindibile nel curriculum di qualsiasi videogiocatore serio che si autodefinisca tale.

Surviving Mars

Torniamo a qualcosa di più realistico con Surviving Mars, un titolo gestionale sviluppato da Haemimont Games (cui dobbiamo la saga di Tropico) che ci mette nei panni di una agenzia spaziale che mira a costruire una colonia umana su Marte.

Il nome non è casuale: soprattutto la prima parte del gioco ci vedrà impegnati proprio nel dover sopravvivere all’ostile ambiente marziano, tentando di stabilire le basi della futura colonia: dovremo mettere in piedi infrastrutture, rete di distribuzione dell’energia, lavoratori robotici ed estrazione delle materie prime che, ad un certo punto, ci consentiranno di costruire il primo “dome”, una cupola al cui interno c’è una atmosfera atta a far vivere gli esseri umani, che arriveranno quindi con una spedizione apposita.

Ma non finisce di certo qui, perché la colonizzazione umana apre ad una nuova fase di gioco, che ci vedrà gestire i neomarziani, ognuno con il suo carattere, le sue ambizioni e la sua professione; se a questo ben di dio manageriale aggiungiamo la ricerca scientifica, i misteri marziani e l’espansione che ci permette di terraformare Marte fino a renderlo un pianeta simile alla Terra, vedete bene che c’è tanta carne al fuoco per divertire ed impegnare chiunque voglia cimentarsi nell’epico futuro della stirpe umana.

Tharsis

Tharsis non è ambientato su Marte, ma su una astronave che è stata mandata su Marte per investigare un misterioso segnale proveniente dalla piana di Tharsis. Ecco, è stata mandata, ma mica ci è arrivata! Una pioggia meteoritica ha colpito la nave durante il suo viaggio, e in questo mix tra strategia e gioco da tavolo digitale, dovremo gestire i quattro astronauti dell’equipaggio tramite dadi virtuali.

Ciascun astronauta è specializzato e dovrà assolvere svariati compiti durante i dieci round (settimane) di gioco, non ultimo la riparazione dell’astronave che rischia di andare in pezzi. Obiettivo ultimo, portare tutti i nostri uomini su Marte, sani e salvi. Come potete immaginare, non sarà affatto semplice.

Tharsis non è di certo un gioco tripla-A, ma è molto sfidante, divertente, mette ansia e costa poco. Che volete di più?

Red Faction

Red Faction è una saga di sparatutto che consta di quattro capitoli, la cui storia comincia proprio su Marte dove, in soldoni, i lavoratori cui viene promessa una vita migliore che sulla Terra, sono sfruttati da condizioni di lavoro tremende. In più un morbo si propaga nella colonia, e al nostro protagonista questa cosa non va giù: decide quindi di organizzare una rivolta dei lavoratori!

Red Faction non è forse un titolo epocale come altri, ma aveva dalla sua un pregio non indifferente: il suo motore grafico riusciva a gestire la modifica di parti del terreno in modo non predeterminato, ma tramite le armi: si, vuol dire che si possono far esplodere cose come muri e pavimenti e distruggere il paesaggio. E scusate se è poco.

Con il passare del tempo, Red Faction è divenuto uno sparatutto in terza persona; purtroppo, il quarto capitolo non fu un successo e la saga si fermò lì.

Dark Colony

Qui torniamo alla mia adolescenza in modo prepotente, e ringrazio Drpbrock per avermi sbloccato questo ricordo.

Trama: gli umani scoprono una incredibile fonte di energia su Marte, e decidono di terraformare il pianeta ed appropriarsi della risorsa. All’inizio del gioco il pianeta non è più rosso ma verde. Peccato che Marte fosse abitato da esseri non felicissimi di vedere deturpata la loro casa, e quindi via di guerra per dirimere la questione, in un classico RTS nell’epoca in cui era il genere più in voga di tutti (suvvia, era appena uscito Age of Empires!).

Non moltissime le innovazioni di questo Dark Colony, se non il ciclo giorno/notte, ma volevo citarlo perché giocai alla demo allo sfinimento, all’epoca, e perché distruggere gli umani invasori con le armate dei classici alieni grigi era molto divertente.

E la copertina italiana, che potete ammirare qui sopra, è magnifica nella sua sobrietà.

Terraforming Mars Digital Edition

Terraforming Mars è un gioco da tavolo meraviglioso, con tante, tantissime carte, che ha bisogno di molto spazio sul tavolo. Per fortuna c’è una app che lo riproduce digitalmente e che è fatta molto bene, con la quale il sottoscritto si è chiuso pesantemente da un bel po’. La trovate sia su mobile che su Steam.

