Giorno della Memoria 2021
Ci sono temi talmente delicati che quale che sia l’approccio scelto per affrontarli, sarà sempre come vincere un terno al lotto l’azzeccare il modo migliore per farlo.
E, forse, tra tutti i temi più delicati e imprescindibili c’è proprio quello dell’Olocausto, ricordato il 27 gennaio di ogni anno con il Giorno della Memoria.
Non ho titoli per esprimere opinioni in merito, e la mia opinione personale credo non possa certo influire sulla gravità di quanto accaduto e sulla pericolosità dei rigurgiti di razzismo, nazi-fascismo e segregazione a cui stiamo tristemente assistendo da alcuni anni a questa parte.
Ho scelto quindi dalla mia collezione una lista di cinque film a mio avviso imprescindibili: storie che devono essere raccontate e ricordate, anno dopo anno, per assicurarci che la memoria di quanto successo non vada mai perduta.
Schindler’s List – La lista di Schindler
Probabilmente il più conosciuto e il più guardato e riguardato. Capolavoro totale di regia, sceneggiatura, fotografia, sonoro e soprattutto interpretazione.
La scelta del bianco e nero su cui emerge quel celebre rosso del cappotto della bambina ha fatto la storia del cinema. Il massacro del ghetto di Cracovia, rappresentato da quel cappotto, è il grido di dolore non solo della massa spropositata di vittime innocenti, ma anche e soprattutto per l’assordante silenzio di tutti quanti sapevano e hanno taciuto: a partire dagli Stati Uniti che non hanno fatto nulla per impedire quanto stesse accadendo.
Un film da vedere, rivedere e far vedere ai propri figli (quando saranno grandi abbastanza).
Perlasca – Un eroe italiano
Giorgio Perlasca.
Interpretato da Luca Zingaretti alla sua prova a mio avviso più alta in assoluto, racconta le vicende vere del nostro Schindler (o Schindler fu il loro Perlasca?): un italiano che trovatosi a Budapest durante l’invasione nazista, trovò prima rifugio nell’ambasciata spagnola in qualità di “amico” del generalissimo Franco (sì, era un fascista convinto, di quelli della prima ora), per poi fingersi ambasciatore spagnolo e dare asilo salvando oltre 5000 ebrei dal rastrellamento nazista.
Tornato in Italia, dopo due anni, non racconta a nessuno quanto fatto, visto e vissuto. La sua storia emerge grazie a due donne ungheresi, da lui salvate, che lo rintracceranno a Padova, molti anni dopo.
Da vedere.
Il bambino con il pigiama a righe
Difficile raccontare a parole cosa ho provato quando ho visto questo film.
Devastante: per l’orrore da una parte, per la follia dall’altra, per il senso di totale insensatezza che emerge da tutta questa orrenda storia.
Questo film dimostra come, alla fine, a pagare la follia dei grandi, siano sempre i più debole e più innocenti. E di fronte all’orrore, non c’è alcuna differenza di lingua, religione, etnia: abbiamo tutti lo stesso orrendo pigiama a righe.
Attenzione: questa pellicola è tutto fuorché verosimile. Rappresenta sostanzialmente una metafora, perché ad Auschwitz non c’erano bambini ebrei: i nazisti mandavano subito nelle camere a gas chiunque non fosse abbastanza grande per lavorare. È inoltre davvero inverosimile che nei dintorni dei campi non si sapesse cosa accadesse all’interno, come sottolineato dal Rabbino Benjamin Blech.
La vita è bella
Il capolavoro di Benigni, 3 oscar e tanti altri premi: 9 David di Donatello, 5 Nastri d’argento, il Premio César per il miglior film straniero, 5 Globi d’oro, 2 European Film Awards e un premio medaglia a Gerusalemme.
Lo ammetto: non è tra i miei film preferiti sul genere, ma resta un pezzo fondamentale della cinematografia dedicata all’orrore dell’Olocausto.
Per chi non lo sapesse: è la storia di come un padre, ebreo italiano, faccia il possibile per non far capire al figlio in quale orrendo posto si trovino, riuscendo con diversi escamotage a “proteggerlo” dagli orrori che lo circondano, fino alla liberazione del campo.
Il diario di Anna Frank
Film americano del 1959 che ripercorre ovviamente la storia di Anne Frank, raccontata nel suo celebre diario.
Il film è stato girato ad Amsterdam e avrebbe dovuto avere come attrice protagonista Audrey Hepburn; l’attrice rifiutò la parte sia perché troppo grande rispetto al ruolo, sia perché lei stessa aveva vissuto ad Amsterdam durante l’occupazione e non voleva rivivere quei dolorosi ricordi.
Venne quindi scelta la giovane Millie Perkins che, seppur titubante non conoscendo nulla della Shoah né della della storia di Anne, si lasciò convincere a partecipare alle riprese.
Il film è stato pesantemente tagliato e rimaneggiato, soprattutto nella versione europea; ma grazie all’uscita del DVD del 2004 arriva in Italia con il metraggio completo, comprendente la mezzora originariamente tagliata.
Germania anno zero
Questa pellicola del 1948 scritta e diretta dal maestro Roberto Rossellini non parla espressamente dello sterminio degli ebrei (né delle altre etnie colpite dalla macchina nazista), bensì delle macerie in cui versa Berlino subito dopo la fine della guerra. Come a dimostrare che l’orrore nazista ha mietuto vittime innocenti da entrambe le parti.
Seguiamo quindi le vicende del giovane Edmund e di come tenta di sopravvivere con la sua famiglia in una città sventrata dalle bombe e in cui la società prova a rimettersi faticosamente in piedi tra povertà totale, malattia, morte e distruzione.
In questa città ridotta all’ombra della grande capitale dell’impero caduto, troveremo risvolti ancora peggiori, come se l’orrore della guerra non fosse sufficiente a placare gli animi contorti dell’uomo.
La spirale in cui cadrà Edmund lo trascinerà nell’ombra dell’ideologia malata per cui “i deboli devono soccombere e i forti sopravvivere” cancellando per sempre quel poco di innocenza rimasta e trasformandolo a sua volta in un mostro.
Questa la mia personale selezione, ma molti sono i titoli che meritano di essere ricordati: Storia di una ladra di libri, Il pianista, The Reader – A voce alta, Jojo Rabbit e, naturalmente, l’imprescindibile Vincitori e Vinti.
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