Se vi è piaciuto il gioco da tavolo, vi piacerà anche questa edizione digitale, che dalla sua parte ha la rapidità del setup, il fatto che i cubetti risorsa non si muovano e non occupa meno spazio sul tavolo. Se amate la modalità solitario di Terraforming Mars, poi, è perfetta.

Purtroppo finora non contiene tutte le espansioni del gioco fisico ma soltanto una: confidiamo nel buon cuore degli sviluppatori!

Take on Mars

Torniamo al realismo e parliamo di Take on Mars, un gioco un bel po’ di nicchia, che affronta realisticamente il tema delle esplorazioni marziane.

Controlleremo infatti rover e lander con il compito di esplorare il pianeta rosso usando vari strumenti scientifici e completando obbiettivi in mappe molto, molto realistiche. Oppure possiamo decidere di assumere il ruolo di un astronauta intento a costruire una base marziana, gestendo risorse ed esplorando.

Il realtà il gioco contiene sia scenari che una campagna, articolata in due parti: esplorazione robotica, con albero tecnologico e modello economico, e survival, dato che la seconda parte ricalca parecchio la trama di The Martian di Andy Weir.

Bohemia Interactive, sviluppatore sempre molto attento all’aspetto simulativo dei suoi giochi (ArmA, Take on Helicopters), decise di puntare anche qui al realismo, con un modello di danno realistico sui veicoli, condizioni meteo dinamiche e terreno accuratamente riprodotto.

Praticamente, un parco giochi per veri nerd dell’esplorazione marziana: lo provai in early access, ma ho recentemente scoperto che dall’uscita del gioco molte sono state le aggiunte e le patch, tanto da invogliarmi a ridargli un’altra possibilità.

Offworld Trading Company

Offworld Trading Company è stato il primo gioco di Soren Johnson, l’uomo dietro quel capolavoro di Civilization IV, una volta andato via da Firaxis.

Il buon Soren abbandona la strategia a turni in favore del tempo reale, sfornando un titolo che è a tutti gli effetti anche un simulatore economico. Nei panni del boss di una compagnia commerciale che opera al di fuori della Terra, dovremo ingaggiare una vera e propria guerra economica contro gli avversari per primeggiare sul Pianeta Rosso.

Ecco, se Surviving Mars ci metteva nei panni dei colonizzatori, anche qui la colonizzazione avviene, è spietata ed è basata su multinazionali senza scrupoli, libero mercato e nefandezze di ogni tipo, sempre rimanendo nell’alveo del genere gestionale/strategico su cui l’ex-sviluppatore Firaxis è comunque molto ferrato.

Offworld Trading Company offre una campagna, ma il pezzo forte è la schermaglia, possibilmente in multiplayer, data la velocità del gioco e le bastardate possibili nei confronti degli avversari.

Se vi sentite squali della finanza e non vedete l’ora di sfruttare non solo la Terra, ma anche il Sistema Solare, sappiate che Offworld Trading Company è spesso in regalo su Epic Store, e offre il multiplayer gratuito.

Mars: War Logs

Abbiamo aperto con un gioco di ruolo, chiudiamo con un altro gioco di ruolo, ma di tutt’altra caratura e spessore.

Uscito nel 2013, Mars: War Logs è appunto ambientato su Marte ed è, a detta della critica, un titolo che tenta di mostrare molte idee buone, avendo a disposizione un basso budget: prendete l’ambizione di un Mass Effect, le scelte morali e il combattimento di un The Witcher, lo stealth di Deus Ex, mixateli, ma avendo a disposizione mezzi produttivi non all’altezza.

Ecco, questo è ciò che è Mars: War Logs, e ciò che rappresenta una piccola software house che non si arrende nel voler mettere in mostra le proprie idee, e nel farlo sceglie un genere, il gioco di ruolo d’azione, che permette di sperimentare molto.

Il background del titolo è sicuramente affascinante e gode di una atmosfera piuttosto originale; la trama, seppur carente soprattutto nel comparto dei dialoghi, gode di un bel sistema di scelte morali. Il combattimento è buono, ma non arriva ai livelli dei titoli più blasonati. Insomma, un titolo quasi indie, che però, come avviene in molti casi, mostra più idee di quelli tripla A e fa di tutto per farsi piacere.

Mars: War Logs ha avuto anche un seguito spirituale ambientato nello stesso universo, chiamato The Tecnhomancer. Quando si crede in un’idea, è giusto perseverare.

Bonus: Mass Effect 3

Scusate, ma dovevo citarlo.

Chi lo ha giocato lo sa, Marte è fondamentale nella storia della saga fantascientifica di Bioware, e recarsi proprio sul pianeta rosso nel terzo capitolo è emozionante. Peccato duri poco.

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